DICIANNOVESIMO CAPITOLO:

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Sentendo la porta aprirsi con un leggero scatto della serratura, Teresa sollevò con fatica le palpebre.

Non vedeva quasi nulla, le luci erano diventate decisamente meno intense e le ombre più numerose. Sedendosi sul letto dalla trapunta morbida e fresca si stropicciò gli occhi cercando di non sembrare più assonnata del dovuto. Stranamente dormire invece che rilassarla le aveva messo addosso un'insolita stanchezza.

<<Mia signora>> mormorarono all'unisono le due gemelle di ore prima, inchinandosi appena all'entrata della stanza.

Le loro tuniche semplici e di un azzurro tenue sfiorarono terra delicatamente, erano perfettamente abbinate ai nastri abilmente intrecciati tra i capelli chiari.

Teresa arricciò il naso annuendo con la testa.

Sentirsi chiamare in quel modo la metteva veramente a disagio. Avrebbe voluto chiedere ad entrambe di smetterla ma aveva il timore di offenderle o sembrare scortese.

Presero comunque quell'annuire come un invito ad entrare, quando chiusero la porta alle spalle lo fecero con grazia.

Guardandole muoversi per la stanza in silenzio Teresa sentì un brivido gelido attraversarle la schiena.

Erano giovanissime, trovarle lì, in un posto nato per accogliere le anime dei defunti, le metteva addosso un'angoscia opprimente.

Tossendo appena si sistemò meglio i pantaloni larghi di cotone che stava indossando.

Erano un po' stropicciati e leggermente sporchi di terra, quando aveva corso per raggiungere Basil a Cryland non aveva fatto caso a quante volte avesse urtato questa o quella pianta. Probabilmente il suo aspetto non era dei migliori.

Aspettando che le due estranee finissero di sistemare alcune calle all'interno del vaso in ceramica blu, Teresa pensò al modo più opportuno per riuscire a parlare con loro.

La ragazza dai lunghi capelli rossi, Sabrina, le aveva assicurato che nel pomeriggio avrebbe fatto ritorno per condurla a darsi una rinfrescata, forse le due gemelle erano lì per sostituirla.

Guardandole avvicinarsi sorrise leggermente impacciata.

Non che le fosse sempre risultato difficile socializzare ma trovava più piacevole e semplice interloquire con un pubblico più adulto.

Le due risero illuminando i loro enormi occhi grigi. Questo la fece sentire meno stupida e allo stesso tempo le diede un po' più i coraggio.

<<Ciao>> mormorò Teresa cercando di smettere di giocare con la stoffa dei propri pantaloni.

Quelle si guardarono a vicenda leggermente stupite.

<<Ciao!>> esclamarono in una risata amichevole, avvicinandosi a lei.

Si capiva lontano un miglio che avevano voglia di esprimere la loro vivacità ma qualcosa sembrava frenarle.

<<Mi chiamo Teresa Amnison...>> mormorò la ragazza alzandosi dal letto e tenendo ben teso il braccio davanti a se.

<<Suppongo sappiate già il mio nome, ma ci tenevo comunque a presentarmi personalmente>> concluse in un secondo colpo di tosse.

Sì pentì quasi subito dell'inizio di quella frase. Non voleva dare l'impressione di essere una ragazza eccentrica e vanitosa ma senza volerlo aveva lasciato che le sue parole assumessero un significato ben diverso da quello che aveva immaginato.

In fondo Sabrina l'aveva chiamata per nome senza che lei avesse avuto modo di rivelarglielo in alcun modo, supporre che anche le gemelle conoscessero le sue generalità era stata pura deduzione.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora