«Vi aspettavo.»
La senatrice annunciò, sentendo dei passi dietro di lei.Non osò girarsi né guardarli, come infondo faceva praticamente con tutti, e loro sapevano che si sarebbero guadagnati il suo rispetto e i suoi occhi solo al compimento della missione.
Quindi non ci fecero caso.«Cosa vuole che facciamo?»
La voce dell'uomo era dura, distaccata, quasi ghiacciata.La donna riconobbe chi dei due stava parlando, nonostante gli stesse dando la schiena.
«Portatemela viva.»
«È arrivata Broker!»
Il piccolo Sebastian urlò, provocando le grida di tutti gli altri bambini, che facevano gare di corsa per arrivare per primi dai grandi e potergli dire le stesse parole.Sebastian, però, era diverso, e correva incontro alla ragazza, non ai genitori.
Tra il mormorio generale, Broker si chinò all'altezza del bambino e gli sorrise.
«Sì, Sebastian, sono tornata.»Gli occhi giganti e neri come il carbone dell'essere di quasi cinque anni erano puntati in quelli verdi e attenti della ragazza, che forse avevano visto troppe cose.
«E adesso resterai per sempre, vero?»L'ingenuità di Sebastian fece sorridere dolcemente Broker, che gli accarezzò la guancia paffuta e rosea.
«No, ma ci siamo quasi.»Lei sapeva che il suo popolo avrebbe sempre avuto bisogno della città, per svilupparsi ancora, e Sebastian presto avrebbe capito che Broker non avrebbe mai potuto stare con lui in quel palazzo per sempre.
Ma era meglio tenerlo all'oscuro di tutto questo, per adesso.
«Broker cara, come stai?»
La voce della madre di Sebastian la distrò.Lei alzò la testa, sorrise, e si rimise in piedi.
«E quindi,» Chong-Wei uscì dal palazzo in legno, «questo Peter dice di conoscerti?»
Camminavano uno affianco all'altra, parlando delle novità.
Era da molto che non stavano insieme.La casa di lotta in cui lei, e ora un sacco di altri ragazzi, era stata allenata, rispettava l'arte e la cultura giapponese, che anche i predecessori dell'uomo sembravano aver mantenuto tradizionale.
L'uomo, che camminava sempre con le mani una dentro l'altra appoggiate sulla schiena, sembrava sempre essere in armonia, in pace, con tutto ciò che lo circondava, ma semplicemente perché il suo pensiero era che doveva esserci la calma e il controllo mentale, prima di far muovere il proprio corpo.
E lui non sembrava mai perdere il controllo.
«Esatto, Maestro, ma io...quest'uomo non l'ho mai visto, e ne sono sicura.»
La ragazza gesticolò.«Beh cara, la vita non ha l'obbligo di darci quello che ci aspettiamo, e così anche gli uomini. Non può andare sempre tutto liscio, e costui potrebbe perfino mentire. Lascia correre il tempo, si vedrà.»
Broker constatò quanto la saggezza di quell'uomo fosse pura.«Non, non lo so, Chong, e se capitasse qualcosa di brutto?»
La ragazza si morse il labbro, insicura di tutto.Tutte le sue sicurezze stavano per vacillare.
«Le cose brutte non esistono, Broker! Dal tuo punto di vista sono brutte, ma non per tutti! Ricorda: esistono solo i fatti, e tutti i fatti, che inizino in modo sfavorevole o meno, porteranno a qualcosa di migliore.»
La mano dell'anziano signore, andò a finire sulla schiena della ragazza, per consolarla.«Ho dei presentimenti sfavorevoli, allora.»
«Ah i presentimenti vanno e vengono! Sai cosa mi hanno detto una volta i tuoi genitori, quando non sapevo se insegnare l'autodifesa e l'attacco? Vai e non pentirti mai, cammina senza guardare indietro.»
Broker sorrise, i suoi genitori sembravano degli angeli vissuti nell'epoca dell'inferno.
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Rebels · N.H.
AcciónFanta-action story Forse era questo che la spingeva ad andare avanti, a combattere. Ciò con cui era stata cresciuta e con cui si sarebbe sfogata, la sua unica riserva infinita: l'odio. Tratto dal capitolo intitolato "War." «Sai cosa, Horan?» Si pieg...