capitolo 10

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 Sono trascorse due settimane dalla fatidica festa e io ho ripreso con le mie solite abitudini: mi sveglio la mattina, vado a lezione, torno a casa e studio. Io e Nat pranziamo e ceniamo insieme quasi sempre a meno che non restiamo all'università per le lezioni del pomeriggio.

Il nostro rapporto è migliorato tantissimo e ormai ridiamo e scherziamo su ogni cosa: non potremmo essere più diverse sui modi di pensare e sui modi di fare, ma io l'adoro e non avrei potuto avere una coinquilina migliore.

Quei ragazzi li ho visti qualche volta andando a lezione e quando sono venuti a trovarci a casa. Abbiamo ordinato le pizze e abbiamo riso tutta la sera. Jake non è mai venuto. Fortunatamente aggiungerei.

L'ultima volta che l'ho visto stava fumando una sigaretta con dei ragazzi in una delle tante panchine sparse per il campus: con lui c'era una ragazza mora che da lontano sembrava completamente nuda. Che strano. Non me lo sarei mai aspettato. Comincio a essere sempre più convinta che si sia scopato anche il cespuglio davanti casa mia.

Così ci siamo guardati mentre gli sfrecciavo accanto, fulminandolo con lo sguardo senza salutarlo, per poi continuare per la mia strada, senza voltarmi indietro.

E sinceramente ho sculettato più che potevo, devo ammetterlo.

Io e lui non ci siamo più rivolti la parola da quel pomeriggio dove mi ha praticamente detto in faccia che ero un peso per l'umanità intera e Nat e gli altri non ne fanno parola, continuano ad invitarmi alle feste e io continuo a rifiutare. Ma non perdono le speranze e i discorsi sono diventati abbastanza ridicoli, quasi meccanici "vieni alla festa stasera? "no, non vengo" "perché no?" "perché non è un ambiente che mi piace" "ok, va bene."

Però , a pensarci bene, una sera Jake venne a trovare Nat, me ne ero quasi dimenticata.

All'inizio di questa settimana se non sbaglio!... e.. ehm.. io appena ho sentito che era lui alla porta, mi sono alzata dal divano ho preso Wiskie e mi sono chiusa in camera sbattendo la porta rischiando di scardinarla. Lo odio e non voglio assolutamente averci niente a che fare.

Così quella sera per evitare di sentire le risate sue e di Nat avevo preso le cuffie e mi ero collegata a Skype dove ero rimasta a parlare con Silvia, Marco e i miei genitori per tutta la sera.

Avevo pianto, riso e parlato in italiano per almeno tre ore di fila.

Mi manca Marco, mi manca da morire e vorrei averlo almeno per un ora per abbracciarlo e baciarlo. Mi manca Silvia che stranamente si sta deprimendo senza di me (sai che compagnia) e ha deciso che presto verrà a trovarmi.

Spero che quel momento arrivi presto.

Siamo a Venerdì e si sta per concludere la mia terza settimana di vita americana. Sono appena tornata dalla biblioteca dove ho fatto delle ricerche per la lezione di Biologia della prossima settimana, insieme ad Erick: adoro quel ragazzo, è simpatico e dolcissimo. Pensavo fosse il solito nerd invece mi devo essere ricreduta.

Si, se ve lo state chiedendo ha una vita sociale più attiva della mia... non è che ci voglia molto a superarla!

Inoltre più ci sto insieme, più mi rendo conto di quanto è carino, non è il mio tipo, ma devo dire che anche lui attira molti sguardi delle varie ragazze del campus.

La maggior parte delle lezioni le abbiamo in comune e escluso che con lui ed altre due o tre ragazze dei vari corsi, non ho stretto amicizia con nessuno.

Non è che me ne freghi molto sinceramente. Ho Nat ed Erick. Possono benissimo bastare. Inoltre se provo a parlare con Nat di altre ragazze, sembra si comporti come una vecchia moglie gelosa. E ogni volta mi viene da prenderla in giro.

io, te e l'infinito #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora