Cap.34

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POV'S HOPE

Prima o poi dovevo rientrare in casa. Grazie al cielo al mio fianco c'erano Nathan e mia madre , quindi Karter non avrebbe potuto farmi nulla.

Lui era lì , seduto al tavolo, in cucina a guardare la televisione e appena vide mia madre le andò in contro salutandola con un bacio sulle labbra. Ma lei era fredda e si giustificò dicendo "Sono solo stanca. Oggi è stata una giornata difficile..."

Dopo queste parole iniziò a preparare la cena.

Io andai di filato in camera mia chiudendomi a chiave.

"Avevi calcolato tutto. Non sei più tornata. "
Era Karter. Era dietro la porta. Io ero ferma , mi preoccupava il fatto che mi constringesse a farlo entrare ...

"Sai cosa dovrei fare adesso? PUNIRTI!"

Stavo in silenzio. Lo ignoravo, anzi. Avevo appena iniziato a registrare le sue parole.

"Eh. Perché non rispondi? Hai paura? Tranquilla stupida. Te la farò pagare!" Diede un pugno alla porta facendomi sobbalzare e andò via.

Andai a fare una doccia fredda... I tagli non erano più così tanti. Poi indossai un pigiama i cui pantaloni erano rosa con dei gattini disegnati , mentre la maglietta era rosa chiaro.
Ai piedi misi un paio di calzini e per concludere asciugai i capelli , raccogliendoli in una lunga coda.

La cena fu breve e silenziosa.

Durante la nottata dormii a malapena e verso le 7 mi alzai per prepararmi ed andare a scuola dove vidi Luke e Shawn parlare.

"Che succede?" Domandai preoccupata.. erano seri e speravo non ci fosse una lite in corso.

"Parlavamo di Karter. Fino a quando la polizia non lo avrà arrestato dobbiamo proteggerti. "Rispose Luke.
Ma come? Come volevano proteggermi?

Non posi alcuna domanda ; semplicemente sorrisi e capendo che ormai erano "amici" li lasciai nuovamente parlare.

Anche questa giornata terminò.

A scuola andavo meglio. Avevo voti più alti ma l'ansia era sempre un brutto problema da gestire.

Ormai il tempo passava , ma nessuno aveva ancora fatto nulla. Karter era sempre li a casa mia. Io invece o uscivo o facevo venire Shawn e Luke a casa mia per studiare o guardare la televisione, ma soltanto quando Nathan e mamma dovevano uscire.

Di tanto in tanto tornavo dalla polizia e aggiungevo prove a quelle precedenti. Ormai registravo sempre tutto.

"Dobbiamo solo aspettare un passo falso" Mi disse il poliziotto.

A quel punto iniziai a pensare come poterlo incastrare; volevo andasse via dalla mia vita.

Ps. Scusate il ritardo , ma ultimamente sono abbastanza incasinata.

PPS. Ricordatevi di passare a leggere Avevo solo un sogno. Lo aggiornerò in serata.

Rosso dolore, amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora