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Bentornat*! 💜 

Con questo capitolo torniamo alla storia principale di Vera, un anno dopo gli eventi del flashback che ha introdotto il personaggio di Lara. Inizia con un evento drammatico: un salvataggio improvvisato e una decisione che potrebbe cambiare tutto.

***

Quello che dall'alto sembrava una figura indistinta, da vicino era chiaramente un essere umano. Vera concentrò lo sguardo, per vedere con chiarezza oltre i fiocchi di neve che le mulinavano attorno, e vide una persona con una matassa di capelli scompigliati e un cappotto logoro.

Era terrorizzata all'idea che quella persona si facesse del male, anche se non aveva idea di chi fosse e poteva essere un individuo pericoloso, aveva la sensazione fortissima che il suo destino fosse legato a quello che sarebbe successo di lì a poco. Un formicolio sottopelle confermava quello che la mente razionale cercava invano di comprendere.

L'uomo si muoveva sull'argine come una falena impazzita, guardandosi freneticamente le spalle e rischiando ogni momento di scivolare nell'acqua scura.

"Stai attento!" gridò Vera, ma lui non sembrò sentirla. Probabilmente non si era accorto di lei, né di Lucia che era riuscita a raggiungerla tra una scivolata e l'altra.

Il vento ululava e la neve cadeva fitta. Anche la luce era diventata fioca, opaca.

All'improvviso i movimenti dell'uomo si fecero se possibile ancora più frenetici, iniziò a correre, come se cercasse riparo sotto il ponte, e cadde lungo disteso nella neve. Cercando di rimettersi in piedi, scivolò e precipitò nell'acqua.

Vera sentì che Lucia le afferrava saldamente il braccio.

"Non fare cavolate, adesso."

Vera si liberò con uno strattone e si precipitò verso l'uomo che annaspava. Sentiva l'adrenalina che fluiva nel suo corpo e la rendeva insensibile al panico e al freddo.

"Aspetta!" gridò Lucia correndole dietro. L'agguantò per il cappuccio del piumino e le strattonò le spalle. "Passati questa intorno alla vita" disse staccando la lunga tracolla dalla borsa. "E prega di non scivolare" aggiunse.

Legate da una sottile striscia di stoffa, si avvicinarono all'acqua torbida. Vera notò che quello che sembrava un uomo era in realtà un ragazzo e rimaneva attaccato alle pietre dell'argine con una mano violacea. Mentre Lucia teneva la tracolla con tutta la forza che aveva, Vera piantò le gambe a terra incuneando gli scarponi da neve tra le pietre. Afferrò la mano dell'uomo e iniziò a tirare.

Alle sue spalle, Lucia singhiozzava una specie di preghiera: "Oh, Dea, non voglio finire annegata e assiderata, ti prego, ti prego, rendi salde le nostre braccia e aiuta quella scema incosciente della mia amica".

Un attimo prima Vera sentiva di avere il controllo della situazione, il momento successivo finì con una gamba nell'acqua e un gelo improvviso sembrò quasi bruciarle la pelle. Tutto era rallentato: il grido di Lucia, il ragazzo che scivolava dalla sua presa, lo scarpone ancora ancorato tra le rocce dell'argine che iniziava a scivolare.

Il tempo tornò a scorrere normalmente quando si sentì soffocare e si rese conto che Lucia la stava trascinando a riva tirandola per il cappuccio del giaccone.

I piedi annasparono sul terreno scivoloso di ghiaccio e le braccia le facevano male nello sforzo di non lasciare la presa sul ragazzo che rischiava di farsi trascinare via dalla corrente. Si sentiva rantolare e i muscoli sembravano doversi sfilacciare da un momento all'altro, ma all'improvviso il peso diminuì e riuscì a tornare salda sulle gambe.

Vera e Lucia si guardarono per un istante negli occhi, poi tirarono con tutte le loro forze per trascinare il ragazzo fuori dall'acqua. Coordinarono gli sforzi e quando finalmente anche Lucia riuscì ad afferrare il cappotto logoro riuscirono a depositarlo sull'argine.

Vera crollò seduta al suo fianco, ma notò subito che il ragazzo aveva il volto livido e sui vestiti fradici comparivano già i cristalli di ghiaccio.

Lucia si accovacciò accanto a lei. "Dobbiamo chiamare un'ambulanza. Sta congelando" disse.

Vera scosse lentamente la testa. "No, portiamolo a casa, aiutami".

"Ma sei impazzita? Morirà e sarà tutta colpa nostra!"

Vera la fissò con una strana luce negli occhi. "Non credo che chiamare un'ambulanza sia una buona idea. Credo che lo metterebbe in pericolo. Portiamolo a casa, presto."

Vera vide che sul volto di Lucia passava una serie rapida di emozioni e decisioni. Poi la sua amica si passò un braccio dell'uomo sopra le spalle e insieme iniziarono ad arrancare per la salita che le avrebbe riportate al livello della strada.

"Devo essere più pazza di te, a darti retta" borbottò.

Arrivata in cima, Vera gettò un'occhiata al fiume e per una frazione di secondo le sembrò d'intravedere delle figure che uscivano dai canali di scolo.


🌀 Autrice a fine capitolo 🌀

Un salvataggio al limite, un'intuizione fulminea e la strana luce negli occhi di Vera: cosa c'è di speciale nell'uomo che ha rischiato la vita nel fiume? E quelle figure che sbucano dai canali di scolo... sono reali o parte del mistero che sta avvolgendo la vita di Vera e Lucia? 🌊

Domande per voi lettrici e lettori: Avreste seguito il consiglio di Vera o chiamato l'ambulanza? Che cosa spinge Vera a rischiare così tanto?

- Isa T. Green

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