QUATTORDICESIMO CAPITOLO:

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Erano passati due giorni dall'appuntamento con Dimitri e Teresa si era segregata in casa senza dar segno di volerne uscire. Ancora una volta si trovava a combattere gli stessi sentimenti contrastanti, ancora una volta a causa sua.

Come poteva un perfetto sconosciuto recare tanto dispiacere in pochissimi attimi?

Quello sarebbe stato l'ultimo giorno di fiera; l'ultimo giorno che Dimitri e Basil avrebbero passato nel suo paese per poi scomparire per chissà quanto tempo. Avrebbe tanto voluto poterli salutare; parlare con Dimitri e urlargli in faccia tutto ciò che fin' ora aveva tenuto dentro, rabbia, desiderio, odio , passione. Purtroppo però non riusciva a trovare il coraggio nemmeno per poterlo guardare in faccia, ogni volta immaginava il disgusto che avrebbe provato nel vederla, era ormai sicura di averlo perso definitivamente e che la propria immagine fosse stata oscurata da qualcosa che in realtà non era mai stata.

Ripensando a quel bacio il viso innocente di Basil le compariva davanti senza preavviso. Si ritrovava preda della confusione e soprattutto con un martellante senso di colpa.

Come si può gestire tale affetto per due persone che non hanno niente in comune?

Questa unica domanda la tormentava senza darle l'occasione di trovare una giusta risposta.

Pensando nuovamente allo sguardo nauseato di Dimitri si raggomitolò su se stessa nel suo piccolo letto, stringendo a se un minuscolo cuscino rosa.

Avrebbe voluto piangere ma nei giorni precedenti aveva esaurito tutte le lacrime; ormai le era rimasto soltanto l'auto commiserazione per essere incapace di affrontare una scelta.

Una scelta che vacillava terribilmente tra ragione e sentimento.

Stava per addormentarsi tra le carezze del vento che entrava indisturbato dalla finestra completamente spalancata, quando sentì bussare tre volte alla porta.

<<Teresa, sono Leo...posso entrare?>> la voce di suo fratello era supplichevole; sia lui che sua madre erano seriamente preoccupati per il suo isolamento.

Ma purtroppo Teresa non riusciva più a fingere, le maschere che aveva sempre portato fin da piccola per difendere le persone a lei vicine ormai erano crollate, devastate dal buio dei suoi occhi. Non aveva voglia di vedere nessuno, non si era mossa dalla sua stanza per tutto il tempo, nemmeno per mangiare, il senso di colpa aveva portato il suo stomaco a rifiutare qualsiasi alimento.

<<Cosa vuoi?>> mormorò svogliatamente da dietro il suo cuscino rosa.

<<Parlare...e consegnarti una cosa...>> rispose il fratello cercando di essere il più convincente possibile.

Teresa lo sentì poggiare la testa alla porta in legno, un rumore sospetto di carta regalo stretta tra le mani la fece quasi sorridere.

<<Dai...entra...>> gli ordinò con malinconia.

Il ragazzo alto quasi il doppio di lei entrò portandosi dietro un piccolo pacchetto meticolosamente decorato con un grosso fiocco azzurro al centro.

I suoi occhi scuri e le lentiggini sparse un po' ovunque lo rendevano più infantile del dovuto.

<<Buon compleanno testona!>> bisbigliò sedendole accanto e consegnandole per prima il pacchetto con un affettuoso sorriso.

Teresa scosse la testa tirandosi su con fatica. Si sentiva debole e fragile persino per compiere un gesto come quello.

Aprì la scatola con estrema lentezza e non curanza, quando però scorse nella scatolina una magnifica collana le ritornò un debole sorriso sulle labbra. La catenina argentea lasciava pendere un ciondolo ricavato da una conchiglia vera, dalle mille sfumature color pesca accentuate da piccole striature notevolmente più scure.

<<È bellissima!>> mormorò costatandone con le dita la levigata superfice.

<<Prova a guardare un po' all'interno>> le suggerì Leo spostandosi un fastidiosissimo ciuffo biondo finitogli davanti agli occhi.

Teresa ubbidì leggermente scettica prestando massima attenzione nell' individuare una qualsiasi particolarità.

Ruotando la piccola conchiglia notò un piccolo fiocco di neve sempre in argento, racchiuso elegantemente nella conca lattea.

<<Quando l'ho vista ho pensato a te...in fondo tu non sei quella che ama sia l'inverno che l'estate?>> chiese lui affettuosamente legandole il ciondolo al collo.

Teresa non riuscì nemmeno a ringraziarlo, lo guardò semplicemente con gli occhi lucidi per poi lanciarsi in un abbraccio strettissimo.

Se c'era qualcuno in grado di tirarle su il morale quello era senz'altro suo fratello.

Dopo giorni persino un semplice gesto di affetto come quello risultava più prezioso di un'ancora di salvezza.

<<Quando stavo tornando a casa un ragazzo vicino alla bancarella del vecchio Bob mi ha detto di consegnarti questa... >> mormorò ancora leggermente titubante, come se non sapesse se ciò che stava facendo avrebbe peggiorato o migliorato la giornata a sua sorella.

La busta ingiallita dal tempo era sigillata al centro dell'apertura da una piccola quantità di ceralacca rossa, Teresa la prese dalle mani di Leo nascondendo una smorfia infastidita.

Era davvero carina, decisamente affine ai suoi gusti leggermente classici e propensi ad accettare l'antico, la rigirò fra le mani esitando ad aprirla non solo per paura di rovinarla ma per aver saputo da dove provenisse.

<<Immagino tu voglia rimanere da sola ora più che mai>> mormorò il fratello comprensivo, Teresa lo adorava anche per questo, riusciva a capirla senza alcuna parola, semplicemente con uno sguardo.

Non appena la porta si chiuse alle sue spalle Teresa riportò la propria attenzione a ciò che reggeva in mano.

Staccò con cautela la ceralacca rossa dal centro per estrarre fuori un foglio bianco piegato perfettamente.

Aprendolo completamente studiò attentamente la calligrafia elegante e leggibile.

Basil!

<< "Cara Teresa,

Volevo innanzitutto farti i miei migliori auguri, so grazie a tua madre che oggi è il tuo sedicesimo compleanno, spero con tutto il mio cuore che tu possa trascorrerlo al meglio.

Sono successe molte cose dall'ultima volta in cui abbiamo avuto modo di vederci vicino alla ruota panoramica, Dimitri è tornato di malumore a casa quella sera, mi auguro vivamente che non ti abbia fatto niente di grave e che il motivo che ti ha spinto a restare a casa per tutto questo tempo non abbia nulla a che fare con lui.

Come ben sai questa sarà la nostra ultima notte qui in paese, domani all'alba saremo già in viaggio per ritornare a casa.

So che è estremamente scortese chiederti qualcosa in un giorno in cui dovresti soltanto ricevere ma vorrei tanto vederti un'ultima volta.

Sei una ragazza speciale e la tua presenza ha saputo rendere questi giorni più piacevoli del previsto.

Spero tu possa accontentarmi.

Basil." >>

Teresa si lasciò cadere sul suo comodo letto lasciando che la lettera le scivolasse di mano per essere accolta dal freddo pavimento in parquet.

Da ciò che Basil aveva scritto nella lettera l'ultima volta in cui si erano visti era stato vicino alla ruota panoramica, quando poco distante Dimitri la stava aspettando.

I suoi occhi gelidi, il senso di dispiacere che erano riusciti a trasmetterle, tutto di ciò che aveva creduto di vedere quella sera aldilà delle braccia del gemello era stato soltanto frutto della sua immaginazione, stravolta dai sensi di colpa per aver ceduto tanto facilmente ad un fascino crudele anziché ad un cuore gentile.

Asciugandosi una lacrima tiepida e minuscola che con sorpresa le stava rigando il viso, guardò un'ultima volta la supplichevole richiesta di Basil messa su carta.

Ancora una volta avrebbe dovuto scegliere che strada seguire, quella dettata dalle regole della ragione o quella tormentata dal desiderio irrazionale e doloroso.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora