25.

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La stanza è buia, vuota e polverosa. Il soffitto è ammuffito, le pareti crepate. Non c'è molto in quella stanza: una sedia, un tavolo, una lavatrice scassata, un materasso preistorico e polvere a volontà.

Sbatte con malavoglia le palpebre trovandosi a combattere con i raggi del sole che la colpiscono in pieno volto. Tenta di sollevarsi, ma i polsi sono legati alla testiera del letto. Si sente come Cristo in croce. Sbuffa rumorosamente sperando di attirare l'attenzione di chiunque possa essere in ascolto, e con fatica si tira a sedere sul materasso.

La luminosità del sole si attenua fino a sparire, qualcuno si è posto tra lei e la finestra concedendo agli occhi di Lacey qualche secondo di riposo da quella luce infernale. Solleva lo sguardo e riconosce di fronte a lei Mark, con le braccia incrociate e un'espressione poco rassicurante, un misto tra lo scocciato e l'incazzato.

«Hai provato a scappare e non mi sono divertito per niente»
Lacey, ancora rimbambita dal sonno, stringe gli occhi in due fessure cercando di mettere a fuoco l'ambiente circostante.
«Io . . .tu . . . cosa volete da me?» la bocca è impostata e gli occhi faticano a rimanere aperti.
«Volevi fregarci, ammettilo. Dillo!»
Un brivido percorre l'esile corpo della ragazza facendola sussultare, ma gli occhi faticano ancora a rimanere aperti.

Non ha più le forze né di opporre resistenza, né di combattere. Vorrebbe solo perdere ogni emozione ed ogni interesse, vorrebbe che il suo cervello smettesse di girare vorticosamente come una trottola e che il suo cuore cessi di battere. Vuole solo un po' di pace e di riposo.

«Però potrei perdonarti»
Mark le si avvicina pericolosamente e tenta di baciarla, ma lei si volta con un'espressione di disgusto.
«Sai . . . molte donne mi trovano affascinante» sorride spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio e baciandole la guancia.
«Devi pagarle bene» risponde stizzita la ragazza spostandosi lontana da lui per quanto le è concesso.
Con poca cura Mark le lancia una bottiglietta d'acqua, che Lacey riesce ad aprire con fatica a causa dei polsi bloccati. Quelle gocce fresche che le scorrono lungo la gola sono il paradiso per lei.

-

La testa le gira vorticosamente, le tempie le pulsano e solo ora che si è svegliata capisce di essersi addormentata un'altra volta. Ricorda i suoi vani tentativi di liberarsi e poi quell'improvviso senso di spossatezza che le ha fatto perdere i sensi.

Lacey si guarda intorno spaesata come la prima volta che si è ritrovata in quella vecchia e maltenuta stanza. Vicino alla porta c'è Mark che la osserva attento e con un sorriso malizioso in volto. Lacey corruga la fronte e tenta di far lavorare il cervello per ideare una qualsiasi cosa che le permetta di correre il più lontano da lì.

«Droga dello stupro nell'acqua» Mark risponde alla domanda taciuta di Lacey che stava tentando di far muovere le rotelline nella sua mente per capire come mai si sente così male.
«Incolore, inodore, molto efficace. È stato fin troppo facile fartela bere,quasi noioso direi» ghigna maliziosamente.

Gradualmente Lacey comincia ad acquisire lucidità, percepisce nuovamente le corde a legarle i polsi, percepisce il calore della luce del sole e gli spifferi d'aria provenienti dalla finestra. Si accorge di essere in intimo e nulla di più; i capelli liberati dall'elastico, che era certa di aver indossato.
Stringe le gambe al petto, imbarazzata e impaurita. Nelle sua mente si ripetono quelle tre parole: droga dello stupro. Non ha molte opzioni su quello che le potrà accadere.
Scuote nervosamente la testa a destra e a sinistra, tenta inutilmente di liberarsi, ma tutto questo non provoca altro che una risata divertita e maligna dell'uomo, il quale si alza dalla sedia sedendosi sul letto vicino a Lacey.
Si schiaccia al muro terrorizzata.

Sa che fatti del genere succedono spesso, l'ha visto nei telegiornali e letto tra le pagine dei giornali.
Sa che molte donne al mondo vengono stuprate, sa che molte sono sue coetanee, ma per lei rimangono estranee. Quando vede il fatto di cronaca ci si sofferma, prova a capire come un avvenimento del genere possa distruggerle psicologicamente, ma per lei rimangono estranee.
Rimane con un affetto mai espresso vicino a loro seppur siano estranee, si pone mentalmente tra di loro per poterle abbracciare. Vuole pensarsi al loro fianco in questa "schiavitù" psicologica e fisica, inutile e senza senso. Si pone al loro fianco come donna e come essere umano, ma mai avrebbe immaginato che prima o poi lei sarebbe stata una di quelle vittime.

L'uomo si avvicina per baciarla e lei non oppone resistenza, come potrebbe?! Con la mente immagina di avere la superforza per sfondare il muro o anche solo per liberarsi e scappare, ma nella realtà non ha vie di scampo.
Prega silenziosamente in un miracolo.

Percepisce la mano calda di Mark scendere dal suo volto, accarezzandole il collo, il seno e lo stomaco, fino a fermarsi all'elastico delle mutande. Lacey trema e non riesce nemmeno a capire le finte parole di conforto di quell'essere che vorrebbe soltanto strozzare con le sue stessi mani.
Un bacio lungo e umido. La mente della ragazza perde nuovamente la lucidità, agisce d'impulso. Un altro bacio più lungo e profondo. Involontariamente strattona le braccia nel tentativo di avere più libertà di movimento. Sente il desiderio nascere dal suo basso ventre, sente la voglia di avere qualcosa di più di un bacio. Non capisce più la ragione che sembra parlarle in un'altra lingua, sente solo quel dolore alla testa che lentamente si trasforma in una piacevole tortura che la destabilizza. Si sente ubriaca e riesce a vedere del divertimento in questa situazione così tragica.
Si concentra sulla piacevole sensazione delle mani calde che le cingono i fianchi e di quella lingua che si muove così sinusuamente tra i suoi denti.
Ha perso il contatto con la realtà, il piacere ha preso il sopravvento in lei: egoismo puro, semplice e carnale. Tira, ancora una volta, le corde con forza. Mark lo nota, e sorridendo sornione, accontenta quella silenziosa richiesta di venire liberata.
Ancora prima che lui possa posare le corde a lato Lacey si mette a cavalcioni su di lui. Lo sente mugolare sotto di lei e questo la incita a continuare. Continua a strusciarsi finché per il piacere Mark non socchiude gli occhi. Lacey coglie l'occasione e con rapidità lo colpisce con la lampada sul comodino.

Si sente accaldata e le è difficile lottare contro l'effetto della droga. Scuote la testa in segno di disapprovazione con sé stessa, dandosi della stupida per aver pensato, anche se per una frazione di secondo, che le dispiaccia allontanarsi da quel letto rimanendo insoddisfatta.
Si veste velocemente e prende le chiavi di una macchina dalla tasca dei pantaloni, che Josh si era tolto prima di salire a gattoni sul materasso.
Lega Mark nello stesso modo in cui lui l'aveva legata e silenziosamente esce dalla stanza.

#Angolo Autrice

Scusate per l'enorme ritardo. Non starò qui a ripetere i motivi che hanno causato questo ritardo, dato che non sono essenziali e poi gli avevo già scritti un paio di giorni fa sul mio profilo (quindi a chi interessassero gli affaracci miei vada pure sul mio profilo ;) )

Oltre a farvi le mie scuse volevo anche ringraziare quelle persone che hanno votato la storia in questi giorni. Tanti , tanti broccolini a tutti!!!

Buona settimana a tutti ❤ ❤

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