Capitolo 26

10.7K 507 52
                                    

Rientrai in camera sbuffando. Ma perché l'universo ce l'aveva con me?! Continuavo a ripetere fra me e me "Merda. Merda. Merda."

Poi mi guardai allo specchio e feci una smorfia.

"Caroline, calma! Basterà ignorarlo! Devi essere indifferente, come se non ci fosse!"

Mi guardai a lungo e feci un grande respiro. Uscii dalla stanza tutta seria e scesi le scale altezzosa. Ero decisa a non rivolgergli la parola, ad ignorarlo completamente. Non potevo continuare a pensare a lui e soprattutto dovevo evitarlo, completamente..perché sapevo che se avessi passato altro tempo con lui avrei finito per perdonarlo, e negli ultimi anni ho capito che perdonare non porta mai a niente di buono..

Arrivai in cucina, fregandomene se avevo i capelli più orribili della storia, se la mia faccia era gonfia come una mongolfiera e se i pantaloni del mio pigiama arrivavano fin sotto i piedi.

Mi trascinai fino ai fornelli e preparai il latte senza dire una parola. Sentivo Michael che sospirava a bocca aperta, a causa del raffreddore, dietro di me e non potei evitare di pensare a quel respiro sulla mia bocca del giorno prima. Eravamo stati così vicini e..oddio, ma che vado a pensare? Io sono furiosa con lui!

Mi sedetti senza degnarlo di uno sguardo, come se non esistesse ma notavo che lui mi guardava in modo strano..la tentazione di incrociare i suoi occhi era forte ma non avevo intenzione di cedere.

Mi misi a mangiare i sui stessi biscotti, pescando dal pacchetto accanto a lui. Mangiavamo le stesse cose..in silenzio. L'unico suono che si sentiva erano i nostri leggeri attacchi di tosse che ogni tanto ci colpivano.

Stavo infilando per l'ennesima volta la mano nel contenitore per poter afferrare un altro biscotto quando le nostre dita si incontrarono.

Un brivido mi scosse e con gli occhi spalancati lo guardai. Aveva gli occhi rossi più di quanto sembrasse prima e dentro di me sapevo di dover ritrarre la mano..ma non trovavo la forza. Il calore del suo palmo si stava espandendo lungo il mio braccio e lungo il mio corpo.

Lui cercò di stringermela ma in quel momento mi ripresi e afferrai l'ultimo biscotto, distogliendo lo sguardo. Lui si rabbuiò.

***

Salta! Dai! C'è qualcuno che ti prenderà, tranquilla! Ti salverà!

Ecco cosa dice il cuore quando ti stai innamorando. E tu salti. Salti nonostante la paura. Nonostante non sia sicuro. Nonostante tu non sappia com'è laggiù. Nonostante mille 'perché', mille 'ma' e mille 'se'. Tu salti. Ti butti a capofitto nell'amore. Così. Di punto in bianco.

E sai che succede? Succede che ti rompi. Ti rompi in mille pezzi. Cadi e non c'è nessuno lì sotto a prenderti. Succede che la voce dentro di te che diceva di saltare ti ha solo illuso. Ti ha fatto credere che potevi fidarti, che qualcuno ti avrebbe salvato. Ma poi nessuno sta lì sotto per te. L'unico che poteva esserci non c'è..

Succede che i pezzi finiscono ovunque e che non c'è nessuno a ricomporli. Torniamo, così, alla storia del puzzle, dove è difficile ritrovare tutte le parti. Ma tu non eri mai stato completo. Ti è sempre mancata una parte. Quella parte e l'amore.

A volte capita che saltando qualcuno ti prenda. A volte capita che ti innamori di quello giusto. Lui ti salva. In tutti i modi possibili. Non saltando non sarai mai completa ma sopravvivrai senza dolore..saltando potresti romperti, potresti crollare a pezzi, oppure vivere davvero.

A te la scelta.

***

"Scusa ma quello è il mio biscotto!"

Michael mi prese dalle mani il piccolo premio e quando stava per morderlo io gli tirai un ceffone sul braccio facendoglielo cadere e rubandoglielo agilmente. 1 a 0 per me.

"Sono stata io la prima a mettere la mano nel pacchetto e a prenderlo, quindi è mio"

Lui mi diede una botta alla pancia costringendomi a contrarmi e ad allentare la presa. Riafferrò il biscotto e cercò di metterselo in bocca, ma io velocemente lo ripresi e me lo tenni stretta al petto. Si stava sbriciolando.

E ci credo! State litigando per un biscotto! Come i bambini dell'asilo!

Zitta tu!

Io iniziai a fargli il solletico mentre lui cercava in tutti i modi di atterrarmi. Credo che fossimo molto buffi. Con la mente tornai all'episodio del giorno prima: lui sdraiato a terra mentre rideva come un matto e io che sorridevo alla sua risata.

Smisi all'istante e lui con me. Mi tenevo il biscotto stretto al petto come un neonato col suo giocattolo preferito.

"Sembriamo due bambini! Dio mio..sono stato così infantile..scusa"

Io lo guardai diffidente senza dire una parola. Non era quello di cui doveva scusarsi davvero..e ora avrebbe dovuto odiarmi, com tutto il cuore..

"Facciamo a metà?" Disse speranzoso.

Io guardai prima il biscotto e poi lui e pensai.

"Sono stata davvero una cretina..è un cazzutissimo biscotto!" Mi sentii improvvisamente in colpa arrossendo e annuii, dividendo il biscotto in due parti.

Gliene porsi una e lui mi sorrise. Nei suoi occhi, però, si leggeva l'amarezza. Era dispiaciuto perché avevamo litigato..e nonostante io cercassi in tutti i modi di nasconderlo lo ero anch'io.

Ed ecco che fra noi due si intrometteva di nuovo il silenzio. Quando stavamo insieme spesso c'erano questi momenti di pausa, in cui nessuno dei due fiatava. Come un sospiro trattenuto. Come in musica: sullo spartito le leggi le note e con esse le pause. Sai quando suonare e sai quando smettere. Ed era così per noi. Era come se entrambi leggessimo da uno spartito comune, come se stessimo componendo la stessa musica senza neanche accordarci. Come se tutto fosse già scritto. Noi eravamo la melodia dello spartito che stavamo scrivendo e suonando nello stesso momento.

Si, oggi sono molto profonda. Quando ho la febbre mi vengono in mente queste cose.

Ad un tratto il silenzio si ruppe. Non me ne ero neanche accorta ma Michael non stava più davanti a me. Ed ecco che una dolce musica si diffuse per tutta la casa. Delle note dolcissime risuonavano dietro di me. Mi voltai e ne venni travolta mentre penetrava nella mia pelle provocandomi brividi.

Michael aveva la chitarra fra le braccia e suonava una canzone mai sentita senza distogliere mai lo sguardo da me.

E i brividi aumentarono.

La mia è la stella migliore #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora