«Dobbiamo renderla innocua ed indifesa, Prayer.»
Il dottore di neurologia stava camminando affiancato dalla senatrice, mentre parlavano del certo ed imminente arrivo di Broker al loro centro di controllo.«Quindi, lei cosa suggerisce?»
«Di farle capire che non abbiamo cattive intenzioni.»
L'uomo si toccò la leggera barba sul mento, cosa che faceva ogni volta che era sovrappensiero.
In fondo, l'unico modo sicuro per calmare l'istinto combattivo della tanto conosciuta ragazza, era l'approccio da lui ideato.«Dottor Filippovič, il processo è troppo banale e lungo, deve essere una cosa sbrigativa.»
Si chiedeva perfino lei, perché aveva consultato il dottore, se sapeva benissimo come trattare la ribelle.«Mi dica lei, senatrice.»
Congiunse le mani, strizzò gli occhi e sorrise malamente.
«Dobbiamo farle capire chi è che comanda.»«Ahi!»
«E stai fermo, è l'ultimo taglio!»
Replicò Broker, mentre stava disinfettando una ferita sulla testa di Troy.«Sì ma è gigante!»
Protestò il ragazzo.La bionda sorrise, forse era lei diversa dal resto.
«Ne ho passate di peggiori.»Impregnò ancora una volta la spugna d'acqua e la poggiò di nuovo sulla ferita.
«Sì, ma tu sei tu, io non...non ho mai visto nessuno combattere così bene.»Inspirò dell'aria tra i denti, sentendo la fronte bruciare.
«Tutti qui sanno di te. Come, come sono morti i tuoi genitori?»
Nonostante fosse un po' intimorito di chiederle sul suo passato, il suo modo diretto di parlare lo tradì.«Ho finito.»
Disse lei, poggiando la spugna e andandosene.«Aspetta!»
Replicò lui, facendo girare la ragazza.
«...i miei se ne sono andati perché non tolleravano lo stato in cui vivevano, e mi hanno lasciato qui...»Il suo viso adesso era rivolto verso il basso, e nonostante fosse troppo orgoglioso per piangere davanti ad una ragazza, era visibilmente triste.
Il rumore del legno che scricchiolava gli arrivò alle orecchie.
«I miei erano come me, dei velocisti, ma sono stati catturati e uccisi da loro, è questo quello che mi ha detto Laze. Per quanto mi riguarda, non mi ricordo di loro né voglio ricordare.»Un tocco delicato e soffice arrivò alla gamba di Troy, per poi mutare in una stretta, sempre calda e amica.
«Molti di noi sono messi così, dovrai mettere da parte il rancore.»
Avrebbe voluto fare di più, consolarlo meglio, ma non ne era capace.
Lei sapeva solo combattere e lavorare.Troy adesso non la sfidava, sapeva chi era, sapeva di cosa era capace. Aveva piuttosto l'idea di farsela amica.
«Ciao Troy, devo andare, ora.»
«Dicono che sia tanto bella quanto sfuggente.»
Luke commentò, mentre camminavano verso il deposito di gadget.Teneva un grosso borsone sopra la sua spalla, e lo cingeva con il braccio destro.
Era stranamente euforico, all'idea di incontrare una persona tanto misteriosa quanto fuorilegge.
A lui piacevano le ragazze che trasgredivano le regole.
«La prenderemo, stanne certo.»
Sbuffò Niall, salendo sul grosso aliante che lo avrebbe condotto ad altra fama.Fama che lui, in fondo, disprezzava.

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Rebels · N.H.
AzioneFanta-action story Forse era questo che la spingeva ad andare avanti, a combattere. Ciò con cui era stata cresciuta e con cui si sarebbe sfogata, la sua unica riserva infinita: l'odio. Tratto dal capitolo intitolato "War." «Sai cosa, Horan?» Si pieg...