TRENTACINQUESIMO CAPITOLO:

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Tornò poco dopo, quando Teresa si era asciugata i capelli e vestita con un pantaloncino e una maglia decisamente di due taglie più grandi della sua.

Dimitri si prese qualche secondo per osservarla. Quell'abbinamento era assurdo e la faceva sembrare quasi una bambina in procinto di vedere una partita di hockey con la maglia della sua squadra preferita. Le mancavano soltanto un paio di codine e forse avrebbe potuto scambiarsi davvero con l'immagine che le era saltata in testa. Gli sfuggì un risolino che Teresa intercettò alzando la testa interrogativa. L'aveva trovata seduta sul letto con le braccia incrociate come se fosse stata messa in punizione. La sua faccia imbronciata era stata esilarante ed era sicuro fosse merito delle sue provocazioni.

<<Dobbiamo seriamente trovare dei vestiti più adatti a te>> commentò lui chiudendosi in un sorriso la porta alle spalle. Era così rilassante passare il tempo in sua compagnia che aveva lasciato tutte le carte della sua scrivania ad accumularsi alle altre in arrivo. Non aveva voglia di restare chiuso in una stanza in disparte. Da quando c'era Teresa restare da solo aveva incominciato a pesargli più di quanto non avessero fatto decenni di totale solitudine. Era strano ma sentiva una voglia infrenabile di vederla, di poter sentire il suono della sua voce, di sfiorarla o starle semplicemente vicino e questo lo confondeva anche se ormai non riusciva a non volerlo. Controllarsi con lei era quasi impossibile, dal loro primo incontro era stato così.

<<Non sapevo se mi era permesso usarli ma ho preso questi dall'armadio >> disse lei imbarazzata, indicando il mobile con il dito e arrossendo appena. Sapeva benissimo che i vestiti che stava indossando erano quelli del Re e questo la rendeva nervosa. Dimitri sorrise ancora e si avvicinò a lei sfiorandole il naso con un dito. Avevano dormito abbracciati, avevano fatto tante di quelle sciocchezze che chiunque al suo posto si sarebbe preso tranquillamente quelle confidenze senza farsi alcun problema ma non lei, era sempre così impacciata e incerta quando si trattava di sconfinare nella vita di un'altra persona il ché era davvero buffo. Era un lato di lei che gli piaceva, non era la solita ragazzina invadente con cui aveva voglia di andare a letto e basta.

<<Vieni con me!>> le aveva sussurrato sorridendo, trascinandola per mano fuori da quella che ormai si poteva definire la loro stanza.

Teresa non aveva osato opporsi, si sentiva troppo imbarazzata da tutti quegli avvenimenti che in poco tempo avevano riempito la sua mente, si erano accavallati gli uni agli altri con tanta rapidità che si sentiva quasi bloccata e incapace di scegliere cosa fare.

Forse la scelta giusta era proprio il non fare niente e aspettare che il tempo le schiarisse con il suo trascorrere quel garbuglio di incertezza. Realizzò questo soltanto quando Dimitri si era finalmente fermato davanti ad una porta troppo bassa per lui e di un'appariscente colore viola.

Non avevano camminato molto quindi non era distante dal punto in cui si erano allontanati eppure Teresa non ricordava di averla notata prima.

<<Era la stanza in cui Rosmarie metteva le sue cose.>> precisò Dimitri voltandosi solo in quel momento a guardarla. Teresa aveva annuito non capendo comunque il perché si trovassero lì in quel momento.

<<Puoi scegliere tra i vestiti che le domestiche non hanno ancora gettato via qualcosa di più elegante.>> le propose il ragazzo aprendo finalmente la porta e lasciandola entrare.

Teresa sorrise alzando un sopracciglio. Quella era la cabina armadio più grande che avesse mai visto, sembrava di essere in un negozio invece che in una banale stanza, c'era persino una sorta di spogliatoio con tendina e specchio incorporati.

<<Dubito che riuscirò a trovare qualcosa capace di coprirmi>> confessò in una mezza risata mostrando a Dimitri un top davvero molto appariscente e decisamente troppo scollato per lei.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora