"Che facce che avete! Sembra che abbiate appena visto un fantasma!"
Mia madre gli sorrise.
"Michael, lei è mia figlia Caroline. Caroline, lui è Michael, starà da noi per un po'. Sua madre è una mia collega di lavoro. È stata trasferita in un'altra città e Michael non poteva seguirla, deve continuare gli studi. Così mi sono offerta di ospitarlo"
Io lo fissavo sbigottita. Non riuscivo a muovere un muscolo.
Ci guardavamo, senza dire una parola.
"Si..ci siamo già incontrati in alcuni spiacevoli incidenti" sibilò lui.
Io lo guardai con rabbia.
"E dove dormirà?" Distolsi lo sguardo da lui solo per pochi secondi, a guardare mia madre.
"Nella stanza degli ospiti. Fino ad ora è stata utilizzata come sgabuzzino ma la sgombreremo, sposteremo tutti gli scatoloni.."
Ero ancora sconvolta. Continuavamo a guardarci..una sfida di occhi..eppure nel suo sguardo leggevo qualcos'altro..un bagliore..divertito..
Notai che i suoi occhi di posavano spesso in basso. Non capii cosa stava fissando finchè non guardai anch'io: non avevo i pantaloni.
Le mie gambe erano coperte solo fino a mezza coscia dalla maglietta che avevo messo per la notte.
Merda.
Mi sentii arrossire violentemente mentre cercavo di abbassare la maglietta più che potevo.
Mia madre non se ne era accorta, indaffarata com'era.
"Tesoro, accompagna Michael nella sua stanza.." ma non fece in tempo a finire la frase che io ero sgusciata via ad indossare dei pantaloni.
Merda. Merda. Merda.
Mi infilai al volo un paio di leggings e quando uscii dalla mia camera Micheal era lì davanti.
"Che vuoi?" Dissi acida quando quasi non gli andai addosso.
"Tua madre mi ha detto che devi portarmi nella mia camera" ribattè con il mio stesso tono.
"Già è abbastanza fastidioso vederti a scuola..ora devi anche abitare qui?" Incrociai le braccia e lo guardai dritto negli occhi.
"Non è colpa mia! Non sono certo qui perchè l'ho scelto io! E ora scusami, ma preferirei che tu mi facessi vedere la mia camera prima di stasera, visto che tra poco inizia scuola"
L'avevo dimenticato: secondo giorno di scuola.
"Bene!" ribattei prendendo il borsone dalle sue mani e camminando fino a una porta non lontana dalla mia camera.
"Ecco..questa è la tua stanza" aprii la porta e lanciai il suo borsone sul letto pieno di scatoloni.
"E ora fai in fretta. Non ci tengo ad arrivare a scuola in ritardo. Grazie, prego, ciao." Dissi acida chiudendo subito la porta.
Una rabbia mi risalii e per farla sbollire mi cambiai sentendo la musica.
Adoravo la musica. Avevo fatto canto per molto tempo. Ero anche molto brava, avevo vinto dei premi e partecipato a molti concorsi. Ma avevo smesso. Non cantavo più. Avevo smesso dopo quel 6 settembre 2009..
Scesi di corsa le scale dopo una rapida occhiata alla porta di Michael e arrivai in cucina, dove mia madre aveva appena finito di preparare la colazione.
Guardai l'orologio. 6.40. Cazzo. Dovevo sbrigarmi.
Presi al volo due pancake e mi sedetti al tavolo.
"Mamma..ma quel ragazzo deve stare per forza qui? Insomma..non c'è un'altra sistemazione?"
Mia madre prese la sua fetta biscottata e si sedette di fronte a me.
"Tesoro, questa è la sistemazione migliore: Michael starà con una persona di cui sua madre si fida e continuerà gli studi senza problemi. E poi qui ci sei tu. Magari farete amicizia."
Io la guardai come se avesse appena detto che gli alieni sono scesi sulla terra.
"Io e lui? Amici? Te lo scordi! È un idiota."
"Pensi di averlo conosciuto veramente? Negli 'sgradevoli' incidenti? Io non credo proprio. Dagli una possibilità. O almeno sii carina con lui."
Annuii ma senza convinzione. Non sarei stata carina con lui, mai e poi mai!
"Allora? Andiamo?"
Michael era in piedi dietro di me. Lo guardai attentamente: maglione blu a righe, jeans, converse ai piedi e capelli più spettinati che mai che davano luce agli occhi.
Dopo un po' mi accorsi di averlo fissato per troppo tempo (mi avrebbe presa per strana).
"Si.." borbottai mentre lui afferrava al volo un pancake e lo addentava.
"Molto buono, signora Morgan"
Mia madre gli sorrise "Grazie Mike caro"
Mike caro? Mike caro?
Mi veniva da vomitare.
Uscimmo di casa e appena fuori dal cortile, quando ero sicura che mia madre non ci stesse spiando, mi girai verso di lui a sbarrargli la strada.
"Mettiamo le cose in chiaro: tu non mi piaci e io non piaccio a te. Quando saremo fuori da casa ci comporteremo da completi sconosciuti e non azzardarti a dire a qualcuno che dormi da me!"
Lui aveva di nuovo lo sguardo da sfida.
"Non devi dirmelo due volte!"
Si girò e camminammo a due lati della strada differenti, ignorandoci spudoratamente.
Notai però che ogni tanto mi guardava.
Come me ne accorgevo? Beh..a volte anche io lo guardavo..
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La mia è la stella migliore #Wattys2017
Novela Juvenil"Non rinunciare solo perché le cose sono difficili" Si girò completamente fino a trovarsi a pochi centimetri da me. "No? Vuoi sapere cosa penso io, invece? Io credo che tu sia luminosa come una stella. Credo che la tua luce abbia qualcosa di diver...