Incontri notturni

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Notammo che era l'ora di pranzo e che il tempo era volato letteralmente.
"No voglio rimanere ancora qui con te"sbuffai.
"Dobbiamo andare,ci staranno aspettando"disse trascinandomi.
"Ma voglio un bacio"implorai.
Lei si avvicinó a me e mi sfioró le labbra con le sue.
L'autobus del ritorno fu abbastanza lento. Trovai un posto libero e Laura si accomodó sulle mie gambe mentre mi accarezzava i capelli ed io le baciavo teneramente il collo,cullandomi al suo interno.
Lei mi indicava tutte le spiaggie cercando di indovinare i nomi,e notai che era una frana in geografia.
"Palm beach"disse indicando una piccola costa attraverso il finestrino. Io trattenni una risata.
"Sei una frana in geografia,Palm beach é enorme...questa non é nemmeno la metá"dissi continuando a baciarle il collo timidamente.
"Stai zitto" disse ridendo "se non mi distraessi con questi baci,sarei molto piú brava"mormoró difendendosi.
"Non è vero"affermai smettendo di ricoprirla di baci.
Lei continuó ad indicare le spiaggie cercando di indovinarne i baci e spesso inventandoli.
"Si,questa te la sei inventata"sbottai mentre scendevamo alla nostra fermata prendendole la mano.
"Ross,non siamo fidanzati"esclamó togliendo la mano dalla mia.
Ed a quel punto mi resi conto che per quanto la amassi,sentivo la necessitá di urlare al mondo quello che provavo per lei.
Girai la chiave nella serratura ed entrammo.
Ci dirigemmo alla sala da pranzo dove tutti stavano pranzando in silenzio e sembravano abbastanza depressi.
"Dove siete stati?"urló Ellen.
Non l'avevo mai sentita urlare in quel modo ed anche Laura mi sembró abbastanza sconvolta.
"A fare un giro" disse la castana cercando di discolparsi.
La madre inizió a fare un gran casino.
"Tu me lo devi dire,chiaro?" sbottó tirandole uno schiaffo senza ragione.
Laura si toccó la guancia arrossate e corse sú per le scale lasciando tutti in soggiorno.
"Ma perché?"chiesi ad Ellen prima di inseguirla.
"Cosa ho fatto? Mi dispiace"disse sull'orlo delle lacrime.
Io roteai gli occhi imbestialito e seguii Laura arrivando nell nostra camera.
E trovandola stesa nel suo letto a piangere.
"Ehi,piccola"dissi sulla soglia della porta.
Lei si giró a guardarmi con gli occhi arrossati. Quell'immagine mi sciolse il cuore.
"Posso entrare?"domandai.
Fece un cenno col capo.
Richiusi la porta alle mie spalle e corsi ad abbracciarla.
"Avevi ragione,sta succedendo qualcosa"inizió allontanandosi ed asciugandosi le lacrime.
"Mia madre non mi ha mai tirato uno schiaffo,é cosí strano"spiegó.
"Forse é solo nervosa"borbottai.
Ma lei non sembrava convinta e nemmeno io.
Mio padre era silenzioso in quei giorno ed Ellen non sembrava piú felice.
"Troveremo una soluzione,ok?"sussurrai.
Entró la madre di Laura chiedendomi gentilemente di uscire. Lei si voltó evitando di guardarla.
"No lui rimane,tu te ne vai" impose.
La madre ritornó indietro.
E laura afferró la mia mano come se le desse fiducia.
"Sei sicura di quello che hai fatto?"chiesi.
Lei annuii.
Improvvisamente la stanza si riempii di tutti i miei fratelli e Vanessa.
Sembrava che si fossero riuniti per un piano segreto.
Ed io mimai a Laura che la notte ci saremmi incontrati al piano inferiore per parlare in tranquillitá. Lei capii ed annuii.
"Secondi voi che sta succedendo?"chiese Rocky preoccupato.
"Non lo so"mormoró Vanessa nervosa.
Riker le accarezzó il retro della schiena e lei si tranquillizzó.
"Sembra che stiano litigando di brutto"esclamó Rydel.
Eravamo tutti evidentemente preoccupati che i nostri genitori avrebbero divorziato nuovamente.
Era poco che eravamo diventati una famiglia.
Ed evidentemente era vero che il matrimonio rovina le coppie.
"Io non sopporto un altro divorzio"borbottó Riker guardando Vanessa.
E dal modo in cui la guardó intuii che si fosse innamorato anche lui.
Vanessa ricambió lo sguardo.
"Nemmeno io"sussurró dolcemente. "Devo chiamare Ellington"affermó Rydel cercando supporto morale nel suo fidanzato.
Stavano insieme fin da quando erano piccoli ed erano come una di quelle coppie che sta insieme da sempre e per sempre.
Lui era stracotto di mia sorella e le era sempre vicino.
Io lo apprezzavo perché immaginavo che con l'amore della mia vita anche io mi sarei comportato cosí.
Guardai Laura.
Era lei l'amore della mia vita.
Rydel uscii dalla camera mentre gli altri rimasero lí a parlare preoccupati.
"Se ci fosse Ryland qui,potrebbe aiutarci"disse Rocky che non aveva ancora detto una parola.
Aveva ragione,Ryland aveva sempre delle idee fantastiche. E sapeva sempre come aiutare ognuno di noi.
Solo che da quando era sposato con la sua ragazza,passava molto bene per le nostre parti. Forse non voleva mischiarsi la divorzite acuta,visto che la nostra famiglia sembrava perseguitata dai divorzi.

La notte caló in fretta ed io e Laura ci incontrammo nel soggiorno come promesso.
Ci guardammo pieni d'amore e ci sorridemmo prima di avvicinarci per baciarci.
Indossava un pigiamino rosa che la rendeva tenerissima.
"Ehi"bisbigliai accarezzandole il volto.
Lei sorrise e mi bació la mano.
"Ehi"rispose.
"Mi sei mancata"dissi io sentendomi patetico.
"Ma se stavamo nella stessa stanza?"domandó borbottando.
"Lo so,ma mi sei mancata comunque"continuai io,sentendomi un ragazzino alle prese con la sua prima cotta.
Io la baciaii trattenendola per la schiena,per sentirla ancora piú vicina.
Eravamo pronti per affrontare il passo successivo. Solo che quello non era il posto adatto.
Sentimmo schricciolare le scale sotto il peso di qualcuno e ci nascondemmo dietro alle tende quando notammo la chioma di Ellen muoversi verso la cucina.
Speravamo vivamente che non ci notasse.
Laura era spiaccicata contro di me,mentre io avevo lo sguardo libero verso la cucina e notai anche la figura di mio padre recarsi verso Ellen.
"Allora abbiamo deciso"sussurró Ellen sottovoce per evitare che sentissero tutti.
"Si,divorziamo"commentó mio padre continuando l'affermazione.
Iniziai quasi a piangere notando l'espressione di Laura. Era stupita e rattristita quanto me.
Ma almeno avremmo potuto viverci la nostra storia in tutta libertá.
Ma il vero problema era se loro fossero tornati nella loro cittá.
Io non avrei potuto sopravvivere senza di lei.
"Dovremmo dirlo ai ragazzi?"domandó la donna preoccupata.
"No,gli daremmo un altra coltellata dopo la nostra prima separazione...aspettiamo un pó di tempo ancora"disse mio padre ansioso.
"Cosa pensi che diranno quando sapranno che loro due verranno con me in Nevada?"domandó la madre di Laura.
Laura guardó me preoccupata e nel suo sguardo trovai la paura di perdermi.
Ed anche io avevo la stessa paura purtroppo.

"Niente" concluse mio padre tornando in camera sua.
Io e Laura scoppiammo a piangere al pensiero di doverci separare.

A life with MaranoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora