41 - SOPHIA

3 1 0
                                    

"Quando l'ombra di qualcuno oscura il sole che cercavi per te, capisci quanto può essere freddo anche il più caldo dei cuori."
- Rae Hart

Mi guardo allo specchio per un ultimo controllo: il rossetto rosso che so piacere a Jonathan, il vestito nero aderente, perfetto per una serata speciale. Non gli ho detto che sarei venuta. In realtà, ho organizzato tutto per fargli una sorpresa. Volevo vedere la sua faccia quando mi avrebbe vista qui, alla fine di una lunga giornata di lavoro. Mi avvio verso il backstage con il cuore che batte forte. Il suono della folla mi avvolge, rimbomba ovunque, ma io cerco di non farmi distrarre. Quando finalmente lo vedo, è fermo lì, immobile, con lo sguardo fisso su Mia, o Angel, come la chiamano tutti qui. C'è qualcosa nel modo in cui la guarda che mi fa venire un nodo alla gola, un senso di fastidio che cerco subito di scacciare. È solo perché è concentrato sul suo lavoro, mi dico. Mi avvicino silenziosamente, cercando di sorprendendolo.
<<Jonathan>> lo chiamo piano, ma lui non mi sente. È assorto, quasi come se fosse perso in un mondo tutto suo. Decido di fare un passo più audace. Lo tocco leggermente sulla spalla, e finalmente si gira. La sorpresa che mi aspettavo di vedere sul suo volto non c'è. Anzi, sembra quasi... nervoso?
<<Hey>> dico con un sorriso, cercando di capire cosa stia pensando <<Non mi aspettavi, vero?>>
Lui abbozza un sorriso, ma non è quello genuino che di solito mi riserva.
<<Sophia, che ci fai qui?Chi ti ha fatta passare?>> mi stringo nelle spalle, facendo del mio meglio per mantenere un tono leggero.
<<Volevo farti una sorpresa. Pensavo potessimo passare un po' di tempo insieme dopo il concerto>> sento che qualcosa non va <<Mi ha fatta passare una certa Zoey>> lui è sempre stato protettivo verso il suo lavoro, ma questa volta c'è qualcosa di diverso. Il suo sguardo continua a tornare verso il palco, verso Mia. Cerco di trattenere il fastidio che mi monta dentro.
<<Hai occhi solo per lei stasera?>> provo a scherzare, ma la mia voce suona più amara di quanto volessi. Jonathan scuote la testa, come se cercasse di liberarsi dai suoi pensieri.
<<Non è quello>> risponde in fretta <<È solo che... ho una sensazione. Qualcosa non quadra, e non posso permettermi distrazioni>>
Distrazioni. È così che mi vede, ora? Una distrazione? Mi mordo il labbro, cercando di non far trasparire la delusione.
<<Cosa sta succedendo?>> chiedo, cercando di capire di più. So che il suo lavoro è complesso, pericoloso a volte, ma di solito con me è più aperto. Lui esita, poi abbassa lo sguardo.
<<Falco 17>> mormora, come se quel nome portasse con sé un peso che non riesce a sopportare da solo.
<<Sto cercando di capire chi sia e cosa voglia da Mia>> il nome mi suona familiare. Gliel'ho sentito nominare qualche volta, ma mai con così tanta preoccupazione.
<<È così pericoloso?>>
<<Non lo so ancora>> ammette <<ma non posso permettermi di sottovalutarlo>>
Mia. Sempre Mia. Vorrei essere comprensiva, capire che è il suo lavoro proteggerla, ma una parte di me non può fare a meno di sentirsi messa da parte. Non è solo la popstar che deve proteggere, è la persona con cui ha condiviso momenti che io non potrò mai raggiungere.
<<Posso aiutarti in qualche modo?>> chiedo, sperando di riuscire a essere parte della sua vita, anche solo un po'. Jonathan mi guarda, ed è lì che vedo quella scintilla di rimorso nei suoi occhi. Sa che non può tirarmi dentro a questa storia, eppure mi dispiace vedere quanto sia chiuso, quanto non riesca a condividere con me. <<Apprezzo che tu sia qui>> dice, cercando di ammorbidire la situazione, ma la distanza tra noi sembra solo crescere. Lui torna a guardare Mia, ed io mi sento invisibile. Mi sforzo di sorridere, anche se dentro di me tutto urla. E mentre le luci del palco esplodono in un turbine di colori, capisco che, stasera, non sono io quella al centro dei suoi pensieri.

Behind youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora