Era il 26 dicembre e come ogni anno a casa mia si festeggiava con un arrosto ben assortito piuttosto che con un brodino vegetale.
Da tradizione papà,i suoi fratelli e quest'anno Gonzalo, si dilettavano nel fare la brace e arrostire il tutto.
Io adoravo la carne, un po' meno l'odore impregnante sui vestiti." Amore attenzione, ti sporchi" Gonzalo stava letteralmente inzuppando la manica della felpa nella salsa barbecue.
Mi guardò compiaciuto, delle volte rappresentavo la cosa più simile ad una madre che avesse mai avuto.
Finita l'ennesima tavolata natalizia, lo zio, estrasse dalla sacca dei giochi il tabellone della tombola.
A casa mia giocare voleva dire soltanto una cosa: competizione.Nonostante fossero pochi spicci, il giocare in sé, faceva venire fuori la parte più spietata di ciascuno di noi.
La nonna nascondeva il portafogli sotto la coscia per paura che qualcuno potesse rubarlo.
Papà chiedeva centinaia di volte se un dato numero fosse già uscito mentre la mamma,nel dubbio, segnava tutto.
Mio zio, il più fortunato di tutti, aveva il dono di predire chi avrebbe vinto il giro successivo.
Io invece, nel mio piccolo, mi limitavo ad osservare passivamente la combriccola.
Un giorno tutto ciò mi sarebbe mancato quindi assaporavo con i sensi ogni secondo del prezioso tempo passato assieme.
E poi si sa, il Natale fa uscire il bello di ogni famiglia...Gonzalo si sedette vicino a me abbracciando le spalle coperte dallo scialle di lana.
Mi strinsi a lui, adoravo il profumo che indossava.Il pomeriggio prosguì all'insegna dei giochi da tavola e compresi bene la stanchezza provata da Gonzalo a fine giornata quando, ammettendo di essere distrutto, si congedò in camera da letto.
Io, impegnata in una combattuta battaglia di scarabeo con la cugina Carla, restai in salotto.
Ad un certo punto, le luci che illuminavano il campo minato, si spensero lasciando noi poveri disgraziati al buio.
Gonzalo entro nella stanza con una scintilla luminosa, sapeva bene quanto le adorassi:
per tutto il mese non avevo fatto altro che accenderle e spegnerle compulsivamente. Tuttavia non capii proprio cosa stesse succedendo..."Gonzalo cosa..." dissi prima di essere interrotta da una mole gigante di fuochi d'artificio.
" Vieni" rispose il ragazzo conducendomi sul terrazzo.
" Cosa succede?" Chiesi confusa guardandolo.
Lui non rispose, mi fece cenno di osservare il cielo e così feci. Intanto la scintilla continuava a bruciare emettendo bagliori.
Quando i fuochi terminarono una scritta illuminò il cielo, mi girai verso di lui in preda all'emozione." Lo so che non ci conosciamo da molto, ma se mi sposi ti prometto che splenderemo per sempre insieme perché quando due persone sono fatte l'uno per l'atra, si aiutano a vicenda a brillare"
Con le lacrime agli occhi continuai a guardare il viso di Gonzalo, ma più lo guardavo, più cercavo di vedere quello di Lea. Peccato che le cose fossero andate ben diversamente...
🌻Hasta luego🌻
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"PERFETTA COSÌ" Leandro Paredes 🌻
Hayran KurguLeandro Paredes, 29 anni, calciatore argentino agli esordi della propria carriera, uomo dal carattere forte e dalla dirompente personalità. Rebecca, 19 anni, studentessa del primo anno di medicina. Animo fragile e salute precaria. Un inaspettato inc...