QUARANTATREESIMO CAPITOLO:

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Era tutto nero intorno a lei, sentiva freddo e inspiegabilmente il calore dell'incendio che divampava era diventato un lontano ricordo. Si guardò in cerca di Dimitri e Basil e si stupì ulteriormente nel trovarsi totalmente da sola in quel mare d'inchiostro.

La testa prese a pulsarle intensamente senza preavviso e il dolore che percepì distintamente la obbligò a inginocchiarsi. Premette le mani sulle tempie con la vana speranza di ricacciare indietro quel dolore.

Erano diventati più frequenti quegli strani e inspiegabili malori ma mai come allora avevano avuto su di lei un effetto così devastante. Riaprì gli occhi che non ricordava nemmeno di aver chiuso e si ritrovò ancora in quel limbo d'ombra, questa volta però non era più sola.

Si rialzò tra il dolore e cercò di indietreggiare. La stessa figura che le era apparsa durante l'incidente con Rosmarie era lì e come la prima volta la studiava divertita. Ancora riconobbe se stessa in lei e rabbrividì nel costatare quanti dettagli le ricordassero la sua immagine riflessa allo specchio e quanti invece erano stati totalmente stravolti.

<<Stai lontano da me!>> urlò cercando di ignorare il dolore. Sapeva a stento cosa fosse realmente ciò che si trovava di fronte ma ricordava troppo facilmente gli effetti della sua sola presenza su di lei.

L'essere scosse brevemente la testa allargando le braccia come ad invitarla in un abbraccio.

<<Sapevi che questo momento sarebbe arrivato. Tu sei questo, sei crudele e spietata più di ogni altro e questa consapevolezza se accettata completamente ti renderà più forte!>> esclamò in un eco roco la sua immagine distorta.

Teresa scosse la testa come a volerla scacciare e non solo ignorare. Non si rivedeva in quelle parole e non lo avrebbe mai fatto, non sapeva definire con l'esattezza cosa fosse ma non sarebbe mai stata così, lo sapeva.

<<Credi davvero di poter resistere?>> chiese ancora il suo spettro. La velocità con cui si avvicinò a lei le fece scappare un urlo che si perse in quella notte totale che le avvolgeva.

<<Pensi di poter vivere intorno al male e non finire per esserne tu stessa una parte? Di fare da contorno a tutto l'orrore di questo mondo e non divenirne la causa?>> chiese ancora sfiorandole il viso con la punta delle unghie dai contorni scuri. Quella cosa sorrise di fronte alla sua ingenuità e le apparve ancora senza preavviso alle spalle. Le afferrò delicatamente e con il taglio delle ali squarciò il buio che faceva da padrone.

Un piccolo strappo in quel nero denso, lentamente crebbe lasciando intravedere al suo interno della luce.

<<Guarda tu stessa la natura che ti reclama!>> la invitò indicandole le immagini confuse che si intravedevano scorrere in quello schermo nel buio.

Teresa si avvicinò cauta, ciò che le sembrava un insieme sfumato e senza senso di ombre in movimento, con una lentezza letale incominciò ad assumere contorni più definiti. Studiò attentamente il movimento di quelle ombre e riconobbe le mura del castello, le fiamme che lo avevano così facilmente piegato e due mani ossute e dalle estremità allungate da artigli innaturali. Le vide agitarsi e muoversi infrenabili cercando di afferrare qualcosa che ancora era confinato nell'ignoto.

Restò inorridita di fronte a quei movimenti feroci, a quell'istinto che non vedeva suo e non accettava.

Scosse la testa ancora e indietreggiò spaventata. Sapeva di avere in sé parte di un potere oscuro che la legava irrimediabilmente a Dimitri, ma non voleva essere solo questo. Lei era di più di quanto stava vedendo in quell'istante e anche se con fatica se ne era resa conto. Non poteva tornare indietro, aveva accettato quel suo lato e si sarebbe impegnata per controllarlo.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora