ammettilo,forza

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"Perché non ammetti anche tu che sei innamorata di me?"domandai nervoso.
Credevo che lei provasse lo stesso,ma avevo ancora i miei dubbi.
Dovevo esserne certo. Dovevo sentirglielo dire.
Dovevano essere le sue labbra a pronunciare quel ti amo che ormai desideravo con ogni fibra del mio corpo.
Era un ti amo che probabilmente non avrei mai sentito.
Lei aveva difficoltá ad esprimere i suoi sentimenti e probabilmente l'unica volta che lo aveva fatto si era sentita tradita.
Ma avrebbe dovuto sapere che io ero diverso.
"Perché non so se é cosí"accennó continuando a camminare.
"Ma lo so io,Laura tu mi ami...solo che non lo riesci ad ammettere,invece io si"affermai convinto.
"Io ti amo"urlai facendola voltare.
"Sai che non mi fido nemmeno di me stessa dopo la situazione con Andrew"mi confidó dispiaciuta.
Io non capivo cosa c'entrasse Andrew con noi due.
Lui doveva essere un capitolo chiuso.
"E quindi per colpa di qualche stronzo,tu non vuoi piú provare ad amare?"domandai.
Evitó di rispondermi e riprese a muoversi tra le piante.
Trovavo estremamente fastidioso quel contesto.
Un attimo prima eravamo lí a baciarci senza pensieri e l'attimo dopo lei rovinava tutto con le sue parole che tagliavano come lame.
"Io lo so che mi ami"dissi impuntandomi davanti a lei.
Lei mi guardó confusa come se avessi toccato la parte piú profonda della sua anima,ma sapevo di conoscerlq bene.
"Come fai ad esserne cosí sicuro?"domandó tentennando.
"Lo vedo da come mi guardi,i tuoi occhi brillano quando sei con me...come i miei brillano quando sono con te,o ti vedo sorridere,o ti vedo parlare"spiegai.
Abbozzó un sorriso che adorai.
Le accarezzai una guancia e lei mi bació leggermente la mano.
Mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra guardandola negli occhi.
Vedevo che non aveva piú paura.
Vedevo che quella luce tornava a brillare nei suoi occhi.
Sentivo il suo respiro diventare un pó piú rapido.
E il mio cuore martellare velocemente contro la cassa toracica.
La accostai delicatamente ad un albero e ci trovammo a qualche millimetro di distanza.
Accostai le labbra alle sue. E lei non rifiutó il mio contatto,anzi mi afferró il colletto della maglietta per sentirmi piú vicino a lei.
Io le avvolsi i fianchi e approfondii il bacio.
Ci eravamo baciati ed era stato stupendo.
Intorno a noi sembrava che non estistesse il mondo,vivevamo solo noi scambiandoci ossigeno atttraverso quel bacio.
Sentivo di amarla ed era stupendo perchè sembrava tutto cosí perfetto.
Quando ci allontanammo l'uno dall'altra lei aveva la stessa espressione del nostro primo bacio ed avevo paura che anche la reazione sarebbe stata la stessa.
Invece rimase in silenzio a guardarmi quasi spaventata.
"Allora siamo fidanzati ora?"domandai cercando di rompere quell'imbarazzante silenzio.
Lei arricció il naso.
"Non esattamente"rispose.
Mi ero completamente stufato delle sue risposte. Non mi rispondeva mai del tutto. Lasciava a me intendere le risposte.
E quello era un no.
"Laura,che palle"dissi nervoso allontanandomi.
"Non rispondi mai,questa cosa mi fa imbestialire"urlai voltandomi nuovamente e guardandola.
"Ross il fatto é che non possiamo essere fidanzati,perché tu giá lo sei"disse semplicemente.
La osservai con lo sguardo addolcito.
"Ma giá ti ho detto che la lasceró"mormorai avvicinandomi e prendendole le mani.
"E come la metti con i nostri genitori? Quando lo sapranno ci ordineranno di lasciarci" disse lei.
Ed io ero contento perché stava cominciando ad ammettere un possibile fidanzamento.
"Non lo devono sapere per il momento"mormorai.
Lei mi guardó stupita. E io le sorrisi.
"Dovrei mentire a mia madre?"chiese preoccupata.
Io feci una piccola risata.
"No,devi solo omettere la veritá per un pó...poi lo diremo"dissi con tranquillitá.
Lei mi guardó e sembró convincersi.
Io la abbracciai perché avevo intuito che fosse un si.
"Ora siamo fidanzati,quindi non farmi incazzare"le mormorai ironico.
"Siamo fidanzati,non sono la tua schiava"mi bisbiglió contenta.
La osservai.
"Come? Io pensavo che giá lo fossi prima"la stuzzicai.
Lei mi diede un pugno amichevole sulla spalla e io lo ricambiai con piú forza. Lei urló dal dolore.
"Dai,non fare la femminuccia...non era cosí forte"borbottai ridacchiando.
Lei mi osservó e sorrise.
"Volevo farti sentire in colpa,stronzo"borbottó.
"Oh infatti sto morendo dentro"finsi toccandomi il petto e afferrandole la mano. Lei osservó le nostre mani intrecciate con un leggero stupore.
"Ora posso farlo"dissi imbarazzato.
Lei sorrise ed io le appoggiai un braccio sulla spalla.

Era cosí bello essere innamorati.

A life with MaranoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora