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Le porte dell'ascensore si spalancano e per Harry è il segnale di partenza, come se fosse ad una gara di cavalli e lui avesse scommesso tutto su sé stesso.

Procede a passo svelto lungo la hall del motel e se non avesse ancora un po' di sanità mentale direbbe con certezza che la porta si allontani da lui, gli sembra di non raggiungere mai la maniglia.

La mano allungata già da qualche secondo finalmente tocca il freddo ferro della porta girevole. Si volta, ma nella hall non c'è nessuno oltre che lui.
Libera il labbro inferiore che aveva intrappolato tra i denti, si sistema i capelli con la mano tremolante. Esce.

Tira un sospiro per inspirare quell'aria che si trova solo sotto il cielo aperto, aria di libertà.
Si guarda alle spalle e socchiude gli occhi respirando ancora un po' di quell'aria che gli sembra così diversa e così buona in confronto a quella che respirava da settimane. Si guarda alle spalle per l'ennesima volta, nessuno lo segue, nessuno gli presta attenzione.

Sente l'adrenalina scorrergli nelle vene, gli sembra di essere tornato alla sua adolescenza, percepisce quell'agitazione che provava quando faceva qualcosa che andava contro le regole, ma questa volta non sta infrangendo nessuna regola, sta andando verso un'ancora di salvezza, anche se ancora senza nome.

Deve provare che è ancora vivo, che è riuscito a scappare. Deve raggiungere un posto sicuro il prima possibile e dare ogni genere di informazione di cui è a conoscenza per mettere dietro le sbarre chiunque gli abbia giocato questo brutto scherzo.

Tranquillizzatosi, lasciando da parte per qualche minuto problemi e quesiti irrisolti, si guarda intorno. L'autunno sta lentamente sfumando lasciando posto alle tinte accese e colorate della primavera, ma, quasi per astio, il tempo ha deciso di rendere quest'ultimo periodo maledettamente freddo. La nebbia avvolge in un freddo abbraccio tutto quello che è sulla sua strada. Il silenzio di questo momento è opprimente per Harry.
È mattina inoltrata, per le strade non vi è anima viva ed è così che dovrebbe essere. Tutti nei loro letti caldi, confortevoli e sicuri al fianco della persona che si ama.
Il deserto cittadino non sorprende Harry , anzi lo tranquillizza. La solitudine gli renderà tutto molto più facile: pianificare un buon piano con calma e senza pressioni, camminare sul marciapiede senza paura di essere riconosciuto, senza l'obbligo di doversi camuffare per non essere rintracciato da chiunque altro fosse d'accordo per il suo rapimento.

Cammina irritato, deve nascondersi come se fosse lui il cattivo.

Le sue mani si sono tramutate in due pezzi di marmo che inutilmente cerca di scaldare con un ultimo sforzo: mette le mani a coppa e ci respira all'interno. Harry può percepire il movimento agitato dei suoi capelli che il vento scompiglia, ma questo non l'ha infastidito, fino ad ora. Semplicemente non si era preoccupato di come potesse apparire agli occhi di un passante. Si stringe dentro il suo misero cappotto che gli sembra troppo corto in qualunque modo cerchi di starci dentro. Si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, irritato dalla loro continua presenza davanti ai suoi occhi.

È un fascio di nervi, il minimo schricchiolio lo fa irrigidire, il più impercettibile dei suoni lo fa sobbalzare. Ripensamenti e dubbi occupano la sua mente senza lasciare spazio a pensieri razionali. L'eccitazione scorre nelle sue vene, l'ansia viene rilasciata attraverso il dolore e la paura gli fa contorcere gli organi interni.
Scuote la testa arrabbiato.
Deve rallentare i pensieri, sta diventando paranoico. Non deve perdere il controllo di sé, della sua mente, delle sue azioni.
La paranoia non gli serve né ora né mai, è una spina nel fianco che pietrifica le persone portandole alla pazzia.

Sta diventando paranoico, se ne accorge: continua a guardarsi le spalle, il cuore sta per scoppiarli in pieno petto, non volge lo sguardo verso le vetrine e nemmeno dentro le automobili per timore che oltre al suo riflesso possa vedere quello di un'altra persona alle sue spalle, qualcuno pronto a imprigionarlo un'altra volta.

La paura che qualcuno lo segua, il timore di essere riconosciuto e scoperto da un momento all'altro è sufficiente per farlo degenerare, per fargli fare quel passo in più verso il fosso della pazzia. Ha bisogno di riposare, per quanto in queste settimane abbia speso gran parte del suo tempo a dormire e sonnecchiare, ora, tutti questi pensieri lo stanno tormentando senza dargli qualche secondo di tregua. È stremato e impaurito.
La paranoia ha preso il sopravvento su di lui, lo ha aggredito alle spalle facendolo inciampare ad ogni passo, ad ogni affanno, e quando crede di essere al sicuro, nascosto dietro un angolo per potersi riposare, la paranoia gli ricorda che non è al sicuro, che nessuno di noi lo è.

Attraversa la strada con finta tranquillità, a passo svelto, sale sul marciapiede e procede verso una direzione che non sa dove conduca, ma speranzoso che la meta possa essere un luogo sicuro.

Ha mantenuto un passo sostenuto per tutta la giornata ed ora, che il sole sta sparendo dietro gli imponenti edifici della città, la stanchezza comincia a farsi sentire. Con lo sguardo sfuggente cerca un posto in cui potersi riposare, un luogo in cui possa passare inosservato e che non lo lasci senza un soldo in tasca già alla prima notte di fuga.

«Quando si cerca qualcosa non la si trova mai»pensa sbuffando pesantemente.

Gli sembra irreale che non ci sia nemmeno un motel o un ostello in quel posto di cui ancora non conosce il nome.
Un insegna al neon in lontananza è come un faro che fa germogliare in lui una nuova speranza. Allunga il passo e aumenta la velocità, solo quando giunge all'insegna si accorge di avere corso. Mentre riprende fiato legge l'insegna: "24h". Non è un luogo in cui può alloggiare, si tratta di un supermercato aperto 24 su 24. La pancia gli brontola per la centesima volta in quella giornata e Harry è comunque contento di aver trovato un posto in cui rifocillarsi.

«Sempre meglio di niente» pensa sollevando le spalle e dirigendosi verso le porte scorrevoli del negozio.

Compra l'essenziale: una bottiglia d'acqua da mezzo litro e degli snack scadenti e facili da trasportare nelle tasche della sua giacca.
Ogni sguardo da parte delle altre persone presenti nel negozio lo rendono nervoso, sa che dovrebbe farsi vedere sano e salvo, sa che il suo volto è stato su giornali e telegiornali, ma vuole scappare via da quella città. Teme che qualcuno possa avvertire quella ragazza che l'aveva scarrozzato da una stanza all'altra, che potesse tornare soffocato in quelle quattro mura.
Non può permetterselo.
Solleva il colletto del cappotto e prega che il cassiere sia veloce.

Nel negozio, a quell'ora, c'è solo il personale ed alcuni barboni che probabilmente spendono i soldi ricevuti quel giorno per poter mettere qualcosa sotto i denti. Trema, percepisce comunque fin troppi occhi su di lui.

È una notte senza luna, ma non gli dispiace. Anzi, gli sembra una luce in meno da evitare per essere scoperto.

#Angolo Autrice:

Scusate il ritardo.

Ex's list ll h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora