Capitolo 20: searching

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"Che programmi abbiamo per questo pomeriggio?" Gli chiedo, con una nota di malinconia al pensiero di casa.
"Nessuno." Ammette "In realtà io sono molto più libero, ora che ti ho sempre qui con me... Non devo rincorrerti da nessuna parte." Mi spiega "Perciò possiamo fare quello che vuoi."
Un'idea un po' azzardata balena nella mia mente.
"Anche uscire?" Chiedo, con gli occhi speranzosi "Ho davvero bisogno di correre a casa a prendere qualche maglione più pesante o qualche vestito... O anche di prendere un po' d'aria fresca..."Lo scongiuro con gli occhi, muovendomi emozionata sull'erba del giardinetto.
Devin fa una smorfia mentre riflette, chiaramente contrario e dubbioso, ma la trovo lo stesso stranamente adorabile.
Nel frattempo un uomo oltre la cinquantina, con i primi tratti della vecchiaia bene impressi in volto, passa per la stradina di fronte al prato su cui siamo seduti, trascinando un sacco nero e reggendo delle forbici enormi.
Rughe profonde gli solcano il viso e gli occhi, ma essi sono vispi e l'espressione è allegra.
Gli occhi di Devin si illuminano, mentre l'uomo ci lancia un'occhiata fugace per poi aprire l'espressione in un improvviso sorriso.
I baffi grigi si muovono mentre borbotta qualcosa, lasciando il sacco per terra e venendoci incontro.
"Caesar!" Devin si alza e gli si avvicina "Brutto vecchio ammuffito, cosa ci fai qui?"
L'uomo scoppia a ridere, stritolando il ragazzo in un veloce abbraccio. "E tu, insolente che non sei altro! Non ti vedo da quando eri bambino, e venivi spesso qui a rovinarmi i fiori."
"Io non li rovinavo..." Dice, con un preciso gesto della mano. "Li coglievo."
"Come vuoi, ragazzo mio, come vuoi..." Sorride "Quanti anni hai eh? Sei già stato assegnato? Mi sono perso un po'!" Ridacchia, mentre Devin si gira velocemente a guardarmi.
Solo ora l'uomo si accorge del tutto della mia presenza e spalanca la bocca, agitando le mani. Soffoco una risata, sentendomi un po' estranea alla situazione, ma piacevolmente divertita.
"E quella bella creaturina lì chi è?" Domanda, indicandomi.
"Lei..." Devin si gratta la nuca, diventato improvvisamente serio e concentrato.
"Non mi dire che è quella biondina di cui mi raccontavi f--"
"No, Caesar!" Lo interrompe Devin "Sei fuori strada."
Capisco che è venuto il momento di presentarmi, perciò mi alzo con un balzo e mi avvicino al signore, accorgendomi che profuma di terra fresca.
"È molto più complicato. Vedi--" sta dicendo Devin, ma lo interrompo convinta.
"Sono Grace Night. " sorrido, rivolta all'uomo "E da quel poco che ho compreso qui fino ad ora, so almeno per certo dirle con chiarezza che sono la persona a cui Devin è stato incaricato." Gli stringo la mano, incrociando il suo sguardo confuso.
"Ariel glorioso!" Esclama e alzo le sopracciglia quando udisco quell'esclamazione.
"Un'umana? Qui?" Domanda girando la testa verso Devin, cercando spiegazioni.
Lo guardo a mia volta, e lui annuisce, poi si passa una mano sulla faccia.
"Ragazzo..." Inizia Caesar "Ho quasi duecentoventi anni, ma ricordo ancora le regole di un--"
Porca vacca. Duecentoventi anni.
La testa ha un capogiro leggero.
"Caesar... Vediamola di farla il più veloce possibile. Lei è qui perchè deve stare qui. Ha bisogno di studiare le nozioni basi su di noi ed è approvata dal Consiglio."
Caesar sembra molto curioso, ma Devin tronca la sua sorpresa, cacciandolo visibilmente.
Che cos'hanno quei due per potersi comportare così familiarmente a vicenda? Non sarà mica suo padre?
E perchè il fatto che Devin abbia dei genitori mi suona così strano?
"Ora, se vuoi scusarci, dobbiamo davvero andare." Gli mette le mani sulle spalle e lo spinge leggermente verso il sacco che aveva lasciato per terra. "Ho visto che non ce la fai a condurre una normale vita da Anziano..." Gli fa l'occhiolino, mentre Caesar borbotta "Sempre a lavorare eh?" continua Devin, afferrando le forbici dal terreno.
"Ecco le forbici... " dice porgendole velocemente "Il sacco..." Caesar sembra confuso "... e un bel calcio nel sedere." Devin fa per assestargliene uno scherzoso, ma Caesar scappa via di pochi passi.
"Maledetto!" Ride "Non la fai franca!" Urla, brandendo le forbicioni nella mano, poi sparisce dietro ad un cespuglio.
"Dannazione." Sospira Devin e si passa, finalmente rilassato, una mano sulla fronte.
Improvvisamente la faccia di Caesar fa capolino dai rami del cespuglio, sorprendendoci.
"Abbiamo una questione in sospeso!" Urla, per poi scomparire del tutto.
Scoppio a ridere, con Devin che mi guarda storta.
"Perchè hai--?" Domando, ma vengo interrotta.
"Hai ancora intenzione di uscire a Londra, Madame?" Chiede, incrociando le braccia e squadrandomi.
"Certo, messieur." Ammetto, soffocando un sorriso.
Mi da i nervi il modo con cui cambia umore completamente nel giro di poche ore.
"Bene." Afferma il ragazzo "Allora vedi di non fare domande su questo episodio prima di almeno quattro ore."
Annuisco ridacchiando.
"Andrò a chiedere il permesso per uscire a Licia..." Devin si passa una mano sui capelli "Se accetterà, partiremo entro le tre."
Mi abbasso per infilare la tovaglietta e gli avanzi del pranzo leggero nel sacchetto con cui li avevamo portati.
"E io come faccio a sapere se--?" Chiedo nel frattempo, ma mi blocco a metà frase, quando mi raddrizzo e scopro che Devin è già sparito nei sentieri della serra.
Impreco a bassa voce, afferro il sacchetto e corro a piedi nudi verso la stradina più vicina.

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