The News

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Ci sono stati disguidi tra cellulari di account e Wattpad, perciò ho ripubblicato il capitolo, spero ve lo faccia leggere, votare e commentare... (Buona lettura ^-^)

«Senatrice Prayer, l'ex agente della CPR MacSteve desidera riceverla.»
La donna bionda si girò, guardando quello che doveva essere una specie di consigliere, dato che in realtà era un uomo sottopagato impaurito fino alla morte da lei.

«È urgente.»
Bisbigliò, per non alimentare la collera della donna che sembrava sempre arrabbiata.

Lei gli rivolse un banalissimo sorriso finto, ricordandosi dell'acuto terrore che aveva quel ragazzo nei suoi confronti.

Probabilmente non la odiava nemmeno, dato che era costantemente impegnato nel non affogare dal panico quando loro due condividevano gli stessi spazi.

«Fallo entrare!»
Tuonò, per puro piacere di vederlo sobbalzare, per poi chinare il capo e sparire.

Non aveva neppure il coraggio di guardarla negli occhi, e sembrava sempre trovare particolare interesse nelle sue scarpe nere e lucide, in sua presenza.

Si chiese se davvero, una donna bella e attraente come lei, poteva incutere una simile angoscia a persone che, come quell'uomo, avevano la dignità.

Poco dopo entrò un uomo ben più vecchio del primo, ma che sembrava, e in effetti era, molto più a suo agio con la donna.
«Ashton.»

«Anne.»

I due si conoscevano piuttosto bene, poiché da anni provavano a salire al potere in modo assoluto, curando ogni cosa nei minimi dettagli affinché nessuno lo scoprisse.

Così si avvicinó all'uomo, sistemandogli come si deve il colletto della sua camicia nera, bramando e desiderando di avere tutto quel potere nelle sue mani il più presto possibile.
«C'è qualcosa che mi devi dire?»

Lui sorrise e si avvicinò a lei, baciandola.
«Mio nipote ha rincorso Broker, oggi.»

Lei si irrigidì e d'un tratto preferì ascoltare le parole di Ashton che continuare a tenere le loro labbra unite.
«E...l'ha presa?»

L'uomo si staccò lentamente, come per non assaggiare la reazione della donna alla sua risposta ad una distanza quasi nulla.
«A quanto pare è troppo veloce. Non c'è riuscito.»

La donna strinse i pugni, poi si girò quasi offesa, salendo quei pochi scalini e tornando a sedersi sulla poltrona, guardando attraverso il vetro la città che presto sarebbe diventata sua.
Si sentiva come offesa, per cui dava le spalle all'uomo, parlandogli senza guardarlo negli occhi.

«Sfuggita per cinque anni dalle vostre mani, ha ucciso tre dei vostri agenti, seminati a centinaia, e Peter, che è uno dei più efficienti, se la fa scappare da sotto il naso.»
Nelle sue parole era evidente il disprezzo per quella fuorilegge.

Sorrise lo stesso.

Presto, con la cattura della ribelle più famosa, nella mente della perfida senatrice c'era solo il pensiero che i Supremi le avrebbero concesso di diventare Capo dello Stato, ma lei in cuor suo, se questo si poteva definire tale, sapeva che avrebbe sfruttato il potere a suo vantaggio.

Ashton, non potendo né vedere il sorriso compiaciuto della donna, né sapere delle idee che le giravano in testa, si guardava le scarpe, pensieroso, in fondo non c'erano più di tanti modi per poterla catturare.

A meno che...

La senatrice si alzò di scatto, risvegliando l'uomo dalla confusione che aveva.
«Chiamali.»

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