Capitolo 50

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I giorni successivi li dedicai a tutto ciò che avevo di bello. I miei amici, Michael, mia madre, la musica. Sentivo che finalmente la vita si era decisa a sorridermi.

***

"Tieni, è tua" Michael me la mise attorno al collo con la delicatezza di un pittore e la sua ultima pennellata.
Io la guardai. Quella stella così luminosa mi parve finalmente simile a me.
"Ti amo" quelle parole buttate così, nell'aria. Rimasero sospese. Note sul pentagramma che avvolgeva il mondo. Note intoccabili. Note perfette. L'amore è così. Un sussurro, un grido, che resta sospeso in aria, immobile fino a che qualcuno non decide di strapparlo via. L'amore è tante cose. L'amore non è nulla. È quel punto alla fine di una frase e la virgola fra due parole.
"Anche io" lui lo disse con semplicità e le nostre mani si congiunsero.
"Torno subito" disse e si allontanò verso camera sua.
Io aspettai curiosa e quando tornò spalancai gli occhi.
"Michael..è stupendo!"
Presi il disegno fra le mani. Era quello che avevo visto tempo fa. Ero io la bellissima ragazza sul cornicione. Avevo le braccia aperte, gli occhi chiusi e un sorriso sereno in volto. Sotto di me c'era lui che mi guardava e tendeva le mani come a proteggermi da una possibile caduta. Al lato del disegno c'era una scritta "L'amore non ha equilibrio. Meglio tenersi pronti"
Sorrisi.
"Che significa, Mike?"
Lui ricambiò "Significa che siamo umani. Umani instabili. Anche l'amore è umano e io sono pronto a proteggerlo in qualunque momento e a sostenerlo per sempre. Tu sei l'amore, per me"
Lo abbracciai con le lacrime agli occhi.
"È meraviglioso, grazie!"
Era amore. È amore.

***

Qualche mese dopo i giudici misero in carcere Jack, allontanandolo per sempre da me e dalla mia famiglia. Tutto il male che aveva fatto svanì come la Paura. La mia vita prese svolte interessanti. Iniziai a cantare abitualmente nel ristorante dello zio Giovanni.

***

"Ragazzi, ho un'idea per la serata di sabato e ho bisogno del vostro aiuto!" esclamai mentre Abby, Dave, Josh e Michael mi guardavano attenti.
"Dicci tutto"
"Ho intenzione di organizzare una serata per raccogliere soldi per la ricerca della cura per il cancro. Ovviamente dobbiamo trovare cantanti e musicisti disposti a suonare e cercare di attirare più gente possibile. Ci state?"
Loro mi sorrisero entusiasti "Certo! Sarà un successo! Cosa dobbiamo fare?" Chiese Josh.
"Mike, tu devi parlarne con tuo zio e sistemare il ristorante per l'evento. Abby, tu e Josh cercate più artisti che potete per esibirsi. Dave, io e te creeremo i volantini e cercheremo di far venire più gente possibile. Dobbiamo impegnarci tutti affinché si raccolgano tanti soldi. Questo pomeriggio parlerò anche con mia madre, potrebbe aiutare Giovanni e Michael con i preparativi"
"Perché non fate una canzone anche tu e Mike?" Suggerì Abby.
Io e lui ci guardammo, complici.
"Beh, credo che si potrebbe fare ma non so se lei sarà all'altezza della mia chitarra.."
Michael fece finta di darsi delle arie e io gli diedi un pugno scherzoso sul braccio.
"Certo, vedremo!" Dissi ridendo.
Tutto stava andando esattamente come volevo.

La settimana prima della serata fu piena di impegni. Fra la scuola e i preparativi non avevamo neanche un attimo di pausa. Ognuno di noi si stava impegnando affinché tutto fosse pronto in tempo.
"Carol, io e Josh abbiamo trovato tantissimi musicisti. Non saranno troppi?"
"Tranquilla. Farò una scaletta in cui rientreranno tutti quanti. Ben fatto, ragazzi!"
"Carol, lo zio Giovanni ha pensato di montare le luci colorate sopra il palco e non sotto come avevamo inizialmente deciso"
"Fa' vedere..credo che vada benissimo anche così! Bella idea, i volti saranno più illuminati"
C'era così tanto lavoro da fare che io e Michael trovavamo davvero poco tempo per provare ma fortunatamente stava uscendo senza problemi.

***

Arrivò così il giorno tanto atteso. Il pomeriggio di quel sabato tutti a fare le prove delle canzoni.
"Bene, ora passiamo a Violet e ai BlackWays"
"Dave, alza un po' il microfono, non sento la sua voce"
"Abbassa le luci, li accechi"
Insomma, tutto fin troppo movimentato e confusionario.

L'unico momento di pausa fu all'ora di cena.
Io e Michael camminavamo mano per mano verso casa.
"Wow, che stanchezza. Non credevo fosse così faticoso"
"Non dirlo a me, però sono fiera del nostro lavoro. Sento che sarà un successo"
Michael si fermò di punto in bianco, a guardarmi.
"Che succede?" Chiesi perplessa.
"Sei fantastica." Mormorò. "Tu hai la capacità di rendere tutto possibile. Se ti sta a cuore qualcosa combatti fino a che non l'hai ottenuta e ti impegni al cento per cento senza lamentarti mai. Sei determinata, testarda e vuoi fare sempre tutto come dici tu e di testa tua. E sei sempre una sorpresa, non so mai cosa aspettarmi e stare con te è un continuo litigare, fare pace, incazzarsi e baciarsi e credimi, non lo cambierei con nulla al mondo. Non ti cambierei con nulla al mondo. E dovevo dirtelo, tutto qua. Sentivo il bisogno di parlartene e l'ho fatto."
Non risposi, lo baciai. Avete presente quando non sapete cosa dire? Quando pensate che non siano necessarie parole? Ecco, è quello che sentii. Le parole. Quelle che io amo così tanto. Come le canzoni e i libri. Parole. Certe volte è meglio metterle da parte. Certe volte i gesti, i fatti, rendono tutto reale. Le parole sono belle ma sono i fatti concreti a dire veramente chi siamo.

Dopo il bacio camminammo così, in silenzio, come se fossero i rumori intorno a noi a parlare al posto nostro. Amore.

***

Mamma aveva appena finito di preparare la cena quando arrivammo noi. Ci sedemmo, agitati ed estasiati per l'imminente serata.
"Mamma, hai sistemato i tavoli come ti avevo chiesto? Hai controllato che gli strumenti fossero tutti regolati al giusto volume e attaccati agli amplificatori, vero? Uh, la scatola per raccogliere i soldi! L'hai messa dove ti avevo detto?"
"Tesoro, stai tranquilla. Andrà tutto bene. Hai organizzato un concerto di beneficenza meravigliosamente, sono così fiera di te!"
"È stato grazie al vostro aiuto se ci sono riuscita, non ce l'avrei mai fatta senza di voi!"
Lei sorrise "Ti voglio bene"
"Anche io, mamma"
Ringraziai il cielo per quella mamma fantastica che mi aveva mandato e finii la cena serenamente.
"Caroline, credo che dovremmo andare a cambiarci. Alle 20.30 dobbiamo stare lì e manca mezz'ora"
Michael si stava alzando da tavola per aiutare mia madre a sparecchiare.
"Sì, certo. Finiamo di togliere i piatti e andiamo subito!"
"Andate, tranquilli. Posso farcela da sola"
Dopo qualche discussione e l'insistenza di mia madre io e Michael salimmo le scale per prepararci.

Entrai velocemente e afferrai il vestito scelto con mamma qualche giorno prima. Lo indossai e mi guardai allo specchio: il colore dell'abito era un azzurro chiaro, elegante che risaltava la collana a forma di stella che Michael mi aveva regalato. Non era né troppo corto né troppo lungo e il corpetto era semplice ma bellissimo. Le spalline mi lasciavano scoperte le spalle. Sorrisi alla me nello specchio.
Infilai le scarpe col tacco argentate e mi truccai poco. Sistemai i miei capelli lasciandoli scendere sulle spalle, liberi, come me e guardai il risultato. Ora persino nel mio corpo c'era armonia. Mi rigirai per un po' e poi scelsi una giacca da abbinare. Era pur sempre aprile.

Uscii dalla camera e guardai l'orario: 20.18.
Perfetto.
Decisi di passare in camera di Michael.
Bussai. "Ehi, posso entrare?"
"Sto uscendo io, tranquilla"
Aprì la porta e rimase a bocca aperta. Io non fui da meno.
Era bellissimo come sempre ma quella sera c'era una luce diversa nei suoi intensi occhi verdi. Indossava una camicia bianca con pantaloni e scarpe eleganti. Portava una collana con un ciondolo a forma di chitarra, molto particolare e i capelli scompigliati come sempre. Le lentiggini e gli occhi risaltavano su tutto il resto e la bocca corallo mi sorrideva.
"Sei..Cristo, sei bellissima"
"Grazie. Tu non sei da meno"
Mi strinse a sé e mi baciò mettendoci così tanta passione da farmi desiderare di togliere immediatamente quel vestito.
"È molto bella la tua collana" gli sussurrai in un orecchio facendolo rabbrividire.
"Me la regalò mio padre quando iniziai a suonare. Anche la tua lo è" ammiccò e io risi.
"Andiamo, o faremo tardi"

#SPAZIOAUTRICE

Ecco a voi uno degli ultimi capitoli! Già, avete capito bene, la storia sta per giungere al termine! Continuerò a scrivere. Già ne avevo iniziato una "E poi ti ho incontrata", passate a leggerla quando volete. Mi chiedevo se vorreste un sequel di questa storia oppure la storia di uno dei personaggi o del loro futuro, quello che volete. Ditemi le vostre proposte fra i commenti e cosa ne pensate di questo capitolo!
Alla prossima, stelline!

-Ludovica ☆

La mia è la stella migliore #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora