12 - HO FATTO QUALCOSA DI MALE PER MERITARMI JASPER O COME CAZZO SI CHIAMA?

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"Guarda il cielo e lasciati ispirare."
- Caleb Jonathan Anderson

Mia

<<Spero che, tutto questo, sia uno scherzo!>> proclamai a gran voce quando, scesa dalla macchina, mi si parò davanti agli occhi, la figura di quel Jerry. Mi guardava con un sorrisetto strafottente, dall'alto.
<<Dan?>> lo cercai con lo sguardo e lo trovai, poco lontano da noi, con il telefono all'orecchio. Stava parlando animatamente con qualcuno, sembrava molto nervoso.
<<Angioletto, credo che dovrai abituarti alla mia presenza>> esordì Jared. Abbassai gli occhiali da sole, quel tanto che bastava per poterlo sfidare con lo sguardo.
<<Innanzitutto, per te, sono: signorina Angel>> lo vidi alzare un angolo della bocca <<E poi, staremo a vedere, Joseph>> rimarcai il nome. Spoiler: io non ricordavo, seriamente, il suo nome.
<<Senta, signorina Angel, non sono qui, di mia spontanea volontà>> sbuffai divertita.
<<Qualcuno qui inizia a tirare fuori le palle>> mi squadrò da capo a piedi.
<<Dan, mi ha raccontato tutto. Mi ha pregato di badare alla sua sicurezza personale e sono tanti soldi. Se lei collaborerà, non si accorgerà minimamente della mia presenza>>.
Le sue parole mi lasciarono interdetta. Nessuno era mai stato così schietto e onesto con me. Forse fu per questo che, alla fine, cedetti. Mi sorrise sornione. Restammo a fissarci per un tempo indefinito, fin quando non arrivò Dan.
<<Angel, non essere arrabbiata, ho dovu->> lo interruppi.
<<Va bene>> lo guardai seria, sembrava scioccato dalla mia risposta. Non si aspettava che accettassi senza lamentarmi o fare scenate. Comprensibile. Gli passai accanto, salendo sul mio jet privato, dove venni accolta dalle hostess.
<<Buongiorno signorina, la trovo bene>> quei sorrisini finti che mi rivolgevano, tutte le sante volte, mi facevano venire i conati.
<<Se, certo. Senti, a che ora è previsto l'atterraggio?>>
<<Per le 21:00, signorina>> annuì, le voltai le spalle e andai a sedermi, al solito posto. Abitualmente, il sedile davanti al mio, rimaneva sempre vuoto, Dan sapeva che non volevo nessuna rottura di palle durante i lunghi viaggi. Ovviamente, quel giorno, qualcuno lassù, aveva deciso di mettere a dura prova la mia pazienza.
James, si accomodò di fronte a me. Non mi rivolse nemmeno un'occhiata, era occupato con  il telefono. Chissà cosa stava facendo.

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