Secret || Shawn Mendes

Capitolo 46

Ci trovavamo sul primo aereo diretto a Toronto mentre New York si allontanava sempre di più.

-Sai Shawn un giorno vorrei festeggiare l'ultimo dell'anno a Times Square-

Dissi sospirando, appoggiando una mano sul finestrino.

-Un giorno ci andremo Diamond, te lo prometto-

Disse lui lasciandomi un bacio sulla guancia con l'aria di chi continuava a sognare, con l'aria di chi non si sarebbe mai rassegnato.

Da una parte sarei voluta rimanere di più in quella splendida città ma ero sicura che se Shawn aveva deciso di andare via c'era un motivo preciso.

Appena atterrati mandai un messaggio ai miei.

Per quanto fossi scappata volevo che sapessero dove mi trovassi perché in fondo mi sentivo in colpa.

-non rispondono-

Dissi mettendo il telefono nella mia tasca.

-lo faranno-

Disse fiducioso Shawn ma io sapevo in cuor mio che sarei potuta anche morire ma non ci sarebbe stato niente e poi niente a fargli rispondere anche un ok ai miei messaggi.

Ero convinta che per loro in quel preciso istante non valessi niente e che avrebbero preferito avere qualcun'altro come figlia al mio posto.

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-Benvenuta a Pickering, Diamond, benvenuta nella città dove questo ragazzo che hai davanti è venuto alla luce-

Disse Shawn indicandosi mentre sorrideva dolcemente.

Le sue labbra chinate però nascondevano un velo di tristezza che svanì non appena gli strinsi la mano.

Non mi aveva neanche dato il tempo di guardare Toronto che mi aveva fatto salire sul primo autobus diretto in questa piccola cittadina accanto alla principale.

Una cittadina di pochi abitanti i quali erano per la maggiorparte pescatori o possessori di barche.

Camminavamo lungo una strada molto larga quando mi accorsi che la via che stavamo percorrendo aveva lo stesso nome che avevo letto sul foglietto.

Glenanna Road.

Avevamo appena superato la lettera D che una casa grande e rosa all'indirizzo E0 apparve davanti ai nostri occhi.

Shawn camminò lentamente lungo il viale e bussò piano alla porta.

Dopo un minuto di attesa qualcuno ci osservò dallo spioncino e aprì immediatamente la porta.

-Shawn sei tu?-

Disse un'anziana signora.

SHAWN'S POV

-Signora Foster?-

Dissi sgranando gli occhi.

-È veramente lei?-

-o mio piccolo grande uomo-

Continuò avvolgendomi in un caloroso abbraccio.

-ero sicura che prima o poi saresti venuto.
Prego entrate-

Disse sorridendo a Diamond.

-e tu chi sei bella signorina?-

Le chiese guardandola amorevolmente.

-mi chiamo Diamond piacere-

-ed è la mia ragazza-

Aggiunsi soddisfatto.

-immagino che tu sia venuto qui per sapere di più su quel ciondolo vero?-

Mi chiese la vecchia amica di mia nonna dopo che ci aveva fatto accomodare su uno dei divani in stile vittoriano.

-Bhe diciamo di si-

Risposi abbassando la testa mentre continuavo a guardarmi intorno.

Le pareti beige mettevano tranquillità e rendevano l'abitazione molto accogliente e inoltre erano piene di quadri con foto in bianco e nero tra cui riconobbi anche una con mia nonna.

Era tutto esattamente come me lo ricordavo pensai.

Quando ero piccolo venivo spesso qui con mia nonna e la signora Foster mi aveva sempre fatto sentire ben accetto come se fossi un nipote per lei.

Mi aveva sempre riempito di attenzioni ed è stata una delle prime persone che mi ha sostenuto in quello che desideravo fare.

-Tieni-

Mi disse Clary consegnandomi un piccolo rotolo risvegliandomi dal mio stato di trance.

-cosa è?-

Le chiesi sgranando gli occhi.

-lo scoprirai-

Rispose poi lei offrendomi una tazza di thè.

-ma ora riposate, nè avete bisogno-

Continuò poi lasciandoci da soli.

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Ero seduto sul letto della stanza degli ospiti che Clary aveva sistemato come se sapesse davvero che qualcuno le sarebbe venuto a fare visita mentre tenevo fra le mani quel rotolo di carta.

-Aprilo Shawn-

Mi disse Diamond appoggiando una mano sulla mia spalla.

Non ci pensai due volte e tirai il filo di raso giallo che teneva uniti i vari foglietti ingialliti dal tempo.

Avevo solo bisogno di qualcuno che mi desse la spinta iniziale.

Non ero al massimo della mia lucidità.

Per quanto non lo volessi ammettere mi mancava la mia vecchia casa, la mia vecchia vita, la mia vecchia famiglia ma in quel momento soprattutto mia nonna.