39.

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Il viaggio in macchina è durato un giorno e una notte.
Lacey non dormiva in questo stato di calma e tranquillità, senza incubi né ansia, da settimane.
Getro ogni tanto l'ha osservata, questa ragazza lo incuriosisce e gli interessa sapere ancora di più su di lei. Incontrarla, parlarci insieme gli ha fatto perdere per qualche ora la cognizione della realtà, gli ha permesso di estraniarsi dalla sua quotidianità che aveva cominciato ad opprimerlo. È stato a causa della sua vita che ha cominciato il viaggio, per scappare dai suoi problemi, o meglio, per metterli in pausa, prendersi tutto il tempo necessario, fare le scelte più giuste in tranquillità senza  persone compassionevoli, né influenzatrici, né tantomeno asfissianti ed esageratamente preoccupate per lui. Non ha bisogno di pietà e nemmeno di un cane guida che scelga al posto suo.

Fanno una pausa per pranzare. Sorridono, ridono, parlano del più e del meno. Tra loro c'è un clima leggero che nessuno dei due vuole rovinare, ma nella mente di entrambi gira e rigira la medesima domanda: perché sei in viaggio?
Motivi diversi, ma stessa risposta: scappare.

Il clima è così bello che ad entrambi manca il coraggio di porre la domanda. Hanno paura.
Non temono la risposta, non sanno nemmeno loro cosa aspettarsi come tale; temono la successiva domanda: "e tu?". La loro è una paura egoistica.

Un brivido li percorre la schiena al pensiero di spiegare il casino che stanno vivendo, il caos che non riescono a ordinare. È tutto una tale confusione da toglierti le forze, come quando devi riordinare la camera, ma è tutto così sottosopra che pensi alla possibilità di cambiare casa, traslocare. Peccato che non si può cambiare vita con la stessa facilità con cui si può cambiare abitazione.

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