27.

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È scomparsa! Lacey è scomparsa!

Zayn si sente uno stupido a non averla mai contattata negli ultimi giorni. Le aveva nascosto alcune cose, aveva iniziato ad avere dei segreti con lei e a riempirla di bugie. I rimorsi avevano iniziato a fargli passare le notti in bianco, così aveva cominciato a mettere un po' di distanza tra loro. Si era scusato mentalmente che lo faceva per lei, che lo stava facendo per proteggerla da quelle stupide bugie che ogni mattina architettava.

Si sente tremendamente in colpa, percepisce lo stomaco contorcersi, neanche stesse ballando la cucaracha.

Senza rimuginarci troppo sopra prende il casco e, superando i limiti di velocità consentiti, si precipita alla sala prove degli altri ragazzi. Ha il forte presentimento che loro non sappiano ancora niente, ma non ha nessuna certezza che poi vorranno aiutarlo nelle ricerche.

Mentre il vento tenta di frenarlo soffiandoli contro, mentre clacson su clacson gli imprecano dietro, lui spera di ritrovare Lacey e dirle tutta la verità. Tutta, niente più segreti né bugie.

-

Percepisce il cuore che tenta di lacerargli la pelle per uscire e gli sembra di avere una bomba a orologeria nel petto.
Si da' dello schiocco e fa alcuni passi indietro, non ha il coraggio di varcare quella porta.
Si reputa un egoista cagasotto e subito avanza di qualche passo; Lacey è la cosa più importante in questo momento e si sente in colpa per aver tentennato ad entrare.
Un altro ripensamento compare nella sua mente, come una stella cadente, poco prima di appoggiare la mano sulla maniglia della porta. Chiude gli occhi, serra la mascella e scuote la testa per mandare via quei pensieri pavidi.

Varca la soglia, un sospiro di sollievo si libera dalle sue labbra. Non è cambiato nulla da quando se ne è andato. Sorride. Sorride come un ebete e si sente bene.
Inspira, espira.
Sente le sue narici impregnarsi dell'odore di casa.
Ricorda ancora dove si trova l'ufficio di Jordan, percorre il corridoio ed è sollevato nel riscontrare che non vi è nessuno che potrebbe bloccarlo e buttarlo fuori.
Ancora qualche passo, la prima a sinistra e poi la seconda porta sulla destra.
Stringe la mano a pugno, sta per bussare, si sente invincibile.

«Ehi, tu!» una voce alle sue spalle lo pietrifica. Cautamente si volta sollevando leggermente le mani per rendere evidente che non possiede nulla di pericoloso con cui far del male a Jordan- anche se in realtà gli sarebbero sufficienti le sue mani.

«Ha un appuntamento?» un signore di mezza età, alto e largo, con due baffetti che sembrano sproporzionati rispetto al resto del corpo inizia ad avvicinarsi.
Zayn deglutisce sonoramente.
«S-si» balbetta e l'uomo solleva un sopracciglio, poco convinto. Il ragazzo si fa coraggio e ritenta mantenendo la voce più ferma e un tono più sicuro.
«Certo, sono Zayn Malik. Mi ha chiamato Jordan, ha detto che doveva parlarmi e che era urgente. Penso lei sappia quanto si irriti Jordan quando le persone sono in ritardo» marca più volte il nome del pubblicitario sapendo di non stare parlando di una persona molto paziente e che non da' seconde possibilità. Nota con piacere che la guardia di sicurezza smette di muovere i piedi nella sua direzione, anzi, ne fa uno indietro. L'edificio non è minimamente cambiato, ma nemmeno la fama da dittatore di Jordan.
Con un sorriso di cortesia, ma tipico di quel giocatore che ha appena fatto scacco matto, bussa e, senza aspettare un secondo di più né un invito ad avanzare, entra.

«Zayn?!»
«Esattamente, non pensavo mi potessi dimenticare così facilmente. Dove sono i ragazzi?»
«Non credo sia un'informazione che ti riguardi» dice Jordan con quel suo odioso tono di superiorità. Zayn ci mette poco ad eliminare da ogni suo gesto e dal suo tono di voce ogni velata e finta gentilezza. Sbatte i palmi delle mani sulla scrivania in legno e avvicina il più possibile il volto a quello dell'uomo che lentamente si rimpicciolisce sempre più all'interno della sua poltrona.

«È qui che ti sbagli. Ho bisogno di loro, perché scommetto che come tuo solito gli avrai tenuti lontani da giornali e social, nascondendo loro la notizia del rapimento di Lacey!» sbotta stringendo i denti.
«Penso solo a fare il meglio per loro»
«È una loro cara amica, farà parte della loro famiglia. Cazzo Jordan! Non eri tu a dirci che siamo come figli tuoi?! Non eri tu che volevi la nostra felicità?! Harry ha chiesto la mano di Lacey, lei farà parte della nuova vita di Harry! Non fare il padre egoista e sentimentale, lasciaci crescere ed affrontare gli ostacoli della vita. Lo sappiamo che la vita non è tutta rose e fiori, ma tu non ci aiuti tenendoci sotto una campana di vetro»
«Tu hai distrutto la tua unica protezione, quella campana di vetro che tanto maledici, ed ora che hai conosciuto la realtà perché vuoi distruggere anche la loro unica protezione dalle bestie feroci che sono oltre quella porta?! Io ti ho lasciato andare, ho provato a trattenerti ma tu non hai voluto sentire ragioni. Tu non fai più parte di questa famiglia, quindi ti chiedo gentilmente ti andartene» le parole fredde del cinquantenne fanno rimanere il giovane senza parole con cui ribattere. Sente la lama sprofondare ancora di più nello stomaco e cominciare a girare e squarciare.
Lui non fa più parte di questa famiglia .
Procede a passo di gambero, solleva le mani alll'altezza delle spalle in segno di resa, gli occhi gli si fanno lucidi ma riesce a celarlo.

«Jordan-sospira- devi dirlelo. Non è . . . Non è giusto nei loro confronti nasconderlelo, loro devono sapere»

Zayn si sente furioso. Vorrebbe rompere tutto, ma ad ogni impeto di rabbia quella lama affonda qualche centimetro in più dentro di lui e quella rabbia si trasforma in dolore. Un dolore che più che lacelarlo, gli sembra stia cercando di dividerlo in due.

Ex's list ll h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora