Ellen e Mark

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La mattina ci sveglió Ellen per fare colazione. Mi sembrava cosí strano che fosse salita al nostro piano. Ellen e papá aspettavano sempre che ci svegliassimo.
Io e Laura avevamo dormito davvero pochissimo,ma comunque riuscimmo ad alzarci ed io aspettai che si vestisse per scendere.
E la guardavo,la guardavo in continuazione.
La guardavo per percepire la sua bellezza,per assaporarla.
Ed ero felice che solo io potessi avere quella bellissima ragazza.
"Smettila di fissarmi,mi da fastidio"disse imbarazzata mentre camminavamo per scendere a fare colazione.
"É che sei bellissima,che ci posso fare?"domandai ironico.
Lei rise.
La girai verso di me e mi avvicinai per baciarla.
"Neanche tu sei male"disse Laura abozzando un sorriso.
Ed ero felice perché solo io riuscivo a provocarle quei sorrisi.
Uscii Rocky dalla sua camera osservandoci stupito.
Era strano vedere due persone che litigavano in continuazione,stare cosí vicine.
"Ma che fate?"domandó lui curioso.
Io lo guardai e poi guardai Laura davanti a me,a pochi centimetri dalle mie labbra.
"Ehm...aveva qualcosa vicino alle labbra"dissi io cercando di mentire decentemente.
Lui ci diede un'altra occhiata e poi si incamminó verso il soggiorno.
Laura scoppió a ridere.
"Ehm aveva qualcosa vicino alle labbra"mi imitó facendo la voce da uomo delle caverne.
Scoppiai a ridere sentendola,e mi accorsi che anche lei creava dei sorrisi particolari. Sorrisi che avevo solo verso di lei.
Provavo qualcosa che nemmeno Carly mi faceva sentire.
"Smettila di prendermi in giro"sbottai fingendomi offeso.
Lei continuó a ridere mentre ci incamminavamo a mangiare.

Appena arrivammo in cucina,notai che tutti erano in silenzio,come se fosse successo qualcosa.
Io e Laura ci accomodammo straniti a due lati opposti del tavolo mentre continuavamo a scambiarci occhiate.
Ero seduto accanto a Riker.
"Che é successo?"domandai fin troppo curioso.
"Pare che Papá e Ellen abbiano litigato"mi disse sorprendendomi.
Ed in quel momento cominciai ad abbandonarmi e richiudermi in me stesso. Non volevo provare di nuovo quel dolore,non potevo sopportarlo ancora.
E guardando mio padre sentivo che stava ricapitando.
Avevano uno sguardo perso ed io non lo reggevo.
Decisi di tornare in camera mia senza mangiare.
Il mio appetito e la mia allegria mi avevano abbandonato lasciando solo un vuoto dentro il mio petto.

Lanciai un cuscino contro la porta stendendomi sul letto.
E chiusi tutte le finestre per restare al buio.
Il buio era piú comodo della luce.
Era piú accogliente perché nel buio non si vedeva nulla,non si vedevano i problemi. Era come se sparissero nel nulla.
Improvvisamente si aprii la porta.
E pensando che fosse mio padre lo mandai al diavolo.
Mi sorpresi quando vidi la figura minuta di Laura che camminava fino ad arrivare accanto a me.
Ormai sapeva che nel buio risolvevo i miei problemi e in che punto della camera mi rifugiavo quando ero triste.
"Che hai?"mi domandó preoccupata cingendomi con le braccia.
Mi sentii sollevato mentre ero appoggiato alla sua pancia e lei tentava di consolarmi con maestria.
"Sai che i nostri genitori stanno litigando?"chiesi.
"No,ma lo intuivo...sono giorni che non parlano"mi disse tranquillamente.
Ed in quel momento mi sentivo l'unico che aveva paura del futuro della famiglia.
"Non temi che divorzieranno?"domandai sul punto di piangere per la tensione.
"Ross le liti in una coppia,ci sono...sono cose normali"mormoró massaggiandomi la schiena.
"Quindi pensi che anche noi litigheremo?"chiesi con una certa paura nel tono.
Lei emise una piccola risata.
"Litigheremo sicuramente,ma tutto si risolve"mi spiegó facendomi alzare e dandomi un piccolo bacio sulla guancia.
"Stai calmo,andrá tutto bene"disse alzandosi.
Perché andava via? Io volevo rimanere ancora abbracciato a lei.
"Dove vai?"chiesi sembrando abbastanza patetico.
"Vorrai dire..dove andiamo"borbottó.
Io rimasi stupito ed inarcai le sopracciglia,evidentemente lei se ne accorse visto che mi spiegó.
"Pensavo che per evitare questa atmosfera pesante,potremmo andare a fare un giro"mormoró lei.
Sorrisi.
Pensava a me,si preoccupava per me. Amavo questo trattamento. Amavo sentirmi importante per qualcuno. Amavo essere importante per lei.
"Sono d'accordo"dissi alzandomi e dirigendomi con lei alla porta di casa.
Dicemmo a tutti che saremmo andati a fare un giro per la cittá.
E decisi di portare Laura sul lungo mare. Lí c'era un aria cosí pulita,da rallegrare ogni pensiero triste e mi riportava alla nostra casa sulla spiaggia.

"Quindi mi stai dicendo che dovremo prendere l'autobus?"domandó la castana mostrando un sorriso preoccupato.
Annuii.
"Non preoccuparti,ti proteggo io"dissi sorprendendomi del fatto che lei non avesse mai preso il bus e fosse leggermente in ansia per non so quale motivo.
Ma lei lo era sempre.
E amavo anche questo particolare.
"Grazie,mio eroe"mi prese in giro.
Sbuffai ridendo.
Guardai il nostro autobus arrivare.
Era il 14,lo prendevo ogni volta che mi sentivo solo quando i miei litigavano.
Cosí prendevo quel veicolo e mi dirigevo il piú lontano possibile dalla nostra casa.
E adesso lo facevo in compagnia.
Ero entusiasto che la castana mi avesse chiesto di passare del tempo insieme.
Il sole era forte alle dieci del mattino,e alla fermata a cui scendemmo decisi di trasportare Laura sulla mia schiena per non farla affaticare. Mi sentivo un fidanzato perfetto eppure non mi sforzavo per esserlo,mi veniva naturale comportarmi cosí con lei.
"Ho il ragazzo migliore del mondo" esclamó.
"Non potrei essere piú d'accordo"affermai ridendo.
Mi bació i capelli sudaticci ed io mi sciolsi a quel contatto.
Era cosí dolce.
La feci scendere dalle mia spalle mostrandole il panorama che vi era da quel punto e lei rimase a fissarlo per minuti.
"É stupendo"ammiró.
"Come te"dissi io stupefacendomi delle mie stesse parole.
"Ma dov'era questo ragazzo dolce quando mi lanciava l'acqua in testa?"domandó stupita quanto me,ma felice.
"Non lo so"ammisi.
Lei sorrise e mi guardó con uno sguardo strano.
Come se stesse pensando a qualcosa. "Quando ti sei accorto di essere innamorato di me?"domandó un pó imbarazzata.
"Non lo so...forse quando sei venuta a parlarmi dopo la litigata con Carly" dissi.
"Oppure quando ho visto te e Andrew insieme,notavo come gli stavi incollata e la gelosia cresceva a dismisura"cercai di spiegare.
Sembrava un amore nato dal nulla eppure per me non lo era.
Io sentivo di amarla,lo sentivo davvero.
Lei mi abbracció forte e sembró emozionarsi alle mie parole.
"Non sono abituata a sentire queste cose"sussurró al mio orecchio.
"E tu?"domandai stringendola tra le braccia.
"Non lo so....forse da quando ti sei interessato cosí tanto a me riguardo al fatto di Andrew,ma io non so piú cosa significa amare"spiegó malinconica.
"Te lo faró riscoprire"risposi baciandola.
Sarebbe stata una mattinata incredibile.
Tutto era cosí perfetto con lei.

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