15.

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La porta si apre improvvisamente sbattendo sulla parete e causando un fastidioso rumore. Harry si sveglia impaurito sollevandosi in velocità dal materasso, ma dimenticando di avere un polso ammanettato al letto che lo fa ricadere giù. Il dolore si diffonde dal polso alla spalla, e dalla spalla alla base della schiena.
«Muoviti! Indossa questi e mangia» parla la persona che era appena entrata nella stanza mentre toglie le manette a Harry.
«Cosa mi servono dei vestiti puliti?»
«Ci spostiamo. Ah, e non osare fare giochetti con me»
«Altrimenti? Mi uccidi?» risponde Harry con ironia.
«No, sparo un proiettile nelle cervella dei due anziani signori che gentilmente ci hanno fatto alloggiare nel loro seminterrato per tutti questi giorni» sorride sorniona. Harry stupito inizia a cambiarsi.
«Potrei avere un rasoio per farmi la barba?»
«Quanto sei stupido. La barba è un elemento calcolato per non farti riconoscere»

Harry è vestito. Esitante, massaggiandosi i polsi ancora doloranti, esce da quella stanza ammuffita. Sale delle scale in legno, anch'esse tenute in pessime condizioni come la stanza, sono vecchie, impolverate e con lo scorrimano rotto in alcuni punti.
Sente la solita voce, che non è dolce come quella di Lacey, ma appartiene pur sempre a quel qualcuno che, nel lasso di tempo in cui è rimasto rinchiuso, gli ha fatto compagnia, evitando in questo modo che impazzisse e magari iniziasse a parlare con la lavatrice ammaccata o il lavandino o con una macchia di muffa sul soffitto.
«Arrivederci ragazzi, spero siate stati comodi» una signora sorridente gli accompagna all'ingresso.
«Certo, siamo stati molto comodi. Di nuovo grazie»
Harry è confuso e di conseguenza non riesce a proferire parola.
«Siete veramente una bella coppia, vi auguro le migliori fortune. Arrivederci» e con questo gli spinge fuori dalla sua proprietà.
«Bravo, continua così»
Harry non è ancora in grado di capire appieno la situazione, ma capisce che se rimane zitto va bene lo stesso, anzi è meglio.
«Beh...?!» Harry solleva lo sguardo verso la voce irritata. Di fronte a lui un'auto con la portiera aperta e capisce che non ha molta scelta: deve salirci. Si guarda per pochi secondi intorno vedendo solo la desolazione, un pezzo di terra dimenticato da Dio, dall'uomo, dalle bestie. E si chiede cosa cavolo ci vivano a fare due anziani signori in un posto arido come questo.
Sale in macchina e la ragazza parte, ancora prima che lui abbia il tempo materiale per chiudere lo sportello.

Durante il tragitto non riesce a non osservarla. È completamente l'opposto di Lacey: lei è bionda, Lacey è mora; lei ha la pelle leggermente abbronzata, Lacey è costantemente pallida, anche in pieno agosto dopo ore sotto il sole è più probabile che diventi rossa quanto un pomodoro più che riesca ad abbronzarsi.
Quanto gli manca Lacey. La sua voce così protettiva, la sua pelle che brucia ad ogni suo tocco, le sue labbra così morbide, i suoi occhi pieni di emozioni, le sue carezze...

Un bruciore si diffonde sulla sua guancia, Harry viene risvegliato dal suo stato di trans.
«Smettila di fissarmi se non vuoi ricevere un secondo ceffone»
Harry non fiata, volge lo sguardo fuori dal finestrino cercando di riconoscere la strada ma senza risultati. Gli sembra tutto così uguale, monotono, arido, sabbia, sabbia e ancora polvere. Un deserto in cui perfino i cactus si sono rifiutati di crescere.

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