Mi sveglio a causa delle urla che provengono dal salotto. Confusa, mi copro le orecchie con il cuscino e stringo Lady Beauty, il mio peluche preferito.
Passa qualche secondo, ma le grida non si fermano; sto iniziando a riconoscere qualche parola del dialogo. Mi alzo assonnata e, strascicando i piedini nudi, giungo a tentoni in salotto, strofinandomi gli occhi.Papà è seduto sul divano e si tiene la testa tra le mani, mentre mamma è in piedi accanto a lui, il viso rosso per la rabbia.
"Guarda James, abbiamo svegliato Grace." Gli dice a denti stretti, credendo che io non l'abbia sentita.
Papà si toglie gli occhiali e si strofina la faccia con le sua grandi mani."Mamma, che succede?" Chiedo innocuamente: voglio solo tornare a dormire, ma sono incuriosita dalla scena che si sta svolgendo. I miei genitori non litigavano così spesso, fino a qualche giorno fa.
"Niente tesoro, niente." Mamma mi sorride, venendomi incontro. "Scusa se ti abbiamo svegliata." Aggiunge, appoggiandomi le mani sulle spalle.
"Torniamo a dormire?" La sua voce è tranquilla e dolce.
Annuisco e, dopo aver lanciato un'ultima occhiata a papà – che mi sorride stancamente – lascio che la mamma mi guidi verso la camera da letto.–
Un anno dopo.
Sobbalzo al rumore di vetro infranto.
"Smettila!" Mia madre urla. "Smettila immediatamente James! Questo non sei tu!""Sono fatto così." La voce ubriaca di mio padre mi fa venire i brividi.
"Non è vero. Possiamo risolvere le cose." Lei sembra più tranquilla, sta cercando di convincerlo.
"Non possiamo..." Una risata gelida e modificata dall'alcool interrompe le sue parole. "Amore non possiamo, sono nella merda ormai."
Le parole si tramutano presto in leggeri singhiozzi di disperazione.
"Non possiamo!" Urla all'improvviso e sento un forte rimbombo sul muro.Lacrime calde scendono lungo le mie guance, mentre stringo convulsamente la maglietta del pigiama: voglio aiutare mamma, ma ho paura.
"James... James ti prego ascoltami. Ascoltami bene." La voce di mia madre è ancora calma.Apro un po' di più la porta della sala, in modo da poter vedere la scena oltre che ascoltarla.
Lei sta tenendo per le spalle papà, che la guarda cercando conforto, gli occhi cerchiati di rosso.
"Devi capire una cosa: non è che se tu fai un errore, tu sei quell'errore."Mio padre chiude gli occhi e inclina la bocca verso il basso.
"Scusami... Scusami Lizzie, scusami."
Mamma sorride stanca e abbraccia il marito, accarezzandogli la schiena.
"Vieni a fare un bagno, puzzi di alcool."
In quelle parole c'è amore, ma anche un filo tagliente di sottile e terribile angoscia.
Torno velocemente nella mia camera e mi infilo sotto il letto.–
Due anni dopo.
Mi sveglio a causa di un rumore sommesso che viene dal salotto. Chiudo gli occhi e affondo la faccia nel cuscino, ma non riesco a non sentirlo.
Scosto le coperte e guardo l'orario sul cellulare: 2.03 a.m.
È piena notte, dannazione.
Mi alzo e mi dirigo assonnata verso la fonte del mio disturbo: non c'è dubbio, è la tv. Ad altissimo volume.
"Mamma, che cosa stai facendo? Abbassa il volume per favo--" le parole mi si bloccano in gola. Sono abituata al fatto che mia madre non chiuda occhio la notte, ma non mi aspettavo di trovarla seduta per terra con le mani nei capelli. Il mio cuore si accartoccia, sopraffatto dal dispiacere.
"Mamma..." Sussurro dolcemente, rilassando le spalle. Mi dirigo verso il telecomando e abbasso di molto il volume, per poi sedermi accanto a lei.Non credo ci sia bisogno di chiederle perché è così: papà se n'è andato da più di un anno ormai, e il giorno passato era quello del suo compleanno. L'abbiamo trascorso in apparente tranquillità, senza fare alcun riferimento all'uomo che un tempo aveva fatto parte della famiglia e di cui ora non conosciamo neanche la posizione. Ci siamo perfino concesse di ordinare la pizza per cena, e di fare una partita a Scarabeo. Probabilmente, la donna che oggi avevo visto comportarsi con tanta indifferenza stava semplicemente trattenendo dentro di sé tutto il dolore, la rabbia e il rimpianto che non voleva permettersi di esternare davanti a me. Soltanto la notte, buia e silenziosa, avrebbe potuto mantenere il suo segreto. E così era scoppiata. Come un'elastico che si tende troppo e diventa duro proprio un secondo prima di spezzarsi.
Le accarezzo lentamente la spalla, coperta da una camicia da notte leggera; lei alza il viso lentamente: non sta piangendo, sembra più sfinita dalle lacrime versate.
"Ti ho svegliata?" Mi chiede gentilmente, la voce più tranquilla di quanto mi aspettassi.
"Temo di sì." Le rispondo sinceramente. "Ma meglio così, sono qui per te." Le sorrido e appoggio la testa sulla sua spalla, sperando di aver detto le parole giuste.
Papà manca a tutti, nonostante la rabbia e il rancore che portiamo dentro."Scusami." Dice piano. "Scusami tanto, Grace. Sai, dovrei essere io la tua roccia, sono tua madre. Dovrei essere io a consolarti. Ma mi sento debole, e tu invece... tu sei così forte."
Sono colpita dalle sue parole, tanto che alzo la testa e la guardo sorpresa: non si è mai confidata tanto con me, da quando papà se n'è andato."Oh, mamma... non sono di certo forte per natura." Le spiego con un sorriso timido. "Ma a volte mi convinco di esserlo. E la mia coscienza mi indica come non prendermi in giro da sola."
La guardo aggrottare la sopracciglia e poi sospirare. "Hai tredici anni, Grace. Ricordalo ogni tanto. Sei solo una bambina."Sospira, lasciando passare qualche secondo di silenzio. Sto per chiederle di tornare a letto, quando lei parla di nuovo.
"Volevo solo vedere se il volume della tv avrebbe sovrastato i miei pensieri." Afferma, lo sguardo perso. "Pensavo li avrebbe almeno messi un po' da parte. Eppure, più alzavo il volume più essi mi tormentavano."Le sue parole mi colpiscono dritte al cuore: non può esistere una simile sofferenza.
"Sembra stupido..." Continua.
"No." La interrompo. "Non lo è, mamma."Author's note:
Ciao a tutti. Questo è a tutti gli effetti il prologo della storia. È un grande tuffo nel passato di Grace, come vedete abbastanza problematico nei rapporti con il padre.
È solo un assaggio però di tutta la storia, e comprende solo una piccola parte della trama della vicenda che sarà fantasy.
In seguito scoprirete molto di più sul padre di Grace e i problemi che ha portato.
Spero vi sia piaciuto, se così è stato lasciate un commento e io continuerò a breve💕
Nel prossimo capitolo Grace avrà 17 anni e la storia comincerà a tutti gli effetti!
Un bacione -Bea
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Guardian Angels - La Rivelazione
FantasyGrace Night, diciassettenne con un'infanzia segnata dall'abbandono del padre, è costretta a trasferirsi proprio da quest'ultimo a Londra, per alleviare i problemi economici della madre. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, però, tutto cambia:...