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Si sveglia spaesata e scocciata dalla luce che diretta e senza difese giunge dalla finestra della camera, nessuno aveva pensato di chiudere le tende la sera scorsa.
Allunga il braccio sull'altra metà del letto pensando di trovare un corpo caldo e accogliente ancora dormiente.
Vuoto.
Si volta preoccupata e, per quanto voglia svegliarsi da questo brutto sogno, comprende che si tratta della realtà: sola in questo letto, sola in questa stanza.
Velocemente si infila le scarpe e l'impermeabile: deve riuscire a trovarlo prima che qualcun'altro si accorga della sua fuga.
Non può permetterselo.
Preme il pulsante di chiamata dell'ascensore iniziando già a correre giù per le scale, non ha tempo da perdere.
Corre fuori.
Si guarda agitata a destra e sinistra, percepisce le chiazze di sudore formarsi sulla maglietta sotto la giacca per quanto abbia freddo a causa del clima invernale.

Comincia a camminare in una direzione a caso, senza meta, zigzagando per le viuzze intorno all'edificio e sperando di trovarlo.
Lui non può capire, lui non sa dopotutto, ma rimanere prigioniero salverà una vita, non la sua ma di questo a lei non importa.

Cammina da almeno un'ora senza meta e senza trovare ciò che cerca: lui.

Non capisce se trema per il freddo o per l'ansia di quello che potrebbe succedere se si scoprisse che Harry Styles è scappato. Lei non la passerebbe liscia, ed è ció che teme.

E lunedì, il giorno dell'odi et amo. Manca poco ad Halloween e tutti i negozi sono aperti. Milioni di bambini trascinano le madri e i padri nei negozi alla ricerca del costume più mostruoso e spaventoso dell'anno.
La ragazza sorride triste pensando a quanto la farebbe felice poter portare in tutti questi negozi la sua dolce sorellina. Sa che non è più così piccola da perdere la testa nel reparto dei giocattoli, e probabilmente non vorrebbe nemmeno travestirsi dicendo che ormai è troppo grande per certe feste, tuttavia si sarebbero divertite. Insieme, lungo la strada affollata in mezzo alla gente, in quei negozi aperti fino a tardi e nel viaggio in metropolitana, si sarebbero sempre divertite. Basta stare unite.

Stanca di cercare ciò che non si trova decide di prendere la metropolitana. Così potrà riposarsi, sedersi, riscaldarsi e fare mente locale.

La sua sorellina adora girare in metropolitana, osservare le persone, stare in mezzo alla gente. Sorride pensandoci, sorride pensando a quanto la ami. Non ricorda nemmeno cosa ha mangiato ieri a colazione, ma sa per certo che quell'adolescente, che per lei rimarrà sempre una bambina da proteggere, preferisce la maionese al ketchup sulle patatine, che se non ci sono i pomodori nell'insalata lei non la mangierà, il suo colore preferito è il rosso. Sa così tante cose di lei, la conosce meglio di sé stessa probabilmente.

La relazione che ha con sua sorella la conforta, la fa sentire meno sola, perché sa per certo che qualunque cosa accada, loro, resteranno per sempre sorelle. Il loro rapporto è iniziato alla nascita e continuerà anche oltre la morte, è un legame che non viene imposto e non è subordinato alle leggi del tempo. È un amore senza limiti, forse l'unico nel suo genere.

La metropolitana si ferma, lei rimane lì al suo posto persa tra i ricordi.
Spesso non è facile crescere con una sorellina che fa i dispetti, che fa di tutto per avere con sé mamma e papà e con cui bisogna condividere giochi, vestiti e anche amichetti.
Non era raro, infatti, che lei provasse una forte gelosia e aggressività nei confronti della più piccola e che passasse, a volte, intere notti ad ideare un piano malefico, veri e propri atti di cattiveria, nel tentativo di "far fuori" il piccolo nemico ed avere tutto per sé l'amore di mamma e papà. Ed ecco allora che immergeva i ciucci e i biberon nel water, nascondeva gli orsacchiotti del cuore e svitava i pezzi della culla e del passeggino.
Poi sono cresciute, erano sole, potevano contare solo l'una sull'altra. Il rapporto che si è instaurato tra loro è un legame davvero profondo e unico, basato sulla condivisione di esperienze, sulla complicità e sull'aiuto reciproco. Anche se la naturale predisposizione, le differenti età e le esperienze condotte dentro e fuori la famiglia, le avevano condotte a percorrere strade diverse, il solido legame che le unisce è rimasto invariato nel tempo.

La metropolitana intanto ha fatto il suo percorso e la giovane donna decide di scendere, per quanto l'idea di doversi allontanare da quella fonte di calore non le piaccia per niente. Scende nella medesima stazione di dove era salita. Con un respiro profondo, facendosi coraggio, esce rimettendosi alla ricerca di quel ragazzo dai riccioli scuri e profondi occhi verdi.

Le nuvole se ne sono andate permettendo al sole di riscaldare ciò che lo circonda con tutta la sua forza. La strada è meno trafficata, gli schiamazzi dei bambini sono diminuiti e alcuni negozi sono già chiusi per la pausa pranzo.
Anche la giovane donna comincia ad essere affamata, inoltre comincia ad avere male ai piedi per aver camminato per ore con questi dannati tacchi.

"Un inutile spreco di tempo e forze" bofonchia.

Scende dal marciapiede e per un secondo di ferma. Procede di un altro passo ed un altro ancora, attraversa la strada. Sale sul marciapiede e respira sollevata. Ha avuto il brutto presentimento che non sarebbe mai arrivata dall'altra parte della strada. Comincia a sudare, si toglie la sciarpa e si apre il giubbotto di quanto basta per riavere la sensazione di respirare regolarmente.
È stanca e affamata, deve fermarsi. Non ce la fa a continuare.
Entra in un pub.

#Angolo Autrice:

Scusate il ritardo, ma se avrete letto sul mio profilo il mio cellulare è completamente morto, defunto. Quindi ho perso tutte le bozze per concludere questa storia (volevo piangere, scusate il mio sentimentalismo). Comunque sia questo non è per niente simile al capitolo che avevo pensato e ciò mi lascia un po' delusa, ma cosa ci posso fare se ho una memoria da far schifo?! Ecco tutto, un piccolo sfogo per scusarmi del ritardo. Ora mi metto all'opera per pubblicare i capitoli successivi il prima possibile :)

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