Youth

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«Niall, che cos'hai?» Lucas chiuse la porta della stanza dove l'amico dormiva, impedendo a Broker di ascoltare la conversazione che avrebbero avuto.
L'irlandese sbuffò, passandosi più volte le mani tra i capelli. «È solo che...sono ricaduto, Luke. Di nuovo.»

All'altro ci volle qualche secondo per ingoiare e assorbire la faccenda «È Grace, vero? È lei, che ti tormenta più di tutto.»
Niall annuì. «Una pugnalata al cuore,» fece uno sbuffo, che sembrava divertito, ma era amaro, «le volevo così bene,» la sua voce si spezzò, «perché mi ha fatto questo?»

«Niall, Niall.» Lucas gli si inginocchiò accanto e gli accarezzò il braccio. «Grace ti voleva bene. Ne sono sicuro. È stata lei la prima ad avermi avvertito della loro partenza, non sapeva il perché, i vostri genitori non gliel'hanno spiegato. Ma quando se n'è andata,» si fece più vicino all'amico, «quando se n'è andata, ho visto quella tristezza nei suoi occhi. Lei ti amava, ti voleva con sé. Sei suo fratello Niall, non può essere passato un solo giorno, senza che lei ti abbia pensato, senza che lei abbia voluto le tue braccia intorno alle sue spalle, e stringerti!»

Niall lasciò scivolare le lacrime. «Ma Lucas tu non capisci! Non sai cosa vuol dire non sentirsi amato!» E in effetti aveva perfettamente ragione. L'irlandese aveva detto la cosa più vera del mondo: dopo che la sua famiglia si era trasferita nel satellite degli Externi, lui aveva riposto tutto ciò che poteva dare, tutto l'amore che aveva in serbo a Lucas, che ancora stava crescendo. Lo aveva preso sotto la sua ala, protetto, gli aveva insegnato come comportarsi, come lavorare nel modo corretto, come affrontare la vita, come perfezionare le tecniche, a non sbagliare mai.
«E adesso io ho sbagliato.» Diede voce ai suoi pensieri. «Tu, che sei stato il mio allievo, hai superato il tuo maestro.»

«Niall, tu non sei maestro di nessuno, io non sono allievo. Se hai sbagliato, ci sono io ad aiutarti. Ti ricordi, ricordi la promessa che ci siamo fatti?»
Luke si alzò in piedi, guardandolo dall'alto verso il basso.

Il biondo annuì. «La tua vita è il mio cuore.»

«Per me vale ancora quella promessa.» L'australiano gli porse il braccio, per aiutare l'amico ad alzarsi. «Per te?»

Niall alzò lo sguardo, poi lo riabbassò. «Ho un disperato bisogno di insegnare ancora qualcosa a qualcuno, Luke. Voglio amare qualcuno come ho amato mia sorella, potergli dare le stesse cose che volevo per lei, per Grace.» sussurrò.
«E lo puoi fare,» gli rispose con voce altrettanto bassa l'amico, «devi solo sapere come rialzarti.»

Niall stette in silenzio, guardando l'amico con il braccio ancora proteso verso di lui. Sorrise leggermente: era gratitudine; poi afferrò la mano e si tirò su.

Dov'è la sua famiglia, se lui è sempre solo? -Pensò Broker, guardando una foto di due adulti stretti in un abbraccio, con sotto due bambini: un maschio e una femmina-. Era praticamente certa che uno dei due fosse Niall.
Sorrideva, in quella foto sorrideva. Allora non ha sempre avuto un cuore di ghiaccio, non è sempre stato una macchina.
E poi, il fatto che lui sospetti della senatrice, me lo sarei sinceramente aspettato di più da Lucas, non da un...anaffettivo simile.

Varcò la soglia di quella stanza, entrando in un'altra. Era curiosa, voleva sapere qualcosa. Quel ragazzo era così misterioso, che aveva cominciato ad insinuarsi un pensiero di scoperta nella sua mente. Lo doveva scoprire, doveva sapere.
Uno strano odore di alcol era diffuso nell'aria, si chiese perché fino a qualche momento prima non lo avesse sentito, ma adesso era limpido e forte.
Niall si era ubriacato? Eppure sembrava così calmo.

Sentì dei rumori provenire dalla porta. Non sapeva chi fosse, ma sicuramente non erano i due ragazzi, chiusi in un'altra stanza, l'unica cosa che fece fu entrare in quella camera e nascondersi. La porta fu aperta e i passi si allontanavano da dove lei era in quel momento. Vide il corpo di Peter, provò un senso di rabbia immenso: il cuore cominciò a battere più velocemente, il sangue correva per le sue vene, stava lottando tra mente e corpo per non tirargli un pugno dritto in faccia.

Rimase nascosta, mentre il moro si guardava intorno. Bastava un solo passo falso da parte sua, o semplicemente che lui si girasse e aguzzasse gli occhi, e a quel punto si sarebbe scatenato l'inferno più totale. «Niall?»

«Cazzo, lei!» sussurrò il biondo a Lucas, non appena sentì una voce maschile chiamarli.
Si fondarono fuori dalla stanza, aveva paura, se lo avessero scoperto sarebbe crollato tutto.
Aveva paura anche per lei: sarebbe stata condannata a morte. Lui non voleva questo.

«Peter! Che ci fai qui?»
«Oh Lucas, pensavo non fossi qui!»
Niall tirò un sospiro di sollievo: non l'aveva ancora vista.
Guardò verso l'ingresso e la vide, nella stanza in cui lui, svuotato, aveva ceduto ai suoi mali e si era crogiolato nella lussuosa bottiglia di vetro che conteneva la cosa più malefica e paradisiaca al mondo: un liquido che lo rovinava, ma che lo faceva sentire vivo, felice, pieno.

«Niall, scusa l'interruzione, sono passato qui perché volevo dirti che la Prayer ti ha dato la giornata libera anche domani.»
«Come hai fatto ad entrare?» Chiese lui, forse anche di getto, se ne pentì quasi subito di aver aperto bocca.

Guardò la bionda per una frazione di secondo: i suoi occhi, in quel momento attenti e vigili, scatenavano odio e disprezzo, ma in fondo, anche terrore.

Peter boccheggiò un attimo, per poi indicare con il pollice la porta, dietro la sua schiena. «Beh, la porta era aperta.» Disse con fare innocente.
Niall finse una risata stanca. «Huh, fortuna che eri tu, dovrei stare più attento. Grazie per l'avviso.»

«Ehm posso sapere solo perché Lucas è qui?»
Perché ti devi sempre impicciare? Avrebbe voluto rispondergli Niall, Lucas sorrise e parlò al posto suo. «Stavamo solo parlando, mi ha offerto un bicchiere di vodka e abbiamo parlato. Tra poco me ne vado.»

«Okay,» rispose Peter, «allora me ne vado, sono stanco.»
Fecero attenzione a non farsi scoprire con Broker in casa e poi sospirarono, chiudendo la porta a chiave.

La bionda spuntò di nuovo, e tutti e tre andarono in salotto. «Broker, sarà meglio che io ti porti di nuovo al settore alfa.»

«Lucas, non possiamo farlo.»
Rispose saldamente Niall.

«Vuoi che ci scoprano con lei qui?» Alzò i palmi verso l'alto, in un gesto di ovvietà.
«A quest'ora è già attivo il servizio di guardia notturno, se ti vedessero con lei, avranno sicuramente dei sospetti, dato che non teniamo mai prigionieri fino a tardi.»

«Quindi, cosa pensi di fare?» Gli domandò ancora l'amico. «Ci sono guardie anche nei corridoi, non posso portarla in giro con il rischio che la vedano.»

Niall guardò la ragazza dritta negli occhi.
Sapeva che anche questa notte non avrebbe dormito, sarebbe stato impegnato nei suoi pensieri.

«Ecco cosa farai: andrai da Davis, che domattina ha il turno di sveglia, e ti offrirai al posto suo di fare il turno. Lui odia svegliarsi presto, accetterà volentieri. Qualche ora prima il servizio di sveglia, le guardie non ci sono, arriveranno nel momento in cui tu esci. Verrai a prenderla al mattino presto, e la porterai. Fai attenzione.»

Lucas annuì, poi la guardò. «E lei dove sarà domani mattina?»

«Qui.»

AWWW

Amore incondizionato per Niall.

1200 parole di capitolo, il ritardo dovete farmelo passare questa volta eh.

Commentate, votate e fatemi sorridere.
Anche perché ci sto prendendo la mano e sto già scrivendo il prossimo capitolo :)

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