Capitolo 23

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Iniziai a correre per la stradina mentre le lacrime mi scivolavano via dal viso.

Non può averlo fatto davvero!

Caddi addosso al muro, singhiozzando. Mi raggomitolai e mi sfogai. Sentii dei passi. Qualcuno stava venendo verso di me. Correva. Io alzai la testa e vidi Michael col fiatone che si fermava a un metro da me mentre mi guardava preoccupato.

"Dio, Carol..cosa ti è successo? Tutto bene?"

Io mi alzai in piedi e mi scagliai su di lui.

"Sei uno stronzo, Mike! Uno stronzo!"

Mike?!

"Ma..che ho fatto? Pensavo ti facesse piacere! So che ti piace cantare, l'ho visto nei tuoi occhi!"

Io urlai ancora più forte.

"NO! TU NON SAI NIENTE DI ME! IO NON SO CHI SEI, IO NON MI FIDO DI TE..HAI ROVINATO TUTTO! E STAVI ANDANDO MOLTO BENE.."

Lui non perdeva la calma ma era sconcertato.

"Ma non riesco a capire cosa ho sbagliato!"

Io mi misi una mano in fronte: scottavo.

"Si, è vero! Tu non capisci! Io non canto, Michael! Non più ormai.."

"Ma io voglio sapere perchè! Sei bravissima e sarebbe stata solo una canzone.."

Io mi avvicinai ancora di più.

"Chi ti ha autorizzato a farlo? Non è la modestia o la timidezza! Non voglio, okay? E poco prima che tu facessi questa stronzata io te l'avevo detto che non cantavo più! Potevi annullare tutto! Potevi aggiustare le cose ma hai deciso di distruggerle!"

Lui incrociò le braccia, le labbra strette.

"Esagerata! Volevo solo farti una sorpresa! Avremmo cantato insieme! Mi spieghi che cazzo hai?"

Il suo tono si era inacidito.

"Io esagerata?! Senti, se non riesci a capire allora non voglio avere niente a che fare con te.."

Michael aprì la bocca e uscirono parole amare, parole che mi spezzarono il cuore.

"Cosa dovrei capire se tu non mi spieghi niente? Se volevamo diventare amici dovevamo conoscerci, fare cose insieme, e tu non vuoi! Ti nascondi dentro quel guscio tanto duro da rompersi e non hai intenzione di uscire! Pensavo ti fidassi dopo questo pomeriggio! Vuol dire che quello che è successo oggi per te non vale niente.."

Io persi la mia sicurezza. Certo che valeva! Era stato bellissimo! La mia voce tremava.

"Non..non è successo niente tra di noi..e ci conosciamo solo da due giorni e io dovrei già fidarmi di te?!"

Lui parve deluso e ferito. E mi uccise.

"Lo sapevo..sono uno stupido..credevo che avessi provato anche tu quello che avevo sentito io..che illuso..allora scusa se ho tentato di sfondare quel muro! Scusa se non sono degno di riuscirci! Sai di cosa mi pento?"

No! Non dirlo, ti prego!

"Di averti incontrata! Di aver provato a conoscerti! Avrei dovuto evitarti! Ora ho capito: non siamo amici e mai lo saremo. Me l'hai spiegato tu adesso. Quindi vaffanculo!"

E se ne andò senza lasciarmi il tempo di ribattere. Non era arrabbiato, era ferito..ed era molto peggio..

Mentre svoltava a destra diede un calcio ad un sacco dell'immondizia.

Io rimasi lì. Ferma immobile, davanti al mio mondo che crollava. Aveva fatto bene ad andarsene, ero stata una cretina..ma c'erano cose che non potevo svelare..cose del mio passato troppo dolorose per essere raccontate..vuoti nel mio cuore troppo profondi per essere colmati..

Lui si era intromesso, stava provando ad entrare con la forza nel mio passato, e io glielo stavo permettendo..

Non potevo, non potevo fare di nuovo quell'errore..fidarmi di qualcuno che non fosse la mia famiglia o i miei migliori amici..non potevo..

Eppure piansi. Ma non per quello che mi era successo in quel ristorante. Piansi per Michael. Perchè mi mancava. Perchè in quell'unico giorno lui mi aveva fatto sentire come nessuno prima d'ora.

Non posso. Non posso innamorarmi. Non lo conosco, non posso esserne innamorata..

Mi asciugai le lacrime. Non sapevo dove dovevo andare così mi guardai intorno spaesata. Non volevo neanche immaginare come ero conciata..probabilmente i capelli erano diventati un cespuglio e gli occhi rossi e gonfi. Ma non era quello il problema..

Svoltai a destra sperando di ricordare il tragitto già percorso. Mi aveva lasciata sola..ed ero sola..che novità..

Mi ero persa ed erano le 21.42..merda, mia madre sarebbe tornata fra un quarto d'ora circa! Iniziai a fare l'autostop, anche sapendo che a quell'ora era un po' pericoloso..ma Michael mi aveva abbandonata e non potevo fare altro..

Ero frustrata, delusa, arrabbiata, ferita..e ora anche persa, in tutti i sensi.

Quando stavo ormai per perdere la speranza un'automobile rossa nuova di zecca si fermò davanti a me.

"È gia la seconda volta, Carly. Devo iniziare a chiederti dei soldi in cambio e lavorare per te come tassista"

Il sorriso perfetto di Dave non mi era mai piaciuto così tanto.

"Dave! Santo cielo! Non puoi capire quando sono felice di vederti!"

Salii in macchina e lo strinsi, forse troppo forte.

"Okay, ma non uccidermi! Dovresti deciderti a comprarti una macchina e ad imparare a guidare"

Lo liberai "Sai che mia madre ora non può permettersela"

Lui mise le mani sul volante "Da domani, se vuoi ti accompagno io a scuola. Penso venga anche Abby. Ma per il ritorno devi cavartela col pullman: io e lei andiamo dalle nostre amate nonnine"

Dave c'era sempre. Era meraviglioso ed io ero fortunata ad averlo.

"Grazie Dave..non puoi capire che serata di merda.."

Lui mise in moto e partì "Domani ci racconterai tutto"

Io lo guardai perplessa "CI?!" e da dietro sbucò la testa bionda di Abby.

"Ehi! Non mi avevi vista?"

Mi prese un colpo "Oddio! Ma che ci fate tutti e due da queste parti?"

Loro si guardarono colpevoli "Eravamo..emh..andati al cinema..emh..senza di te.."

Io li fulminai "Ah grazie..io passo una serata di merda e voi mi dite che siete andati al cinema senza di me!"

"Scusa ma c'era l'ultimo film di Spielberg in esclusiva e dovevo dimostrare che le cose che Dave legge su internet sono false! E sapevo che a te non interessava. Scusaci..cos'è successo stasera?"

Per quell'attimo in cui avevo visto la macchina di Dave ero esplosa di gioia ma ora Abby mi aveva riportato alla realtà e gli occhi delusi di Michael mi tornarono alla mente.

"Oh..non ho voglia di parlarne ora..ve lo racconto domani.."

Trattenni le lacrime per tutto il viaggio, e mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non pensare a lui.

Arrivata a casa guardai l'orario: 22.53

Bene.

"Buonanotte, Carly, e stai tranquilla eh! A domani"

Abby e Dave mi salutarono e io borbottai un 'okay' e una 'buonanotte' mentre prendevo le chiavi di casa e le infilavo nella serratura.

Il rumore del motore, le ruote dell'asfalto, le chiavi che tintinnavano e poi silenzio.

La mia è la stella migliore #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora