17.

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La macchina si ferma. Harry non sa quanto il viaggio sia durato, ha completamente perso la capacità di contare il tempo. Sente una pressione sulla spalla e di nuovo quella voce che lo irrita sempre più.
«Esci! Muoviti!»
«E se non volessi?» con un movimento veloce della spalla fa allontanare la mano della sua rapitrice.
«Lo so che in questo momento pensi che tu sei un uomo ed io una donna debole e indifesa, ma ho una pistola ed un coltello, conosco diverse arti marziali e comunque sono una donna: nessuna è indifesa o debole, siamo tutte capaci di difenderci. Abbiamo qualcosa chiamato cervello.- fa una breve pausa- Afferrato il concetto?!» si abbassa per poter essere alla stessa altezza di Harry. I loro sguardi sono incatenati, come se lui cercasse una via di fuga nei suoi occhi.
«Capito, stronza» il termine e il tono aggressivo non la scalfiscono minimamente. Harry scende dalla golf tornando ad essere silenzioso.

Entrano in un hotel.
Appena varcata la soglia la ragazza prende la mano di Harry, e più lui cerca di togliersela di torno più lei si stringe a lui. Harry percepisce un brivido lungo la spina dorsale, la mano di lei è calda e non fredda come quella di Lacey. Un sorriso gli compare in volto, gli piacevano le mani fredde di Lacey, in questo modo aveva sempre una scusa per stringerlele, per tenerle vicine al suo cuore così che lei sentisse i battiti che accelleravano quando lo accarezzava, quando lo baciava o solamente lo sfiorava.
«Non farti strane idee play-boy» sorride la ragazza notando con la coda dell'occhio l'espressione sul viso di Harry, che subito muta in una smorfia di disgusto.
Nella hall c'è solo un uomo sulla sessantina assorto nella lettura di un libro. Appena il signore percepisce la loro presenza solleva lo sguardo.
«Buona giornata ragazzi»
«Grazie, anche a lei» risponde la ragazza con un sorriso che anche se certamente falso, appare molto sincero.
Harry tenta di fare un cenno con la mano, insultando mentalmente quell'uomo per avergli augurato buona giornata, perché non era assolutamente una buona giornata, come non lo era ieri né l'altro ieri né tantomeno il giorno prima e quello prima ancora. Contemporaneamente si complimenta mentalmente con la ragazza, di quanto fosse brava a mentire, ad apparire così sincera e angelica. Lo trascina dentro l'ascensore.
«Premi il tasto dell'ultimo piano»
L'irritazione di Harry continua a crescere, odia obbedire agli ordini, odia rispettare le regole e quella stronzetta non sa fare altro.
Percorrono un corridoio arredato con svariati candelabri fermandosi di fronte alla porta della stanza 314.
«Mi hai cambiato cameretta, che madre premurosa. Ma non hai cambiato la fottuta situazione» sputa acidamente.
«Allora il gatto non ti ha mangiato la lingua» sorride la ragazza compiaciuta e spingendolo dentro la stanza velocemente chiude la porta.
Harry sente la serratura chiudersi ed i passi della sconosciuta allontanarsi.

Sbatte con rabbia i pugni sul muro, calcia il letto e butta a terra la lampada posta sul comodino. È stanco e stufo di essere rinchiuso, è stufo e stanco di sentirsi come un animale allo zoo.
Le finestre gli permettono di vedere il mondo da cui è stato preso, le voci della gente gli fanno ricordare che non è morto, ma l'impotenza di non poter fare nulla per risollevarsi da questo stato di prigionia lo sta distruggendo.

#Angolo Autrice
Come vi sembrano questi capitoli alternati tra ciò che succede a Lacey e ciò che succede ad Harry? Vi mettono in confusione?
Spero di no:)

Ho aggiunto immagini e gift, che ve ne pare?:)

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