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E' passata una settimana dalla richiesta di Harry, ma Lacey non si è ancora stancata di ammirare il luccichio di quel diamante che le sembra così grande.
Le sembra di vivere una fiaba.

Sono le 10.30.
Harry è alle prove con il resto della band mentre Lacey inizia ad annoiarsi a casa senza saper cosa fare e senza programmi interessanti in televisione.
Aveva già passato un'ora ad insultare quelli dei telegiornali per le foto orribili che usavano di lei. «Vogliono far apparire Harry più bello di me, se andiamo avanti così nelle foto del matrimonio mi disegneranno i baffi» si ripete.

Inizia a spolverare i mobili, lavare i fornelli, spazzare i pavimenti fino ad arrivare alla loro camera da letto. Una stanza confortevole dalle pareti bianche eccetto quella rosso carminio dove è appoggiata la testiera del letto matrimoniale. Mette apposto le lenzuola del letto e si accorge che Harry, come sempre in ritardo per le prove, dalla fretta di andare via ha lasciato il cassetto del suo comodino aperto.
Lo chiude e lo riapre.
C'è un foglio colorato e piegato che la incuriosisce troppo per fare finta di niente.
Lo prende e si accomoda sul letto. Si tratta di una lista di nomi, nomi e cognomi di persone che lei non conosce, non tutti almeno. Non capiva cosa avevano in comune tutte queste persone, per lo più ragazze. Solo ragazze.

«Caroline Flack, Alyssa Reid,Taylor Swift, Anonima 1, Cara Delevingne, Kimberly Stewart, Anonima 2, Kendall Jenner. . .» sussurra Lacey iniziando a leggere alcuni nomi. Tre fogli completamente scritti, davanti e dietro.

Accende il computer e digita alcuni nomi della lista scoprendo che hanno tutte avuto a che fare con Harry.

«È la lista delle sue ex» posa una mano sulle labbra semiaperte e gli occhi le si fanno lucidi per l'amara sorpresa.

Dentro di lei è in corso una battaglia, il riflesso di ciò si può vedere nei suoi occhi, un incontro-scontro di rabbia e dolore. I muscoli le si irrigidiscono, tende la mascella e stringe i denti cercando di mantenere il controllo di sé, della sua mente, del suo cuore.

La rabbia è un'emozione improvvisa e travolgente, il dolore è un sentimento in attesa di poter fare la sua comparsa.
Le lacrime trascinano la rabbia lontano dal dolore; i pugni chiusi, le unghie impresse nella carte sono un vano tentativo di mantenere la calma e restare impassibile al cospetto di tali sentimenti.

Le si intorpidisce la lingua, porta una mano sulla bocca istintivamente, corre in bagno e si siede di fronte al water. Le lacrime hanno smesso di rigarle le guance, gli occhi ancora rossi, intrisi di rabbia. Il senso di nausea la indebolisce ancora di più, un conato di dolore, un conato di parole non dette.
Si reputa una stupida, avrebbe dovuto aspettarselo. Le cose stavano andando così bene, tutto sembrava filare per il verso giusto. Si rimprovera, avrebbe dovuto mantenere alta la guardia, le orecchie tese e gli occhi vigili per poter essere pronta al crollo di questa fiaba.
Si alza dal pavimento del bagno. Le gambe deboli la costringono ad appoggiarsi alla tavoletta del water e poi al lavandino. Si guarda allo specchio e nutre un sentimento di delusione nei suoi stessi confronti. Sposta i capelli dietro le orecchie con poca cura e si sciacqua il volto. L'acqua fresca fa si che i muscoli si rilassino, la tranquillità dopo la battaglia sta lentamente e con cautela ritornando.
Si guarda un'altra volta allo specchio: si fa schifo.
Tira lo sciacquone e va in cucina. Si muove come un automa, movimenti lenti e mirati: prende un bicchiere pulito ed una bottiglia di vino.

Beve mentre si guarda le mani ancora segnate dal suo dolore, dalla sua rabbia.
Il primo bicchiere è per la sete,
il secondo, per la rabbia,
il terzo, per il dolore,
il quarto, per noia.

Spande. Strabuzza gli occhi portando il collo leggermente indietro. Osserva il bicchiere mezzo pieno, mezzo vuoto nella sua mano.
Si fa ancora più schifo.
Svuota il contenuto nello scarico, chiude la bottiglia e pulisce il danno commesso, elimina le prove della sua autocommiserazione.

Il desiderio di scappare irrompe nella sua mente, ma la razionalità le impedisce ogni movimento. Rimane così, ferma in mezzo alla cucina, con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo perso nel vuoto, la spugna caduta ai suoi piedi ed una lacrima a rigarle il viso.


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#AngoloAutrice:

Si è un capitolo fatto male e in modo frettoloso. Mi dispiace, non è che non mi impegno, ma sono in vacanza e al solo pronunciare questa mistica parola:«Vacanza» il mio cervello chiude i battenti e si trasferisce non si sa dove per un lasso di tempo più o meno breve.
Vorrei comunque sapere cosa ne pensate, cosa dovrei migliorare, se faccio veramente pena.
Vorrei capire se nel mio futuro può esserci la scrittura come sogno fin da piccola (prendetemi in giro finché volete, sono fan di Jessica Fletcher-si scrive così vero?!- vabbe la Signora in giallo) o è meglio che lasci perdere.

Grazie comunque. Buona estate a tuttiiii !!!!!

Ex's list ll h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora