Capitolo 25

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Mi svegliai senza l'allarme della sveglia, come se ne avessi una nel cervello che mi diceva di alzarmi. Erano le 7 e 17. Alle 7.30 sarebbe partito il pullman.

Appena mi misi seduta a un lato del letto la testa iniziò a pulsarmi. Sembrava che qualcuno stesse trapanando contro la mia tempia. Gemetti per il dolore e mi portai la mano alla fronte: ero bollente, peggio della sera prima. Tremavo. Avevo freddo eppure sudavo. Afferrai il termometro e dopo un po' suonò segnando 38.5.

Merda! Ci mancava anche la febbre!

Sbuffai e mi sdraiai di nuovo sul letto, fissando il soffitto. Avrei perso un giorno di scuola. Però un vantaggio c'era: non avrei dovuto rivedere Michael..

"Mamma! Puoi venire un attimo?"

Urlai dalla mia camera.

"Si, tesoro" mia madre era intenta a preparare la colazione e quando la chiamai aprì la porta senza essersi neanche tolta i guanti da forno.

"Mamma..ho la febbre..38.5.."

Lei mi guardò quando io indicai il termometro, lo prese e posò la bocca sulla mia fronte. Faceva sempre così quando mi sentivo calda.

"Oh..si, tesoro, oggi dovrai stare a letto.."

Io feci una smorfia anche se dentro di me non mi dispiaceva più di tanto.

"Va bene, mamma..è solo un giorno..ce la farò."

Le sorrisi incoraggiante e lei mi baciò in fronte, abbracciandomi.

"Ora finisco di preparare la colazione e vado al lavoro. Tornerò per le.."

Non fece in tempo a finire la frase che una voce profonda risuonò per la casa.

"Signora Morgan! Venga, la prego!"

Mia madre sembrò stupita.

"Arrivo, Michael! E chiamami Jasmine."

Io ero confusa ma feci un cenno a mia madre, come per dire 'vai tranquilla'.

"Torno subito"

Si volatizzó e io restai a letto. In quel momento squilló il telefono.

"Pronto?" Mugolai con la mia abituale voce del mattino.

"Carly? Ma non vieni a scuola? Qui sta per partire il pullman e io e Dave ti stiamo occupando il posto"

La voce di Abby risuonava dolce con un velo di preoccupazione.

"Ho la febbre, non vengo a scuola. Dovrete sopravvivere senza di me"

Loro emisero una risatina "Ci proveremo..ma non possiamo prometterti niente.."

"Non sentirete la mia mancanza. Io saró sempre con voi. Fino alla fine..e se io non dovessi farcela..non piangete la mia assenza..io veglio su di voi" scherzai facendo un tono drammatico e ridendo subito dopo.

"Si, ovviamente..peró nel testamento parla anche di noi eh!" Ridemmo e sentii la voce di Dave che avvertiva Abby del pullman che arrivava.

"Oh..è arrivato"

Io mi misi a giocherellare con una ciocca di capelli "Allora vi lascio all'assalto. Vi prego..non fatevi schiacciare, okay?"

"Aspetta Carly, Josh vuole salutarti!"

Aspettai qualche secondo e la voce del fidanzato di Abby mi giunse all'orecchio.

"Ehi Caroline! Come va?"

Io sorrisi tra me e me "Va. A te?"

"Tutto bene. Volevo chiederti se avevi voglia di venire alla mia 'atsef' di compleanno"

Io aggrottai la fronte "Atsef? Cos'è?"

"Ecco..di solito per il diciottesimo compleanno si organizzano le feste più assurde e incredibili mai fatte, soprattutto qui in America. Beh io non voglio e preferisco fare una festicciola solo con i miei amici più stretti. L'esatto contrario delle solite feste. Così l'ho chiamata 'atsef' e volevo invitarti"

Io sorrisi. Grande idea! Odiavo le cose esagerate che di solito organizzavano i neo-maggiorenni! A 11 anni ero andata a quella per il compleanno di mio cugino e sono rimasta sconvolta..alcool, regali assurdi (sapete sicuramente cosa intendo), "balli sfrenati"..

E poi odiavo la musica a palla e le luci che ti facevano girare la testa..si, penso che anche io avrei fatto un'atsef!

"Grandioso. Ci sarò. Come potrei mancare alla mia prima atsef?"

"Perfetto. Allora ci vediamo sabato dopo scuola alle 15.30 alla fermata davanti a Sigma Market. Di solito le feste sono di notte quindi le etsef sono di pomeriggio"

Meraviglioso. Un semplice pomeriggio con gli amici. Josh è un grande!

"Okay"

"Ora devo lasciarti, Caroline. Siamo arrivati a destinazione. E rimettiti presto! Ciao!"

Sentii il suono del pulsante della fermata e mi portai i capelli tutti da una parte.

"Beh ci sentiamo! Ciao"

Chiusi la chiamata e posai il telefono. Una atsef! Che grande idea.

Sentii bussare e la voce di mia madre interruppe il silenzio "Posso entrare?"

Una mamma che rispetta la privacy della propria figlia chiedendo permesso..mai vista!

Infatti non è andata proprio così..

La porta si spalancò di colpo e mamma si avvicinò al letto mentre si infilava velocemente la giacca.

"Io vado che sono già in ritardo" mi baciò sulla guancia "Tornerò per le 15.00..non fate danno voi due"

Avevo sentito bene? Voi due?

"Mamma, che vuoi dire con "voi due"?"

Ma non ottenni risposta poiché lei era già uscita di corsa. Era sempre così!

Voi due..voi due..no..dai, questa è sfiga..non dirmi che..

Sentii un rumore di piatti in cucina. Uscii dalla mia camera e mi affacciai dalle scale per vedere chi stava facendo colazione.

Con la sua maglietta grigia e i suoi pantaloni blu notte Michael era seduto con davanti dei pancake molto invitanti. Gli occhi rossi e stanchi, la tachipirina accanto alla tazza di latte, appariva rosso e malaticcio.

Anche lui la febbre..ma porca miseria! La sfiga mi perseguita! Sospirai e guardai fuori dalla finestra: eppure pareva una così bella giornata!

La mia è la stella migliore #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora