TRENTADUESIMO CAPITOLO:

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Il freddo era particolarmente pungente quella mattina. Teresa rabbrividì al fianco di Arthur mentre passeggiavano per un lungo corridoio verso una meta a lei sconosciuta.

<<Sei preoccupata?>> le aveva chiesto gentilmente lui abbozzando un sorriso. La torcia che reggeva in mano illuminava soltanto una metà di entrambi.

<<Non adoro le visite improvvise.>> aveva nervosamente confessato lei, avvolgendosi meglio nella cappa di flanella blu che il medico le aveva recapitato insieme al cambio di vestiti.

Dimitri era stato molto vago nel suo biglietto, la mattina al suo risveglio era già scomparso, cosa che non aveva meravigliato particolarmente Teresa, ma sulla coperta che si era preoccupato di poggiarle addosso durante il suo sonno improvviso, aveva trovato un pezzo di carta strappato chissà da dove, con cui l'aveva semplicemente informata che il giorno dopo avrebbero incontrato insieme Basil. Al suo tentativo di ricevere informazioni più precise dal giovane medico, quello l'aveva liquidata velocemente con la scusa di una sorpresa. Teresa aveva rabbrividito solo al pensiero. In tutto cuore sperava che non avessero in serbo per lei gli stessi eventi imprevedibili che era solita organizzarle sua madre Denise.

Giunti davanti ad un enorme e pesante portone in ferro battuto Arthur le consegnò la torcia che fino ad allora aveva stretto fra le mani, così da poter aprire meglio le due ante. Il suo abbigliamento sobrio e in pieno stile medievale le aveva fatto intuire che dopo averla accompagnata nel luogo dell'appuntamento, avrebbe sfruttato l'intera giornata a suo piacimento, così come le aveva più volte consigliato lei. Questo inoltre spiegava anche l'assenza del piccolo ma vivace Oliver che aveva reso quella mattina fin troppo silenziosa.

<<Siamo arrivati.>> aveva esclamato il ragazzo lasciandola entrare in una immensa sala dall'aspetto troppo poco rassicurante. Un enorme camino in calda pietra color sabbia riscaldava l'intero ambiente. Alcune statue di angeli in miniatura erano state posizionate da mani esperte ad ogni angolo del ripiano più alto impreziosendolo di un elegante tocco artistico.

Armi di ogni genere invece erano appese ovunque, mentre armature vuote ma di un lucente argento si stagliavano in diversi punti strategici della sala, reggendo ognuna una lancia dal profilo e dalle decorazioni differenti.

<<Bene arrivati.>> mormorò un ragazzo dalla folta chioma rossa andando loro in contro. Il suo sorriso sembrava tutt'altro che sincero. Indossava un'appariscente armatura nera, un coprispalla in cuoio simile a quello di un gladiatore e diverse armi allacciate saldamente alla cintura stretta alla vita.

<<Tu devi essere la famosa Prescelta!>> aveva infine aggiunto, lasciando che i suoi occhi di un verde tendente al giallo studiassero ogni centimetro del suo corpo con malizia. Teresa aveva indietreggiato mostrandosi infastidita da simili attenzioni. C'era qualcosa in quel ragazzo che non le piaceva per niente. Poteva avere giù di lì una ventina di anni ma il suo sguardo e il modo in cui si muoveva lasciavano supporre che fosse fin troppo furbo e scaltro, quasi come una vecchia volpe.

<<Dove si trova il nostro Re?>> intervenne rapido Arthur posizionando la Prescelta dietro di sé con finta ingenuità. Probabilmente neanche lui nutriva fiducia nei confronti di quell'individuo che tuttavia sembrava conoscere bene.

Il rosso sola allora gli mostrò l'ennesimo finto sorriso richiamando l'attenzione di un secondo uomo nella sala che fino ad allora né lei né Arthur avevano notato.

<<Sua maestà aveva delle questioni più urgenti che hanno richiesto la sua personale presenza altrove. Ci ha espressamente ordinato di intrattenere la ragazza fino al suo arrivo>> aveva così terminato lasciando che i suoi occhi luccicassero con più intensità sotto i giochi di luci e ombre dettate dalle fiamme del camino. Il secondo estraneo poggiò rapido una mano sull'impugnatura della spada che teneva allacciata al fianco destro, mostrandosi pronto e decisamente intenzionato ad usarla in caso di rifiuto. I suoi capelli divisi in ciocche più chiare di altre, erano legati in una misera treccia che, insieme all'aspetto e alle cicatrici sul volto, lo rendevano simile ad un vichingo.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora