Capitolo 33

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Mi precipitai in camera. Era stato il bacio più bello di tutta la mia vita!

Mi sdraiai sul letto e rimasi lì, ferma, a guardare il soffitto.

Quindi gli piaccio, mi ha baciata. Un solo piccolo gesto mi ha fatto toccare le stelle. Un solo piccolo gesto e il mio cuore è esploso. È così dolce!

Te lo dicevo dall'inizio, io! Tu lo ami!

Cara me, non lo amo..mi piace, solo questo..

Smettila di prenderti in giro! Lo ami e anche tanto!

No! Senti, io non voglio che finisca come con Jack..non voglio innamorarmi e soffrire di nuovo, voglio prenderla alla leggera, voglio prenderla già con l'opzione che potrebbe finire..

Svuotai la mente. Avevo già deciso cosa fare e non avevo voglia di sentire altro. Michael mi piace, e molto, ma non voglio illudermi.

Presi il telefono, ansiosa. Accesi la Wi-Fi e aspettai qualche secondo. Aprii whatsapp ed eccolo..

"Biscottino, ti manco? Tranquilla, ci incontreremo di nuovo..prima di quanto tu possa immaginare!"

Il battito del mio cuore accelerò.

Cercai di mantenere la calma ma tremavo e le lacrime di ricordi cominciavano a colmare le mie palpebre. Lo bloccai, era già la seconda volta. Bloccai Jack.

Spensi il telefono decisa a non farmi rovinare la giornata da lui ma le lacrime ormai minacciavano ancora di scendere.

Sono una foglia, una fottuta foglia che viene spazzata via da lui. Sono debole. Fa così male la debolezza, sentire che i tuoi demoni sono più forti di te, sentire di non avere possibilità di guarigione. Come in fin di vita..credere di non avere più speranze. Quante volte ci è capitato? Di sentirsi morire, anche per cavolate, a volte. La forza..datemela voi la forza, io l'ho esaurita tempo fa'. L'ho esaurita quando "stavo" con Jack..l'ho esaurita quando il cancro si è portato via mio padre..non ho più neanche il coraggio per essere forte.

Le lacrime scesero, i ricordi tornarono, mentre io correvo fuori dalla mia camera. Ero seria, le mie lacrime scivolavano semplicemente, senza singhiozzi o urla strazianti..eppure quel mio silenzio faceva ancora più male. Quel silenzio era un rumore che non riuscivo a sopportare.

Solo una cosa mi avrebbe fatto tornare l'allegria: la musica.

Da piccola era il mio rifugio, il luogo immaginario dove mi nascondevo dai problemi, dal mondo..dagli altri.

Mi precipitai nella camera di mio padre e mi sedetti al pianoforte. Era da tanto che non suonavo e non ricordavo alcuna canzone. Lasciai che un'altra lacrima mi rigasse la guancia e posai le dita della mano destra sullo strumento. In quel momento una scarica di energia mi attraversò la mano per poi passare alle braccia, al collo, alle gambe e al resto del mio corpo.

Uno spartito, un unico spartito, mi apparì in testa. Non l'avevo mai suonata, solo cantata, ma sapevo le note.

E iniziai. La mia mano destra correva sulla tastiera, delicatamente accarezzava i tasti. Era leggera, come una farfalla sui fiori. Aggiunsi la sinistra e i miei pensieri cominciarono a dissolversi nell'aria.

Goodnight, my angel. Chiusi gli occhi e la mia voce uscì, senza che io le avessi chiesto niente. Cantai seguendo le note che ormai conoscevo bene. Mi persi nella musica mentre l'immagine di mio padre che sorrideva sostituiva quella del ghigno di Jack. Cantai per lui, mio padre, cantai per dimenticare il resto del mondo, per sfogarmi. Non ce la farei a cantare davanti a un pubblico, mi verrebbero in mente gli spettacoli che organizzava mio padre e non riuscivo a sopportarlo. Ma da sola..da sola andava bene. Da sola ero io e lui, soli per davvero.

Terminai la canzone e deglutii. Le ultime lacrime scendevano ancora e io non le asciugavo neanche. Ad un certo punto sentii un sospiro profondo dietro di me e mi girai di scatto: Michael mi guardava sorridendo.

"Sei davvero..Dio, non so descriverti neanche..suoni e canti in una maniera incredibile.."

Io feci un sorriso, come per ringraziarlo e solo in quel momento notò le mie guance bagnate.

"Carol, cos'è successo? Stavi piangendo.."

Mi strinse al suo petto e mi accarezzò i capelli "Parlami, Caroline"

Io lo guardai con gli occhi ancora lucidi. Non potevo mentirgli ma non potevo ancora dirgli tutto, era troppo prematuro, tutto troppo in fretta..già sapeva di mio padre.

"Non è importante il perché..ho bisogno solo di un abbraccio. Ti prego, non andartene!"

Lui mi guardò negli occhi "Ma dove vado senza di te?"

Sorrisi fra le lacrime e lui posò delicatamente le sue labbra sulle mie. Un bacio semplice, innocente, solo labbra. Eppure fu stupendo. Sentivo che lui c'era per me, che non se ne sarebbe andato.

E rimanemmo così, abbracciati. Parlavamo delle cose che ci rendevano felici e io non piangevo più. Lui mi faceva immaginare universi paralleli dove le scimmie sono al comando del mondo e io ridevo.

Inventava tante storie solo per vedere il mio sorriso. Okay, forse ne sono innamorata.

Mia madre era tornata ormai da un po' ma a noi non importava, stavamo bene così.

Verso le 20.00 mangiammo tutti insieme, come una vera famiglia felice. Lui era l'uomo che per tanto tempo non avevamo avuto in casa. Mia madre lo adora, lei lo definisce un vero 'gentleman'. Eppure io non posso fare  a meno di ridere immaginandolo in giacca e cravatta a far scendere le signore dalle macchine, ad aprirgli la porta e cose così.

Ancora non lo conosco ma voglio, voglio conoscerlo, sapere tutto di lui. Lo fissavo ormai da un po'. Guardavo le sue lentiggini adorabili, i capelli scuri e i suoi occhi..oh, i suoi occhi erano bellissimi. So che l'ho detto tante volte ma non posso evitarlo. I suoi commenti nei discorsi con mia madre erano sempre intelligenti e mi colpiva la maturità che manteneva in ogni argomento.

Dopo cena io e Michael lasciammo mia madre a guardare la televisione "Buonanotte, mamma" la abbracciai e la baciai sulla guancia.

"Buonanotte tesoro, buonanotte Michael" mormorò lei, sorridendo.

"Dorma bene, signora Morgan"

Mia madre lo guardò contrariata "Ti ho detto di chiamarmi Jasmine, 'signora Morgan' mi fa sentire vecchia" rise e Michael con lei.

"Allora, dormi bene Jasmine"

Lei sorrise in segno di ringraziamento e io e lui ci dirigemmo nelle nostre camere.

Davanti alla porta della mia stanza mi girai a guardarlo e lui fece lo stesso davanti alla porta della sua.

"Grazie..per oggi" sussurrai.

"No, grazie a te..sei incredibile, Caroline, mi hai salvato la vita"

Ero confusa "Cos'ho fatto io? Ti ho salvato la vita?!"

Lui diventò viola dall'imbarazzo "Hai sorriso. Quando tu sorridi io inizio a vivere"

Mi avvicinai, reprimendo la voglia di saltargli addosso, e gli diedi un bacio sulla guancia, dolce e tenero e mi dileguai, mentre lui mi guardava andare via con una faccia da ebete tenerissima.

Entrai in camera e ancora con quel sorriso impresso nel mio volto mi cambiai mettendomi il pigiama e preparando lo zaino. La febbre era passata: domani scuola. Dopo aver messo l'ultimo libro mi sdraiai a pancia all'aria, fissando il soffitto.

"Ti amo, Michael, ma non posso dirtelo"

E così mi addormentai, senza coperte, poiché era l'amore a riscaldarmi dal freddo, come un caldo abbraccio che mi avvolgeva. Era l'amore a stringermi e io mi lasciavo andare a lui, coccolata da una forza invisibile ma pur sempre presente.

#SpazioAutrice

Ciao a tutti :) come prosegue la lettura? Voglio ringraziarvi tutti, siete tantissimi! Spero che questo capitolo vi piaccia e che continuerete a seguire la mia storia. Segnalatemi eventuali errori e chi vuole può farmi pubblicità ♡

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-Hope di WhiteAmy

-Ludovica ♡

La mia è la stella migliore #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora