Capitolo 68: there is something right, in this world

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Sistemo il tovagliolo sulle gambe, ringraziando il cameriere che ha appena lasciato sul tavolo il piatto che ho ordinato.
"Sembra buonissimo." Commenta Celine, sporgendosi verso di me, e osservando con occhi famelici il mio som tam.
"Perché non l'ho preso anche io?" Mugugna Emily, versandosi dell'acqua nel bicchiere.
"Perché è la prima volta che vieni in questo ristorante, e non conosci tutti i piatti più buoni, a differenza di me e Grace." Afferma altezzoso Ethan, per poi prendere un boccone del suo maiale caramellato.
"Nessun piatto Thailandese ti deluderà ." Dico ad Emily, rassicurandola. "Non in questo ristorante. Sono sicura che anche il tuo ordine ti piacerà."
Lei annuisce, per poi fare la linguaccia a Ethan, che alza un sopracciglio con fare teatrale.
"Dunque, vuoi raccontare a tutti del tuo capodanno glorioso, Emily?" Prende parola Zac, e la ragazza subito arrossisce, per poi guardarlo con fare truce.
"Fai schifo a mantenere i segreti." Borbotta, e lui le sorride divertito, pulendosi la bocca con il tovagliolo.
"Non puoi avere segreti con noi!" Sbotta Celine, mentre Ethan spalanca gli occhi, sorpreso e drammaticamente indignato di essere all'oscuro di un gossip del gruppo.
Mi guarda in cerca di risposte, ma io non posso far altro che un'alzatina di spalle, dicendogli che ne so tanto quanto lui.
Emily si schiarisce la voce, iniziando a muovere nervosamente le mani. Aspetto curiosa che apra bocca, protesa verso di lei come ogni persona seduta a questo tavolo.
"Possiamo dire che mi sono fidanzata." Dice, per poi buttare fuori l'aria, mentre Celine lancia un gridolino, battendo le mani.
"Mi aspettavo qualcosa di più emozionante." Ethan fa una smorfia, appoggiandosi allo schienale della sedia. "Tipo Lady Gaga con le calze a rete che balla ubriaca."
Ci giriamo tutti nella sua direzione, indecisi se ridere o rimproverarlo.
"Sono felice per te, ovviamente!" Si affretta ad aggiungere, rivolgendole un sorriso divertito.
"I dettagli, Emily." La incalza Zac, e lei fa un mezzo sorriso colpevole, consapevole di averci nascosto una parte importante della verità.
"Potrebbe avere qualche anno in più di me..." ammette ridacchiando.
"Potrebbe?" Esclamo io, mentre Celine domanda "Quanti?"
"Cinque."
"Cinque?" Urla Celine, così forte che la coppia seduta al tavolo a fianco al nostro si gira, squadrandoci male.
Emily annuisce, un sorriso adulatore sulle labbra. "É americano, del North Carolina. É venuto qui a Londra per studiare medicina. L'ho conosciuto al party di Halloween di Jonny, dove c'erano anche Grace e Ethan."
La mia mente smette di funzionare alle parole "party di Halloween", mentre immagini di quella serata - che mai dimenticherò - si susseguono senza sosta nell'anticamera del mio cervello: i due ragazzi ubriachi, le mie urla per scongiurarli di smettere, quello sguardo magnetico che i miei occhi incontrarono per la prima volta, destinato a rimanere riflesso nella mia anima per sempre.
Scuoto la testa per tornare alla realtà, portando una forchettata alla bocca. Quindi decido di prendere parola.
"É il ragazzo con i capelli blu con cui ti ho vista baciar-"
"Ha i capelli blu?" Urla di nuovo Celine, interrompendomi.
"Non ha i capelli blu." Afferma Emily, con una smorfia. "Se li era tinti per la festa, suppongo. I suoi capelli sono di un bellissimo biondo dorato."
"E studia medicina..." Aggiunge Celine, riflettendo tra sé e sé. "É sexy? Deve esserlo. I camici bianchi sono sexy sui ragazzi."
molto sexy." Afferma la ragazza con un ghigno, proprio mentre il suo ordine le viene posato sul tavolo.
Noto di sfuggita il cameriere fare un mezzo sorriso, e mi ritrovo a pensare a quanti pezzi di conversazioni, dalle più divertenti alle più noiose, si sia trovato ad ascoltare durante i suoi giorni di lavoro.
"Okay, possiamo cambiare argomento?" Ethan interrompe la conversazione prettamente femminile. "Quando si parla di ragazzi sexy e non sono io il protagonista mi sento molto in difficoltà."
"Devi raccontarci di Manchester, bello." Prende parola Zac. "Ma prima voglio davvero sapere come cazzo hai fatto a finire quel compito di Inglese, Celine!" Esclama, rivolgendosi alla ragazza. "Voglio dire, è impossibile! Della domanda dieci si capisce meno della lista da spesa di mia madre. Per non parlare della undici!"
Smetto momentaneamente di ascoltare, dal momento che non sono nella stessa loro classe di inglese, e mi ritrovo a riflettere su come mi sento in questo momento. La risposta che mi do mi sorprende positivamente: bene. Sto bene. Non sarò piena di gioia, sprizzante da tutti i pori, oppure felice, allegra o piena di vita. E la coltre grigia che attenua ogni mio sorriso e risata non è sparita, come la morsa al petto che mi coglie ogni volta che penso a mia madre. Ma seduta al tavolo di un ristorante con tutti i miei migliori amici, a parlare di argomenti leggeri e normali, di cui mi ero quasi dimenticata si potesse discutere, per la prima volta dopo dieci giorni - dopo quel dolorosissimo 26 dicembre - posso dire di stare bene. Non ancora felice, certo, ma bene.
Prima di entrare mi avevano tutti stretta in un grande abbraccio di gruppo, facendomi sentire il loro affetto e dispiacere per la situazione che sto vivendo. Celine era scoppiata a piangere quando aveva notato una lacrima scendere dalla mia guancia, ma poi Ethan aveva urlato qualcosa tipo "Ommioddio amore, non vorrai mica rovinare il tuo make up perfetto?" con una voce talmente effeminata che eravamo tutti scoppiati a ridere, accantonando per la giornata ogni discorso che in qualche modo potesse rendermi triste.
Guardo Emily ridere ad un battuta, come se fossi la spettatrice di un film senza audio. Guardo come i suoi occhi si socchiudono e le sue labbra si arricciano, mentre le fossette fanno la loro comparsa. Soltanto guardare lei, o chiunque altro dei ragazzi seduti a questo tavolo, mi permette di sentirmi più leggera e spensierata. Stare con loro in questo momento è come lasciarsi illuminare da un spiraglio di luce, che ha sconfitto una coltre di nubi talmente scura e fitta, da far pensare che il sole non possa mai più splendere come una volta, anche finita la tempesta.
"Terra chiama Grace!" L'esclamazione di Celine mi riporta alla realtà, facendomi capire che non è la prima volta che vengo interpellata. Scuoto le spalle mormorando un sorpreso "Sì?", mentre Ethan smette di sventolarmi una mano davanti alla faccia.
"Io e Emily abbiamo sentito l'irresistibile impulso di un'uscita tra ragazze per fare shopping. Così potremo finalmente parlare in pace di affari da donne. Sei libera questo pomeriggio?"
"In realtà pensavo di passare al maneggio con Ethan. Domani pomeriggio?" Chiedo alle ragazze, versandomi dell'acqua. "Tu parti domani mattina, vero?" Chiedo al mio migliore amico, sentendo subito una vaga tristezza avvolgermi al pensiero di doverlo salutare di nuovo.
"Pensavo di sì." Mi risponde pensieroso. "Non più tardi delle dieci. Devo sistemare alcune cose prima che ricominci l'agonia della scuola."
"Domani pomeriggio va benissimo." Confermano le altre.
"Dovete aiutarmi a scegliere il regalo per Abraham. Tra pochi giorni sarà il suo compleanno." Ci spiega Emily, riferendosi al suo fidanzato.
"Voto per delle sexy ciabatte di gomma da medico!" Esclama Celine. "Oppure una cover per il cellulare con una citazione di Grey's Anatomy."
"Le tue idee sono penose Celine." Ridacchia Zac, mentre la ragazza alza gli occhi al cielo.
"Allora sentiamo cosa proponi tu, signor le-tue-idee-sono-penose." Dice con una smorfia, e Zac fa un ghigno divertito.
"Magari un sexy camice da medico rosa?"

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