DECIMO CAPITOLO:

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Il giorno seguente come al solito Teresa si svegliò nel suo comodo letto verso tarda mattinata. Sua madre era in piedi già da un po' mentre suo fratello doveva essersi alzato da poco dato che poteva benissimo udire le sue lamentele sulla colazione.

Con gli occhi ancora socchiusi scese le scale barcollando con l'intendo di dirigersi in cucina. Rapida salutò la madre con la voce impastata dal sonno.

<<Buon giorno>> borbottò tra uno sbadiglio che a stento era riuscita a coprire con la mano.

Sua fratello la guardò dall' altro lato della stanza e le sorrise mentre veloce afferrava una mela dal centro tavola e la portava alla bocca.

Aggiustandosi la tracolla sulla spalla le si avvicinò cordiale dandole un bacio sulla fronte.

<<Ben svegliata dormigliona!>> la schernì sorpassandola e uscendo di casa.

Teresa sentì la porta all'ingresso chiudersi con un rumore metallico.

Si portò una mano nel punto in cui suo fratello le aveva stampato il bacio e levò via quella poca saliva che involontariamente le aveva lasciato.

Strisciò i piedi fino al piano bar e sedutasi sulla sedia più vicina poggiò la testa sul marmo fresco.

Si sentiva peggio di uno zombie.

<<Ben svegliata tesoro! Dormito bene?>> le chiese la madre voltandosi appena nel lato opposto ai fornelli.

La colazione del giorno prevedeva spremuta di pompelmo e biscotti con mirtilli.

Teresa arricciò il naso infastidita. Anche lei come il fratello detestava quei succosi frutti rossi.

<<A meraviglia!>> mentì stropicciandosi gli occhi con una mano.

Non poteva di certo confessare a sua madre di essersi ridotta in quello stato per aver seguito quel pazzo di Dimitri e quindi aver disubbidito per l'ennesima volta al suo ordine di non uscire.

Lei si sarebbe soltanto alterata ancora di più e le sue già piccole speranze di convincerla a scontarle giorni di reclusione sarebbero sfumate come se nulla fosse.

Cercando di dimostrarsi meno esausta del dovuto le si avvicinò in cerca dello zucchero.

Adorava il succo di pompelmo esageratamente dolce.

La donna la guardò con i suoi occhi di falco facendola trasalire.

Le sue labbra carnose e rosse erano state schiacciate all'interno della bocca in una linea dritta e sottile.

C'era decisamente qualcosa che non andava.

<<Teresa, dobbiamo parlare...>> annunciò chiudendo ad uno ad uno i fornelli e strisciando in un gesto compulsivo le mani sul grembiule.

Teresa a stento riuscì a tenere stretto il barattolo in ceramica che reggeva fra le mani per quanto fossero sudate.

Non c'erano dubbi.

Lei sapeva.

Seguendo la madre che si era accomodata sulla sedia accanto a quella da cui da poco si era alzata, posò il contenitore ormai tiepido sul marmo.

La scritta "Sugar" dipinta a mano con un caldo arancio divenne in un attimo l'unico punto da poter fissare.

Non riusciva a sopportare che la madre le leggesse dentro.

Quegli occhi color nocciola se puntati nei suoi sarebbero stati capaci di mortificarla più di quanto già non lo fosse.

Evitandoli avrebbe fatto si che la sua condanna arrivasse in un colpo secco e indolore.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora