QUINDICESIMO CAPITOLO:

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Teresa si alzò dal letto sentendo le gambe terribilmente pesanti.

Il suo corpo era diventato un ammasso debole e fragile proprio come la sua mente.

Aveva provato a dormire per recuperare il sonno perduto negli ultimi giorni ma senza successo, i suoi pensieri erano vortici interminabili di sensi di colpa e tormenti, nulla che potesse permetterle di riposare dolcemente.

Durante tutto il tempo che aveva passato isolata nella propria stanza aveva avuto molto a cui pensare.

Il sogno di giorni prima, l'incubo in cui si era trasformato, probabilmente era un amaro e beffardo avvertimento a ciò che le sarebbe successo, a ciò che lei stessa avrebbe compiuto.

Guardando il soffitto bianco sorprese un minuscolo ragno che zampettava da un angolo all'altro.

Dimitri era stato come lui, aveva tessuto per necessità o per istinto la sua ragnatela e lei vi era finita dentro, malgrado ci fosse stato chi l'avesse avvertita andando persino contro i propri affetti familiari.

Aveva saputo per sua madre che Basil aveva chiesto più e più volte di lei per tutto il resto della giornata, ormai il sole stava tramontando e con lui probabilmente anche la voglia di rivederla.

Non aveva ne bisogno ne il coraggio di spingersi tanto oltre. Non poteva affrontarlo dopo ciò che era successo la sera dell'appuntamento. Aveva guastato la propria immagine già con uno dei fratelli, non avrebbe avuto senso ripetere il tutto con il secondo.

Portandosi una mano sulla fronte scacciò via alcuni capelli sottilissimi finitigli davanti al viso.

Aveva sentito suo padre ore prima, probabilmente l'indomani sarebbe tornato a casa. Malgrado l'immenso sforzo che aveva fatto per accontentarla Teresa non si sentiva per niente soddisfatta.

Era strano dirlo, difficile da credere persino per lei, ma quei due gemelli le sarebbero mancati malgrado tutto. In soli pochi giorni erano stati capaci di far breccia nella sua vita, sconvolgerla e andarsene portandosi un pezzo dietro.

Girandosi completamente su di un lato guardò il solito orologio rosa fermo sul comodino.

Ormai era quasi ora di cena, il suo stomaco finalmente dava segni di vita e reclamava il giusto nutrimento mancato nei giorni precedenti.

Alzandosi con una stanchezza infinita Teresa indossò le ciabatte morbide e leggere.

Trascinandosi fino alla porta scese lentamente le scale guardando attentamente ogni singolo gradino.

Si sentiva davvero uno schifo, ma nulla sarebbe cambiato, ormai il danno era stato fatto, non si poteva più tornare indietro.

Affacciandosi in cucina trovò estremamente strano vederla buia e completamente sgombra, persino il salotto e le rimanenti stanze sembravano deserte.

Che sua madre fosse fuori con Leo?

Era sicura che nessuno fosse uscito di casa ma probabilmente lo stato in cui si trovava doveva averle intorpidito persino i cinque sensi.

Aprendo il frigo sbuffò nel trovarlo vuoto.

Probabilmente era quello il motivo per cui nessuno si trovava a casa, dovevano essere andati insieme a fare la spesa.

Avvicinandosi al lavandino aprì il rubinetto per riempire un bicchiere in vetro appena preso dal piccolo mobiletto lì vicino.

Sentiva la gola secca pizzicarle, un po' d'acqua avrebbe aiutato a ridurre il fastidio.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora