DICIASETTESIMO CAPITOLO:

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Teresa socchiuse gli occhi cercando di non sentirli pizzicare. Mantenendo una mano davanti ad essi lasciò che la forte luce bianca diminuisse gradualmente.

<<Benvenuta nel mio regno>> mormorò dolcemente Basil, liberandola dal confortevole abbraccio che per tutto il viaggio l'aveva protetta.

Le sue ali si spiegarono lentamente strisciandole accanto.

Teresa si voltò cercando di mantenere i nervi ben saldi.

Non poteva ribellarsi in nessun modo a tutto quello, alla fine scegliere di vivere per un tempo tanto lungo con un perfetto sconosciuto era l'unica alternativa che poteva concedersi. Non avrebbe mai rischiato di mettere a repentaglio la sicurezza dei propri familiari o amici, se avesse trovato un po' di coraggio probabilmente si sarebbe tolta la vita ma sapere che qualcun altro avrebbe preso comunque il suo posto le faceva male, non era giusto venire strappati dalla propria famiglia in un modo tanto brusco, anche se i ricordi tolti avrebbero reso tutto più facile e indolore. Per il bene degli altri lei avrebbe dovuto soffrire. Lo aveva capito nell'esatto istante in cui Basil aveva deciso di portarla via con se.

Guardandosi attentamente intorno restò ancora una volta incantata, incapace di credere che i suoi occhi si trovavano realmente davanti a tanta meraviglia.

Esattamente come nel suo sogno. Un enorme castello bianco affiancato ai lati più lunghi da due torri. Stupende, in perfetto stile gotico proprio come ricordava, dalle tegole blu simili a scaglie e perfettamente abbinate al portone in legno del medesimo colore.

<<Sembra quasi un sogno.>> mormorò sicura invece di stare vivendo la realtà, una realtà alquanto diversa da quella che aveva sempre avuto modo di apprendere, una realtà che avrebbe dovuto imparare ad accettare con il tempo, per rispetto e amore di chi le aveva sempre voluto bene.

Voltandosi nuovamente, questa volta però verso Basil, gli sorrise leggermente grattandosi appena il braccio sinistro.

Il ragazzo le si avvicinò sfiorandole con le dita il viso fresco e pallido.

<<Anche se al momento capisco che sarà difficile da accettare, puoi considerare tutto questo come tuo.>> la informò delicato come quel contatto.

Teresa ancora una volta annuì abbozzando un sorriso.

Non voleva offendere Basil, ne dimostrarsi ingrata per l'aiuto che gli stava donando ma era pur vero che se non fosse stato per lui a quest'ora lei sarebbe rimasta lì, nel posto che aveva sempre e solo voluto, con le persone che amava e che ricambiavano quel suo amore. L'unico che riusciva realmente a definire casa.

Lui continuò ad osservarla addolcendo il suo sguardo più di quanto già non avesse fatto.

I suoi occhi oceanici erano più eleganti e affascinanti del solito, talmente profondi che Teresa trovò tremendamente scomodo continuare a fissarli.

<<Chi sono le persone che si trovano qui?>> chiese allontanandosi leggermente in cerca dei propri spazi.

Basil sospirò senza mostrarsi dispiaciuto. Sapeva cosa al momento stesse provando la Prescelta, non aveva intenzione di sforzare qualcosa che meritava tanta fatica e impegno per essere accettata.

<<Sono le anime dei mortali.>> spiegò rapidamente indicando un gruppo di fanciulle dalla veste bianca a pochi metri da loro.

<<Il compito di noi sovrani non è solo quello di portarvi sulla corretta o scorretta via, ma di prenderci cura di voi anche dopo la morte, il regno che vedi, come quello di Dimitri del resto, funge da casa per tutte le anime che lasciano un corpo terreno nell'esatto istante in cui esso si spegne. Quelle che troverai qui sono le anime di coloro che in vita si sono sempre prodigati per gli altri e per ciò che ritenevano giusto.>> terminò abbassando finalmente il suo sguardo.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora