Il pullman arrivò e io e Michael salimmo subito.
"Ehi All! Oggi ci sei tu alla guida" esclamai.
Al volante era seduto All, l'autista più simpatico di tutti: alto, un po' grassottello; i capelli neri intonati ai baffi lo facevano sembrare più vecchio di quello che era e gli occhi scurissimi sembravano quasi neri.
Lo conoscevo dal primo giorno in cui avevo preso il pullman: ero piccola e i ragazzi più grandi mi avevano spinta via. Stavo correndo sperando di poter salire ma l'autista non si fermava.
Mi stavo già fermando quando vidi un movimento fra le persone nel pullman e la porta aprirsi.
"Ehi ragazzina! Che fai non sali?"
All era sugli scalini e mi sorrideva, dietro di lui un autista scocciato.
Più tardi seppi che All mi aveva vista correre e aveva convinto il collega a fermarsi, anche se era contro le norme di sicurezza.
Adoravo All. Mi faceva ridere sempre e quando dimenticavo l'abbonamento in qualche modo riusciva a convincere gli autisti a non buttarmi giù dal pullman. E se era lui l'autista ancora meglio.
"Ehi scricciolo! Oggi hai compagnia, devo essere geloso?"
Gli sorrisi arrossendo.
"All, lui è Michael un.."
Non sapevo come descriverlo..
"..un suo amico" completò la frase Michael dando la mano ad All.
Lui gli sorrise e ci disse di prendere posto dove volevamo.
Infatti oggi non c'era un'anima viva.
L'unica a farci compagnia era una donna di circa cinquant'anni seduta ai posti davanti.
Mentre passavamo per andare a sederci dietro le sorrisi e lei ricambiò.
Avevamo l'imbarazzo della scelta.
Io allora decisi di sedermi agli ultimi cinque posti e mi sdraiai con la schiena al finestrino e le gambe stese sui sedili, con i piedi a penzoloni.
Michael mi guardò confuso.
"Wow, Watson..non sapevo questo tuo lato tragressivo"
"Idiota" gli mormorai, ma sorridevo.
Lui prese il suo zaino e si mise nella mia stessa posizione, solo nella parte opposta, davanti a me.
Le nostre gambe si sfioravano e noi non parlavamo.
Io avevo rimesso le cuffiette e lo guardavo mentre lui faceva lo stesso.
Era uno strano scambio di sguardi.
Passammo parte del viaggio così. Non ci toccavamo fisicamente ma io lo sentivo.
Sentivo i suoi occhi che mi accarezzavano.
Non c'era bisogno di parole.
Quando i nostri sguardi si incontravano ci facevamo la linguaccia a vicenda.
A un certo punto mi tirò una cartaccia e io risposi, fulminandolo mentre gliela restituivo con più forza.
Non lo odiavo. Non in quel momento.
La signora era scesa ormai da un pezzo e sul pullman c'eravamo solo noi. Mai successo che un pullman fosse così vuoto. Il tragitto da fare era ancora tanto ma mi piaceva stare lì, tranquilla, con Michael..
E poi accadde..così, di punto in bianco..
Il pullman si fermò.
Lì per lì credetti che fosse uno di quei blocchi temporanei che dopo qualche secondo già era tutto sistemato e invece vidi All che scendeva preoccupato e si recava dietro il pullman.
Io e Michael ci guardammo allarmati.
Tolsi le cuffiette e schiacciai la faccia al finestrino per vedere meglio l'autista.
Michael fece lo stesso.
Dopo circa un minuto All tornò su e si avvicinò con uno sguardo mortificato.
"Mi dispiace ragazzi ma non possiamo più continuare..c'è un problema al motore..se non mi fermo peggiorerò le cose. Purtroppo dovete scendere.."
Impallidii e fissai Michael.
Aveva la mia stessa faccia.
Distolse lo sguardo da me per posarlo su All "Ma siamo ancora lontani da Garden Street..come facciamo ad arrivarci ora?"
Garden Street era la via dove abitavo. Dove abitavamo.
"Non lo so..vorrei aiutarvi ma non posso fare nulla, devo stare qui ad aspettare che arrivino i soccorsi per far ripartire questo vecchio ragazzone.."
All era davvero molto dispiaciuto. I suoi occhi scurissimi mi guardavano sconsolati.
Mi alzai "Grazie comunque All, cercheremo un passaggio o non lo so..andremo a piedi.."
"Okay scricciolo. E tu..trattala bene! È mia figlia!"
Sorrisi ad All. Era sempre stato come un padre per me. Gli volevo bene.
Scendemmo i gradini e dopo un tratto di strada trovammo una panchina.
"Allora? Che vogliamo fare?"
Lui fissava l'asfalto
Io sbuffai passandomi le dita fra i capelli.
"Non lo so.."
Si girò verso di me "Almeno sai da che parte andare?"
Io arrosii "Beh..non proprio..insomma guardo distrattamente le strade mentre sono in pullman.."
Lui mormorò "Merda.."
Già..merda.
"Possibile che non sai dove andare? È casa tua!"
Io lo fulminai "No, okay? Non lo so!"
"Grandioso! Quindi ora siamo bloccati qui e per colpa tua non possiamo tornare a casa!"
Ora si era alzato in piedi e continuava a camminare avanti e indietro.
Rimasi a bocca aperta.
"Non ci credo che stai dando la colpa a me! Non ho detto io al pullman di fermarsi!"
Mi ero già scaldata e ora ero di fronte a lui con i pugni serrati.
"Isterica!"
"Idiota!"
Ci sedemmo contemporaneamente sulla panchina e incrociammo le braccia arrrabbiati.
Ci lanciavamo scintille con gli occhi.
Solo che non so se erano scintille negative o positive..
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La mia è la stella migliore #Wattys2017
Ficção Adolescente"Non rinunciare solo perché le cose sono difficili" Si girò completamente fino a trovarsi a pochi centimetri da me. "No? Vuoi sapere cosa penso io, invece? Io credo che tu sia luminosa come una stella. Credo che la tua luce abbia qualcosa di diver...