"Vuoi una birra ?"
Presi il telecomando abbassando il volume della televisione, quando Leandro parlava la sua voce era così bella e suadente da sentire il bisogno di interrompere qualsiasi interferenza al fine di ascoltarla nel migliore dei modi." Tuo marito beve la birra? Ma chi hai sposato scusami?"
" Pardon, vuoi del vino? Gonzalo è fissato con il Malbec, ho solo quello in casa" da buon calciatore non avrebbe dovuto bere alcolici, ma conoscevo abbastanza bene Lea da sapere che, se c'era qualcosa a cui non sapeva dire di no, questo era sicuramente un buon calice di vino.
Potevo sentire i suoi occhi bruciare ogni centimetro del mio corpo lungo il tragitto che dalla poltrona mi avrebbe condotta al frigo.
"Non so, non mi convince" disse dopo aver assaggiato la bottiglia.
" Tu sei da nero di Troia" lo osservai cambiare espressione dopo quelle parole. Anche io mi ricordavo bene ogni cosa di lui.
" E tu da moscato. Anzi se me ne dai un dito mi lavo la bocca da questo aceto che beve tuo marito" posò il bicchiere sul tavolinetto. Le sue mani erano così familiari, quante volte le avevo viste disegnare forme immaginarie sul mio corpo.
"Mi spiace, Gonzalo si è dimenticato di prenderlo. Non ama i vini europei"
" Si, ma tu si. Dovrebbe prenderlo per te"
Il silenzio invase la stanza, quelle parole fecero eco per parecchi interminabili secondi.
Ma quanto è fastidioso il silenzio della verità?"Beh come va?" Chiese lui per primo.
"Insomma, studio ancora. Sono un po' stanca però, non vedo l'ora di finire. Ultimamente mi sembra letteralmente di trascinare il mio corpo a lezione contro la sua volontà"
" È normale Reby, sei in dirittura d'arrivo. Se posso darti un consiglio concediti qualche piccolo svago quotidiano. Come quando preparasti neuro e ti rese così tanto demotivata da pensare di lasciare la facoltà. Ti ricordi?"
Leandro si riferiva ad un periodo veramente strano della mia carriera universitaria.
Un periodo nel quale proprio non sapevo più cosa fare di me stessa:
è talmente tanto logorante confrontarsi ogni giorno con qualcosa che non ci piace, da indurre quasi alla perdita del senno.
Fortunatamente c'era stato lui al mio fianco."Mi ricordo"
"Ricordi anche che per ogni 3 capitoli fatti ti regalavo un libro ? Uno di quelli introspettivi che adori"
"Lessi ben 10 libri in un mese, erano la mia boccata d'ossigeno" ammisi sorridendo.
Anche lui sorrise, faceva bene ad entrambi ricordare quei momenti.
" Non ti volevo ferire quando hai visto l' escort a casa mia. O meglio, si, mi volevo vendicare. Non pensavo però di averti fatto così tanto male. Scusa "
Riprese il discorso interrotto in precedenza, poche volte Leandro si era scusato durante la nostra relazione, quella fu una delle suddette.
" È acqua passata. Grazie per esserti scusato, dispiace anche a me per quello che ti ho fatto. Mi dò la colpa di aver rovinato il nostro rapporto sai ? "
" Non è stata solo colpa tua, anche mia. Ero accecato dal dolore, avrei dovuto rimettere mia madre al suo posto"
" Grazie per averlo detto Lea. Ne avevo bisogno" ammisi e finalmente, dopo tanto tempo, una sensazione di pace invase i miei sensi.
🌻Hasta luego🌻
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"PERFETTA COSÌ" Leandro Paredes 🌻
FanficLeandro Paredes, 29 anni, calciatore argentino agli esordi della propria carriera, uomo dal carattere forte e dalla dirompente personalità. Rebecca, 19 anni, studentessa del primo anno di medicina. Animo fragile e salute precaria. Un inaspettato inc...