50 - LINEE DI CONFINE

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"Non è la salvezza che cerchiamo, ma la libertà di essere noi stessi, anche quando gli altri temono il nostro volo."

-Rae Hart



Mia

Resto nel corridoio, le parole di Jonathan mi rimbombano nella mente. La tensione tra noi è palpabile, come un muro invisibile che ci separa. So che è preoccupato, ma non riesco a spiegargli quanto sia difficile portare il peso di questa vita. Ogni volta che lo guardo vedo le sue aspettative e questo mi fa sentire intrappolata. Mi allontano verso la mia stanza, il cuore che batte forte. La frustrazione mi attanaglia mentre rifletto su quello che è successo. Jonathan non capisce che non voglio essere salvata. 

La mia libertà è una battaglia costante. 

La pressione dentro di me cresce, e ho bisogno di sfogarmi.  Entro nella mia stanza e mi dirigo verso la portafinestra, dove la chitarra mi aspetta. La musica è l'unico modo che conosco per esprimere ciò che ho dentro, per liberarmi da tutto. Mentre suono, sento che la tensione si allenta, almeno per un momento, ma il pensiero di Jonathan continua a tornare, un misto di gratitudine e frustrazione. Vorrei dirgli che la mia rabbia non è contro di lui, ma contro tutto ciò che mi ha fatto chiudere in me stessa. Suono per un po', ma la melodia si interrompe quando sento un rumore alla porta. Decido di ignorare il continuo bussare alla mia porta. E se fosse Jonathan? Cosa vorrà mai? Sarà sicuramente venuto a scusarsi. Mi dirigo alla porta. E' Sophia.

<<Cosa vuoi?>>

<< Sei arrabbiata?>> 

<<Non vedo come  la cosa possa riguardarti>>  lascio la chitarra da parte e mi metto a sedere su quest'ultimo. Sophia si avvicina, sedendosi accanto a me. La rivolgo un'occchiataccia, ma non sembra farci caso. Che cazzo ci fa la ragazza di Jonathan sul mio cazzo di letto? 

<<Jonathan si preoccupa per te>>  c'è un velo di gelosia nelle sue parole, un'affermazione che suona come un avvertimento <<Ma non puoi sempre dipendere da lui>>  mi afferra la mano, ma la sua stretta è più forte del necessario, come se volesse tenermi vicino a lei, piuttosto che lasciarmi andare.

<<Toglimi le mani di dosso!>> mi alzo dal letto con uno scatto. Un sorriso si fa spazio sulle sue labbra <<E pensare che sono una tua grande fan>>  la guardo con una miscela di incredulità e rabbia. 

<<Sei una fan, eh? Bene, smettila di comportarti come se fossi la mia migliore amica. Non sei qui per me, ma per lui>>  le parole escono con forza e la guardo mentre il suo sorriso svanisce.

<<Non stai capendo>>  dice, il tono che si fa più serio <<Tu e Jonathan...non posso ignorarlo. Ogni volta che lo vedo vicino a te, mi chiedo se stia riemergendo qualcosa di più profondo>>.

<<Di cosa parli?>>  chiedo, incredula << È solo il mio bodyguard!>>

<<Un bodyguard che sembra avere una connessione particolare con te>> risponde, il suo sguardo penetrante <<E io non voglio che tu approfitti di questa situazione. Hai bisogno di aiuto, e lui è qui, ma non puoi sempre aspettarti che lui ti salvi>>.

<<Non ho chiesto aiuto a nessuno!>> grido, la mia pazienza che sta per esaurirsi <<Non voglio essere salvata e la mia vita è già abbastanza complicata senza dover gestire la tua gelosia!>>

<<Non è gelosia, Mia!>> ribatte, l'esasperazione che traspare nella sua voce. 

<<Sono Angel per te!>> mi avvicino pericolosamente alla sua figura fronteggiandola .

<<Jonathan è importante per me e non posso restare a guardare mentre tu cerchi di inserirti tra di noi>>.

<<Non sto cercando nulla! Non mi importa di Jonathan e solo mio cazzo di bodyguard e vorrei maledire il giorno in cui Dan ha deciso di ingaggiarlo senza la mia approvazione!>>   rispondo, cercando di allontanarla da me, ma lei continua a persistere.

<<Perché non ci credi? Perché non vedi come i suoi occhi brillano quando è con te?>> dice, avvicinandosi di nuovo <<Sei solo una ragazzina. E non voglio che tu lo distragga>> la mia pazienza è finita.

<<Se Jonathan ha dei sentimenti, è affar suo>> Sophia mi guarda, il viso contratto in una smorfia <<Non capisci, vero? Ti stai avvicinando a lui e non posso semplicemente stare a guardare mentre lui si allontana da me>>.

<<Non ho mai chiesto di essere coinvolta nella vostra relazione>>.

<<Non lascerò che tu rovini quello che abbiamo costruito insieme>>.

<<Se hai un problema con Jonathan, parla con lui>> sento un silenzio pesante tra di noi e mentre mi volto per tornare verso la chitarra, sento i suoi occhi su di me. Mi volto, il viso infuocato dalla rabbia <<Esci dalla mia stanza, cazzo!>>  Con queste parole, chiudo la porta, dopo averla spinta fuori. Nel mio cuore, la frustrazione rimane un peso che non riesco a scrollarmi di dosso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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