Capitolo 11

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Bip bip bip bip bip

Ecco di nuovo quel rumore infernale.

Mi svegliai di soprassalto.

Avevo dormito in una posizione scomodissima e ora mi facevano male il collo e la schiena.

Tutta dolorante mi tolsi di dosso le coperte e sentii dei brividi di freddo sulle mie gambe nude. Avvicinai le ciabatte azzurro cielo e me le infilai.

Tutta assonnata rimasi un attimo ferma con gli occhi socchiusi quando sentii delle voci di sotto..delle voci..

Che mia madre stesse impazzendo e parlasse da sola?

Ma no..c'era davvero qualcun altro che parlava o era solo la mia immaginazione?

Ancora rimbambita dal brusco risveglio mi trascinai alla porta e la aprii senza metterci molta forza.

Scesi le scale. Le voci si erano fatte più vicine e squillanti. Provenivano dal salotto.

Percorsi il breve corridoio e mi fermai proprio davanti alla porta aperta che dava sul salotto.

Rimasi a bocca aperta.

La scena più improbabile mi si parò davanti: mia madre che cucinava la colazione con una mano e con l'altra passava l'aspirapolvere mentre un ragazzo molto alto, accanto a lei, portava un borsone e rideva con lei.

"Presto arriverà mia figlia, probabilmente è ancora a letto. Chissà se l'hai mai vista..hai detto che vai alla Lincoln, vero?"

Mia madre aveva un sorriso a 32 denti.

"Si, signora Morgan. Ha bisogno di una mano?"

Ormai mia madre non era più la signora Watson..

Non riuscivo a vedere il volto del ragazzo, era girato. E con gli occhi ancora appiccicati dal sonno non lo riconoscevo guardandolo da dietro.

Mia madre notò finalmente che ero arrivata.

"Oh, ecco. Lei è mia figlia. Avvicinati, tesoro, non ti morde"

Lui si voltò. Rimasi di stucco.

La bocca aperta. Gli occhi sgranati.

Davanti a me, con gli occhi più verdi e luminosi del solito, c'era Michael.

La mia è la stella migliore #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora