QUINTO CAPITOLO:

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<< Ben tornata a casa cara! Allora, le mie focacce sono state gradite?>> chiese la madre di Teresa, voltandosi appena nel lato opposto in cui una grossa pentola argentata e lucente ribolliva sul più grande dei cinque fornelli.

<<Oh si certo! Anche il mio schiaffo lo è stato>> rispose la ragazza incrociando le braccia al petto con lo sguardo aspro di chi è pronto ad esplodere.

La donna si voltò di scatto e del tutto verso la figlia, con occhi trasportati a tratti da rabbia e stupore insieme.

Teresa nel vederli roteò i suoi notevolmente più scuri, incominciando a marciare frenetica in intorno al piano bar.

Le suole delle scarpe stridevano ad ogni curva che prendeva in tutta fretta.

<<Dovevi vedere con che sfacciataggine mi offendeva!>> si lamentò sbracciandosi irata. Era nervosa, davvero tanto nervosa e questo chiunque avrebbe potuto capirlo aldilà delle sue pungenti parole.

<<Ne ho visti di ragazzi stupidi ed egocentrici ma lui...lui davvero è riuscito a posizionarsi in vetta alla classifica!>> urlò aprendo entrambe le braccia appena incrociate, a ventaglio, in un gesto esasperato.

<<Si può sapere a chi ti stai riferendo?>> chiese Denise cercando di inseguire in quella danza folle la figlia.

<<A quello scimmione pervertito, ottuso e senza la benché minima conoscenza di cosa sia il tatto!>> urlò lei per risposta, portandosi una mano alla testa per poi allontanarla rapidamente. Come se non potessero esserci dubbi in proposito.

<<Pervertito?>> chiese la donna tirando leggermente indietro il capo. Contrariata e sorpresa forse.

Teresa sbuffò spostando con un soffio una ciocca di capelli finitale davanti agli occhi lampeggianti d'ira. Ripensando nuovamente a quel sorriso le si smorzava il respiro. Detestabile e sensuale, impreziosito da immensa bellezza peccaminosa e guastato da tanta compiacenza per la propria persona.

<<Giuro che se riprova anche una sola volta ad allungare le mani io...>> si spense sopprimendo dentro di se ogni istinto omicida.

La madre ancora una volta sgranò gli occhi e invertendo la marcia aspettò che la figlia le si parasse di fronte per bloccarla con entrambe le mani strette alle sue spalle esili.

<<Cosa ha osato farti?>> chiese preoccupata in cerca di una risposta rassicurante nel viso imbronciato di sua figlia.

Teresa spezzó quella presa con agilità riprendendo il suo giro ripetitivo e nervoso.

<<Mi ha abbracciata!>> ruggì in un'espressione che cercava di mostrarsi disgustata. A tradirla però c'era quel caratteristico rossore di chi ricorda momenti imbarazzanti che hanno lasciato un segno seppur piccolo nel cuore.

<<Stavo per cadere quando lui mi ha presa per i fianchi e...>>

<<Aspetta...>> la interruppe la donna riposizionandosi nuovamente di fronte a lei e bloccandola con un gesto della mano portata in avanti.

Teresa guardò stranita prima il palmo della madre che le era vicinissimo al viso e poi il suo sguardo sospettoso.

<<Ti ha abbracciata per evitare che tu cadessi?>> chiese quella alzando un sopracciglio in attesa di risposta.

<<Sì...cioè forse; il punto è...>>

<<Il punto è che non riesci più a distinguere un gesto altruista e cortese da uno che non lo è affatto!>>la rimproverò con fare autoritario, interrompendola.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora