VENTICINQUESIMO CAPITOLO:

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Teresa aprì gli occhi lentamente scoprendo con una smorfia un fastidiosissimo e forte mal di testa.
Si passò più volte la mano sulla fronte come a voler scacciare scioccamente con quel singolo gesto tutto il dolore che le stava impedendo di realizzare dove si trovasse in quel momento.
Si guardò intorno con aria incerta, non ricordava come avesse fatto ad arrivare in quella stanza e questo la faceva star male ancor più dell'improvvisa emicrania. Fece per alzarsi dal soffice letto in cui si trovava distesa ma il suo corpo specialmente in prossimità delle spalle era diventato più pesante del previsto. Si voltò lentamente sentendo il mal di testa affievolirsi e la paura lentamente strisciarle dalle viscere fino al cuore. Due ali nere, immense e visibilmente robuste, innaturali sul suo corpo ma pur sempre bellissime. Le osservò a lungo per poi vederle sparire dietro uno spesso velo di lacrime. Che mostro era diventata? Ricordava a fatica ma con orrore ciò che aveva fatto a Rosmerie e il senso di colpa e la preoccupazione la stavano divorando rapidamente. Puntò il suo sguardo sulle braccia, alcune gocce di sangue ancora le macchiavano la pelle marmorea. Prese a grattarle via in un gesto sfrenato e isterico fino a sentire entrambi gli arti pizzicarle e farsi pieni di piccole ferite.
Ripensò ancora all'immagine di se stessa tramutata in mostro. Rabbrividí all'idea di saperla nascosta dentro di sé. Non poteva esserne certa e non sapeva molto di quel mondo ma era sicura che Kanaen nello studio di Basil si stesse riferendo proprio a questo. Era quello il male dentro di lei, in forma del tutto concreta. Strinse in un pugno le lenzuola rosse sotto di sé. Aveva distrattamente notato che c'era qualcosa di strano negli arredi di quella stanza, troppo cupi e scuri per i gusti delicati del suo Re ma la sua mente era troppo impegnata a rimproverarsi per notare davvero quell'apparente insignificante dettaglio. La porta alla sua destra si aprì all'improvviso con foga lasciando che la figura slanciata e possente di Dimitri apparisse sull'uscio. Aveva qualche pagliuzza dorata negli occhi che portavano a dedurre  quanto fresca e non del tutto sbollita  fosse la sua ira. Asciugandosi le guance bagnate con le mani, scese dal letto barcollando appena per il nuovo peso delle ali.
Nonostante il suo intento nell'avvicinarsi Dimitri fu più veloce di lei tanto da raggiungerla e costringerla a sedere nuovamente a letto.
<<Hai perso molte forze>> le spiegò con calma.
<< Il tuo organismo non era ancora pronto per quello che è successo ieri notte>> continuò guardandola dritta negli occhi.
Teresa scosse la testa sentendo le lacrime cercare di uscire ancora. Non era quello ciò che aveva bisogno di sentire.
<<Come sta Rosmerie?>> chiese subito con la voce e le lebbra tremanti.
Ricordare il simbolo distintivo della Prescelta del male fra le sue mani, le fece contorcere lo stomaco tanto da indurla alla nausea.
Dimitri si sedette accanto a lei. Sembrava quasi guardarla con dispiacere. Qualcosa di raro in un essere nato per preferire quel genere di male ma Teresa era sicura di non meritarsi affatto niente del genere.
<< È ancora in vita se è questo che vuoi sapere>> la informò con un'innaturale calma il ragazzo.
Teresa si morse il labbro mentre con le mani strinse le ginocchia bianche.
<< Le ferite erano troppo profonde per qualsiasi tipo di rimedio e l'unico modo per salvarla è stato rinunciare al posto da Prescelta e ritornare nel mondo dei vivi da semplice umana>> completò Dimitri aggiustandole una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Teresa sussultò e si ritrasse spaventata. Si sarebbe aspettata uno schiaffo, una presa ferrea intorno alla sua gola o parole dure e pungenti contro di lei per aver costretto il Re del male a rinunciare alla sua desiderata Prescelta. Eppure niente di quello che aveva immaginato era successo.
Quell'atteggiamento di apparente tranquillità e dolcezza era capace di mandarla in frantumi ancor più del peso delle sue azioni.
Prese un lungo respiro pronta a porgere l'ultima domanda che l'avrebbe per sempre schiacciata sotto il peso del rimorso. Doveva sapere.
<<Qual è stato il prezzo da pagare?>> chiese con il cuore ad agitarsi in petto. Sapeva che per ritornare alla sua vita Rosmerie doveva aver rinunciato a qualcosa per lei importante.
Dimitri sospirò guardandola dritta negli occhi. Non capiva perché volesse da sola ferirsi fino a quel punto. Rendersi conto che vederla così fragile in quel momento lo stava lentamente consumando sembrava anche peggio. Era avvezzo a pratiche del tutto discutibili che sfociavano spesso nella tortura su esseri umani macchiati dal più nero dei mali. Teresa si era sporcata volontariamente di uno di questi donandogli l'occasione perfetta per portare anche lei nella stessa camera in cui si era divertito a seviziare la stessa Rosmerie. Eppure l'idea di lei al posto della bionda non gli procurava alcun genere di piacere. Anzi sembrava disgustarlo oltremodo. La guardò ancora irrigidirsi per l'attesa. Anche in lacrime riusciva a lasciargli pensare che fosse bellissima.
Era strano ammetterlo e accettarlo ma lei in quel momento era la sua stanza delle torture. Il suo dolore stava diventando il proprio mostrando una debolezza che Dimitri non si sentiva ancora pronto ad accettare ma che presto avrebbe dovuto rivelare proprio a colei che stava per distruggere.
Alzandosi dal letto le diede le spalle incapace di guardarla negli occhi. Non si sarebbe mai perdonato per quello che stava facendo.
<<I suoi genitori>> affermò con freddezza.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora