Sono le otto in punto quando concludo di sistemarmi i capelli in una coda e mi guardo allo specchio.
La tuta è grigia scura,con dei sorprendenti riflessi di luce, e sono soddisfatta di come mi sta, anche se sembro completamente un'altra persona: il tessuto è completamente aderente, ma comodissimo e piuttosto leggero; la scollatura è a barca, perciò si intravedono le scapole e la tuta è tutta d'un pezzo.
Mi sento stranamente leggera... Come se potessi compiere ogni movimento con assoluta libertà.
Pochi minuti dopo, dato che Devin non ha ancora bussato, esco dalla stanza, intenzionata ad aspettarlo fuori per rinfacciargli la puntualità che mi avevano chiesto varie volte.Invece lo vedo in piedi sul muro di fronte a me del corridoio, appoggiato con il corpo alla parete, con le gambe accavallate e rilassate e le braccia incrociate sul petto.
Non posso fare a meno di notare la perfezione di ogni sua posizione, e che l'aurea che lo circonda sembra racchiudere la parte bella come all'interno di una conchiglia.
Probabilmente c'è davvero una perla sotto a quel suo guscio impossibile da crepare."Oh..." Dico sorpresa, chiudendo dietro di me la porta della camera "Io non sapevo che..."
Lui mi interrompe staccandosi dal muro e avvicinandosi, facendo un leggero cerchio intorno a me e scrutandomi.
"Sembri una di noi." Dice semplicemente, sorridendo leggermente e guardando attentamente il mio corpo e il mio abbigliamento.
È vicino e sembra spogliarmi completamente solo con lo sguardo, procurandomi una strana sensazione spiacevole e intima allo stesso tempo.
"Sei in ritardo però." Storce il collo e, senza dire altro, inizia ad allontanarsi nel corridoio, ovviamente sottintendendo che lo devo seguire.
Sbuffo: potrei contare sulle dita di una mano le poche volte che mi ha chiesto con gentilezza di seguirlo, o che mi ha accompagnata gentilmente invece di farmi sembrare un cane che insegue il suo padrone.
Anzi, credo che non si possano proprio contare, dato che non ci sono state a tutti gli effetti.
In ogni caso per ora non posso dire o fare niente, devo concentrarmi sull'allenamento e sul mio tentativo di eliminare ogni sua provocazione, per risultare con un tono piatto, accondisciente e leggermente freddo.
Si comincia."Questa è la palestra dove ti allenerai." Afferma, mentre abituo gli occhi alla leggera penombra del posto.
Cerco di mettere a fuoco qualche attrezzo, ma quando giro di nuovo lo sguardo verso Devin, lui è già dalla parte opposta della stanza e con un suo clic, tutte le luci iniziano ad accendersi, rivelando la meraviglia del posto.
Delle lunghe travi di legno decorate attraversano il soffitto, contrastando con un moderno pavimento di parquet lucido; una piccolo gruppo di varissimi attrezzi è disposto su un lato, mentre sull'altro ci sono tappetini, pesi, una lavagna, corde e ogni tipo di utilità.
"È una di quelle nuove e ristrutturate." Mi spiega Devin, che in meno di un secondo è da me.
Stropiccio gli occhi: devo ancora fare abitudine a questa sua velocità, che in realtà devo ancora digerire del tutto.
Resto in silenzio, guardandomi intorno.
"Bene." Devin si toglie la felpa, buttandola per terra e rivelando una maglietta leggera.
Si avvicina al bancone accanto alla lavagna e si siede sul tavolo.
"Come ti ha già spiegato Gabriel, la fase A è un insieme di brevi test iniziali."
Mentre parla non mi guarda fissa negli occhi e lo trovo strano da parte sua.
"Oggi svolgeremo la parte fisica, mentre domani sarà dedicato alla mentale. Appunterò tutti i dati iniziali su questo strumento." Afferra una tavoletta di vetro e me la mostra, accendendola con un doppio clic del dito e rivelando una specie di schermata simile a quella dell'i-pad.
Il suo sguardo si incontra brevemente con il mio.
"Riscaldati cinque minuti, poi partiamo con la velocità."
Annuisco, avvicinandomi agli attrezzi, e scelgo il tapirulan, correndo per pochi minuti ad una velocità sostenuta.La prova della velocità - ambito in cui ammetto di essere piuttosto scadente - passa in un secondo.
Devin annota sul diario multimediale il mio risultato, da lui definito "Decisamente da migliorare", mentre io cerco di trattenere commenti acidi.Nella prossimo test, la resistenza, mi aspetto da me stessa molto di più: sono allenata e mi è sempre piaciuto correre.
Ma nonostante questo, non so cosa aspettarmi.Quando Devin torna accanto a me, sotto suo ordine, salgo sul tapirulan, impostando la velocità 1 e iniziando a camminare.
"Questa prova continuerà fino a che tu non mi chiederai di smettere..." Sorride leggermente, come stesse pensando "cosa che non accadrà molto tardi, tranquilla"
Beh, voglio fargli capire che non sarà così.
"Tu pensa solo a correre. Io farò il resto." Conclude e io annuisco decisa.
Mi guarda immobile per pochi secondi, poi aumenta la velocità al livello 2 e inizio a correre abbastanza tranquillamente,
Ogni minuto che passa e ogni volta che Devin mi osserva di striscio, mi sento più forte e motivata.
Quasi non mi accorgo che sono passati già 15 minuti, quando il ragazzo arriva e aumenta la velocità al livello 3.
Ora si inizia veramente.
Mentre i miei piedi continuano a correre, ora più veloci di prima, sento la fatica affacciarsi lentamente, ma più la sento, più essa mi rende forte.Passano altri 15 minuti e Devin si avvicina di nuovo, mi schernisce con uno sguardo e aumenta la velocità, facendola arrivare al livello 4.
Ora sto correndo molto più velocemente di come sono abituata, lo sento, come sento il respiro farsi sempre più pesante.
Ma sono abituata a resistere, sono abituata.
I polmoni mi bruciano quando Devin si avvicina di nuovo, questa volta con una bottiglietta d'acqua in mano.
Per un minuscolo ed insignificante secondo immagino che abbia intenzione di darmela, ma la convinzione svanisce in fretta come è nata, quando porta la bottiglia alle labbra e ne beve solo pochi sorsi, esattamente di fronte a me.
"Come va?" Mi domanda tranquillamente e stringo gli occhi, continuando a correre.
"Benissimo." Dico, stringendo i denti e sforzandomi di respirare a fondo.
"Bene, allora passiamo di livello." Afferma, avvicinandosi ai pesi della palestra e selezionando un paio di pesi con gli strappi di cui non riesco a leggere il numero.
Mi torna accanto e azzera la velocità, facendo fermare il tapirulan.
Mi sistema i pesi attorno alle caviglie così velocemente, che non riesco neanche a prendere fiato, distratta ulteriormente dalla vicinanza del suo viso alla mia pelle.
In meno di quindici secondi ho ripreso a correre, quasi più stanca di prima.Dopo tre minuti di corsa con i pesi alla caviglia mi rendo conto che la fatica che provo ora è oltre i miei limiti. Sono abituata a correre ad un termine abbastanza lungo, ma non ad una velocità così sostenuta e con due pesi alle caviglie che sembrano trascinarmi sottoterra.
Mi rendo conto che inizio a strascicare i piedi solo quando inciampo brevemente, ma non sento ancora il momento di mollare, non voglio farlo.
Ora Devin mi guarda insistentemente, le sopracciglia aggrottate e le braccia incrociate.
Respiro come se non avessi aria.
All'improvviso il ragazzo si muove, e per un momento penso voglia aggiungermi altri due pesi o aumentare la velocità.
Non riuscirei ad andare avanti.
Invece si avvicina al tapirulan e abbassa gradualmente la velocità, fino al livello 1.
Mi appoggio con le mani alle sbarre dell'attrezzo, mentre i muscoli delle gambe bruciano."Non... Avevo... Ancora... Mollato..." Dico, tra un respiro e l'altro, mentre Devin mi guarda serio.
"Non verbalmente..." Dice misteriosamente "Ma ho capito che se avessi corso ancora saresti inciampata e probabilmente caduta."
"Non è detto." Dico, sapendo in realtà che sta dicendo la verità. "E come fai a saperlo esattamente?"
"E me lo chiedi ancora?" Alza un sopracciglio e collego tutto al Coniuma, il legame tra un umano e il suo Guardian Angel, di cui mi aveva parlato.
"La resistenza non sarà un problema per te." Mi dice e sorrido leggermente, soddisfatta, anche se lui non accenna ad espressioni facciali.Quando metto un piede a terra, sento per un secondo il mondo girare, non essendo abituata alla stabilità del terreno. Barcollo velocemente, con la sensazione di camminare sull'acqua, e se non mi fossi aggrappata alla presa salda di Devin, sarei finita a faccia a terra.
Mi osserva leggermente sorpreso, ma mi aiuta a reggermi.
Ecco come rovinare tutto.
"Facciamo una pausa." Dice poi tranquillamente, stabilizzandosi e allontanandosi.
"Nel frigo ci sono bottigliette energetiche." Mi spiega, indicandomelo "molto energetiche per un'umana come te. Quindi bevine massimo metà."
Annuisco.
"E in quel cassetto..." Mi indica un mobiletto "Trovi gli asciugamani puliti. Hai 15 minuti, poi riprendiamo con qualcosa di più divertente." Fa un ghigno e per la millesima volta, non so davvero cosa aspettarmi.Author's note
Ho deciso che i capitoli saranno più frequenti e più corti. Questo è venuto un po' troppo corto, ma piuttosto di non postare, ho deciso di tagliarlo così e non vi preoccupate perchè ho già iniziato a scrivere il prossimo.
Spero vi sia piaciutooo, lo so anche io che non è sta gran roba, ma i fatti prima di accadere bisogna svilupparli e ci vuole pazienza.
Questa non è la solita ff dove succede tutto subito, lo avrete notato.
Quindi beh, al prossimo, che non sarà tra molto non vi preoccupate.
Un bacio - Bea
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Guardian Angels - La Rivelazione
FantasyGrace Night, diciassettenne con un'infanzia segnata dall'abbandono del padre, è costretta a trasferirsi proprio da quest'ultimo a Londra, per alleviare i problemi economici della madre. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, però, tutto cambia:...