Secrets

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Sua madre le stava sfiorando il volto. Aveva un tocco dolce, grazioso, sembrava avere mani di velluto. La guardava stupefatta con un sorriso luminoso dipinto suo volto. Le sfiorava le guance con le dita. «Mamma...» riuscì appena a dire lei, avendo paura che da un momento all'altro potesse scomparire.
Ma la sua presenza, quel sorriso, i suoi occhi color castagna, che la facevano pensare al miele, il suo tocco, continuavano a persistere in quella realtà sconosciuta.

«Shh,» disse la donna in risposta. Si morse il labbro e si mise a ridere, toccandole i capelli e girandole ancora intorno. «Come sei cresciuta! È da tanto tempo che non ti vedo!»
Le sfiorò le spalle. «Guardati! Sei proprio una donna! La mia bambina!» La abbracciò dalla schiena.
Iniziò a canticchiare un motivetto, girando sempre attorno alla figlia.

Poi il canto si modificò, prendendo le note di quella che le veniva cantata da Laze quando era piccola. Broker si sentì morire.
«Mamma?» Disse allarmata.
«Broker!» Venne abbracciata di nuovo, questa volta da una donna diversa: il suo profumo, il suo tono e il suo comportamento non erano quelli della madre, bensì quelli di Laze.

Quando riuscì a vedere il viso della persona, sua madre non c'era più. Non c'era più nemmeno la sua madrina. Non c'era più niente di amichevole in quel viso: solo un mucchio d'ossa.

Mentre apriva gli occhi, un respiro colmo di paura echeggiò nella stanza.
Si guardò intorno affranta, avrebbe preferito mille volte vedere la madre e poi un teschio, piuttosto che stare lì. Si guardò intorno: una stanza illuminata quanto bastava per poterci vedere bene. Due uomini, al suo risveglio, avevano girato la testa verso di lei, guardandola.
Il suo respiro era ancora affannato e il petto si muoveva ancora velocemente, quando una porta dietro di lei si sbloccò: solo un paio di occhi adesso la guardavano.
«Ciao, Broker.»

«Dov'è?» Chiese Niall a Lucas, una volta entrati nel settore alfa.
«Te lo giuro! Cinque minuti fa era qui!» Rispose l'altro, passeggiando avanti e indietro.
La rabbia si impossessò dell'Irlandese. «Mi stai prendendo in giro, eh?!»

Si sentiva deluso: deluso perché aveva creduto davvero in qualcosa di reale, e ne era rimasto spiazzato nel sapere che era tutto uno scherzo. Ma era troppo tardi ormai, per rimangiare i sentimenti provati. Sarebbe stato come dire al cuore di smetterla di battere così velocemente, perché non l'avrebbe vista.

«No davvero! Me l'ha chiesto lei di poterti vedere!» Lucas si mise le mani tra i capelli, guardandosi intorno.
Niall prese un profondo respiro, aprì gli occhi e guardò l'amico. «Io vado a farmi un giro con l'aliante.» Disse con voce dura, girandosi ed avviandosi ai garage.
Lucas sapeva che implicitamente gli era stato detto di non seguire l'amico, e intuì che non avrebbe visto Niall almeno fino a domattina.

«Senatrice Prayer, abbiamo trovato un palazzo. L'ispezione è stata fatta, ma non c'è traccia di vita: ci sono però degli oggetti di scarso valore come qualche accendino, qualche libro, dei letti e tanta cenere in un punto particolare dell'edificio.»
La donna sorrise, schiacciando il pulsante dell'aggeggio attaccato al suo orecchio, rispondendo all'uomo. «Qualcuno si ci è stanziato oppure potrebbe essere una base. Restate in ispezione in quella zona fino all'alba di domani, se non arriva nessuno tornate pure: ricordatevi però di mettere dei segnali per ritrovare la strada, se doveste tornarci.»
Aspettò qualche secondo la risposta, che arrivò con dei rumori di disturbo del segnale. «Come vuole lei, senatrice.»

Si staccò l'apparecchio e si mise a ridere. «Manca poco, e poi non esisterà più alcuna Broker e non esisteranno più ladri, solo il mio potere e la mia pace.»

«Non ci vediamo da un po' di tempo, vero?» Ridacchiò l'uomo, camminando dietro di lei con passi cadenzati e rumorosi.
«Forse anche troppo, per quello che mi aspettavo, 1247.»

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