Capitolo 3

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-Buongiorno ragazzi-

Disse il professor Smith appoggiando la sua cartella di pelle marrone sulla grande cattedra bianca.

-buongiorno professor Smith-

Rispondemmo al suo saluto alzandoci dalle sedie in segno di rispetto.

-oggi cominceremo con letteratura inglese-

Disse poi tirando fuori dalla borsa che sembrava quella di Mary Poppins un libro che avrà avuto minimo 800 pagine per poi consegnarci una fotocopia a testa.

'Orgoglio e pregiudizio'

-Jane Austen interessante-

Dissi sarcasticamente.

-signorina Rich ha qualche problema?-

-no no professore è solo che non mi piace molto il modo di scrivere della Austen lo trovo molto freddo e distaccato-

-Signorina lei non capisce niente di letteratura, non può permettersi di giudicare-

-fino a prova contraria signor Smith siamo in America e l'America è un paese libero dove ognuno può dire la sua-

-cosa le sta succedendo Diamond? Lei è sempre stata la nostra studente modello, perché fa così? -

-forse perché mi sono stancata di esserlo-

Dissi sbuffando.

-per questa volta lascio passare, al prossimo episodio del genere filerà dritta nell'ufficio del preside-

-filerà dritta nell'ufficio del preside-

Disse Nash alle mie spalle imitando la voce del professore scatenando una rumorosa risata.

-Signor Grier fili dal preside ora-

Disse arrabbiato il professore prima di cominciare finalmente la sua lezione.

Le ore sembravano non finire più finché il dolce suono della campanella dell'ultima ora arrivò alle nostre orecchie.

La giornata non poteva cominciare nel peggiore di modi e se come si dice il buon giorno si vede dal mattino il resto della giornata sarebbe stata anche peggio.

Camminavo lentamente nel corridoio di scuola soffermandomi ad osservare ogni cartello affisso sulle pareti, ogni ragazzo che passava trovando interessante anche il motivo a quadri rosso e bianco del pavimento.

Non volevo rimanere a scuola ma di certo non avevo neanche la minima voglia di tornare a casa.

Un annuncio catturò la mia attenzione facendomi avvicinare alla parete bianca piena di crepe dati gli anni, era un foglio giallo sul quale c'era scritto di chiamare il 1**********9 per lezioni di chitarra.

Senza pensarci due volte mi segnai il numero sul telefono e lo salvai con il nome di Shawn, così si doveva chiamare l'insegnante.

Mi ero stufata di sentire solo ed esclusivamente musica classica o mia madre mentre suonava il piano al quale non potevo assolutamente avvicinarmi.

I miei non me lo avrebbero mai permesso ma sinceramente non amavo andare a cavallo.

Erano ormai anni che andavo a lezione di equitazione e per quanto volessi bene a Jeremy, il mio cavallo nero, non riuscivo più a vedere la stalla o il prato verde dove si tenevano le mie lezioni.

Avrei assolutamente trovato una soluzione per scappare da quella casa e seguire quelle lezioni, quelle che a me interessavano davvero.

Era arrivato il tempo anche per me di realizzare il mio sogno ovvero suonare e cantare.

Non mi importava cosa volessero i miei genitori ma solo cosa volevo fare io della mia vita.

Con uno strano sorriso sulla faccia uscì da scuola e salì in macchina girando e rigirando il telefono fra le mie mani.

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-dove stai andando Diamond?-

-ma devo dirti sempre quello che faccio? Perché non posso avere un po di privacy madre?-

-l'hai detto tu, dato che sono tua madre ho il diritto di sapere cosa fai cara-

Rispose lei a tono.

-stavo solo andando in giardino a prendere un pò d'aria-

-hai fatto i compiti?-

-ancora non ci hanno assegnato niente-

-bene allora puoi andare-

-la ringrazio-

Risposi facendo un finto inchino.

Aprì la porta sul retro e uscì nel vasto giardino.

Camminai lungo il viale contornato da rose e tulipani per arrivare di fronte al lago di ninfee.

Mi sedetti sulla panchina bianca che si trovava in ombra grazie al salice piangente che si ergeva imponente accanto e tirai fuori dalla tasca dei miei jeans il cellulare.

Cliccai sulla rubrica e mi soffermai qualche secondo prima di premere il dito sul nome Shawn.

Era la prima volta in tutta la mia vita che facevo qualcosa di nascosto ma sentivo che era la cosa giusta da fare.

Il telefono cominciò a squillare finché finalmente non sentì qualcuno rispondere.

Secret || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora