24.

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Lacey si solleva dal letto stanca e frastornata, ma un improvviso pizzicorio alla base della nuca la sveglia come se avesse bevuto una quantità industriale di caffè.
Sfiora il punto dolorante con le dita allontanandole velocemente per il dolore che si è amplificato a causa del contatto. Una volta che le palpebre si fanno meno pesanti tenta di riordinare le idee, realizzando che si trova nel suo letto, ma è l'unica cosa che riesce a capire.

La sua mente è in uno stato completamente annebbiato, tutto è sfuocato nella sua testa. I suoi pensieri sono tutti in disordine, tutto è in uno stato di incertezza.
Si sente confusa e stupida. Non capisce nulla e non ricordare cosa sia accaduto la agita e la innervosisce nello stesso momento. Questo suo stato confusionario la soffoca.
Cerca di collegare i fatti, ma è difficile, come quando cerchi di scrivere in corsivo ma non ricordi tutte le lettere.

Butta la spugna.

Non riesce a ricordare e ciò è frustrante. Cerca quindi di concentrarsi sul presente, affidandosi ai sensi. Tatto. Vista. Udito. Gusto. Olfatto.
Il dolore alla testa è causato da un piccolo taglio alla base della nuca; deve essere caduta o forse è stata colpita.
Si trova nella sua stanza, di conseguenze si può dedurre che si trovi ancora nella sua abitazione.
Silenzio; l'unico rumore che Lacey percepisce sono i suoi pensieri lasciati a metà.
Ha la bocca secca e l'unico gusto che percepisce è quello del vino bevuto la sera precedente; conclude che non deve avere avuto l'opportunità di lavarsi i denti ed è un gusto poco piacevole, oltre che disgustoso.

Si stende sul letto e sospira. Il disorientamento iniziale si è volatilizzato e, ora che sembra avere tutto il tempo a sua disposizione, comincia a riflettere, a muovere gli ingranaggi nel suo cervello analizzando i fatti ed i dettagli.
È frustrante per Lacey non riuscire a trarre delle conclusioni sicure e certe.
Dubbi, domande senza risposta e incertezze le pellegrinano violentemente nella psiche; la spossatezza causata da questa agonia mentale la porta a sbuffare pesantemente e muovere freneticamente i piedi sul letto.

-

Bussano pesantemente alla porta. In un primo momento s'irrigidisce, ma poi un sospiro di sollievo viene liberato dalle sue labbra. È certa che siano Mark e Josh, i suoi principi azzurri che la portano in salvo.
Apre la porta, che stranamente pensava fosse chiusa.
Sono loro, ed un altro sospiro di sollievo le porta via la paura e l'agitazione della sera precedente.

«Buongiorno dormigliona» sorride Josh, «Scusaci se ieri sera non siamo stati dei bravi cani da guardia, ma il capitano McCall ci aveva chiamati in centrale per darci nuovi ordini»
«Capisco . . .» sussurra Lacey che ha ancora un po' le idee confuse.

Velocemente si cambia i vestiti per poter andare a fare colazione fuori tutti insieme. Non si sente più molto al sicuro in quell'attico. Se ora le sue due guardie del corpo hanno altri incarichi e dovranno andare in giro, allora lei gli seguirà. Se loro non possono più starle appiccicate come sanguisughe, lo farà lei. Scendono con l'ascensore fino al piano terra, per poi uscire sotto il sole mattutino dopo aver salutato calorosamente Albert, il portiere e receptionist del hotel.

Lacey sta raccontando di quella ferita che non ricorda come se la sia potuta procurare ed un veloce scambio di sguardi tra i due colleghi la fa irrigidire. I suoi piedi s'impuntano e la fronte le si corruga. I due poliziotti si fanno seri continuando a scambiarsi sguardi ambigui. La paura torna in agguato. Lacey sente il respiro tremolante diventare irregolare, la prendono poco sotto le ascelle e senza proferire nemmeno una sillaba la trascinano lungo il marciapiede. Cerca di divincolarsi, urla, si agita. Tutti si voltano dall'altra parte mentre i due uomini girano l'angolo. Le lacrime minacciano di uscire, ma lei vuole resistere, deve sembrare più forte di quello che è. Continua a dimenarsi, a sollevare i piedi, a urlare, a chiedere e domandare senza però ricevere mai risposte. I due poliziotti sono diventati come due pesci rossi, muti.

Dopo aver rinunciato ad una improbabile fuga, Lacey tenta di concentrarsi, cerca dettagli utili, indizi. Come da consuetudine sono in borghese, sembrano dei comuni cittadini della grande metropoli. Nota il rigonfiamento della pistola posizionata dietro la schiena ma, con suo stupore, non vede il distintivo appeso al collo.

La suoneria di un cellulare la desta dalle sue indagini mentali e tenta di origliare il più possibile anche se con scarsi risultati. Josh è al telefono e con uno strattone si libera dalla presa di Mark. La ragazza si piega in avanti fingendo di allacciarsi la scarpa: la slaccia e la riallaccia. Quando, con la coda dell'occhio, nota la distrazione dell'uomo al suo fianco non ci pensa due volte e comincia a correre.

«Corri! Non fermarti!» si ripete. Il respiro accelera, le gambe si appesantiscono. Il vento le batte contro il viso, freddo e pungente. La mente vaga in un turbine di informazioni che non riesce ad elencare, ad ordinare. Tutto intorno a lei diventa solo una macchia colorata: vede solo sé stessa, fermarsi non è tra quei suoi pensieri difficili da focalizzare.

Corre e si sente libera. Si sente libera e protetta dal vento.

Le ginocchia continuano a muoversi su e giù, non sa nemmeno come, non le sente nemmeno più, sono pesanti. Il respiro affannato e la pelle si ricopre di sudore rendendo quegli schiaffi di vento ancora più freddi.

Lo sente, percepisce la presenza imponente di lui dietro di lei. Poco dopo si sente bloccata, impigliata tra le braccia di quell'uomo così imponente in confronto alla sua figura.

"Lasciami!" urla la ragazza cercando con lo sguardo qualcuno intorno a loro, ma chi potrebbe darle retta in una grande città in cui furti e rapimenti sono all'ordine del giorno?! Chi potrebbe fornirle soccorso in una città in cui la Legge si nasconde sotto la gonna della mammina?!

"Non osare più scappare" le sussurra severo e per un attimo a Lacey manca il fiato. La ragazza viene buttata senza dolcezza nel sedile posteriore del fuoristrada. Lacey si massaggia la nuca capendo in quel momento del perché i poliziotti dicono sempre:"Attento alla testa". Rinunciando a trovare una via di fuga si addormenta pensando a qualcosa che possa rilassarla.

Harry.

#Angolo Autrice

Scusate per il ritardo.

Pensavo di dare un volto ai personaggi, avete idee, consigli? :)

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