Il resto della serata lo trascorriamo a parlare di Devin, esattamente l'argomento di cui avrei preferito meno discutere.
Mi bersagliano di domande: Amberly per cercare indizi che si aggiungano ad una sua cattiva visione e Giusy per affermare la parte del suo carattere gentile.
Cerco di risultare imparziale, di non darla vinta nè all'una, nè all'altra, ma un fastidioso peso nel petto mi ricorda che dovrei mettermi ad urlare che il mio modo di vederlo è unico, e non può rappresentare Devin stesso.
È complicato."Mi dispiace che sia così presto..." Ci dice Giusy, mentre lascia una mancia alla ragazza che è venuta a sparecchiare "Ma devo studiare per i prossimi giorni. Sono indietro. Negli ultimi giorni sono stata... distratta." Ci sorride colpevole.
"Io devo passare a casa dei miei genitori per lasciare tutti questi sacchetti. Tutta questa roba pesante non mi servirà per un po'." Ci spiega Amberly, mentre tiene con fatica la montagna di grandi sacchetti tra le dita.Varchiamo nuovamente l'arco di pietra, questa volta per uscire; quindi appoggiamo tutte la mano sul tronco destro, io soprappensiero e le altre che parlano tra loro.
Mi sento nuovamente sbalzata in avanti e una folata di vento freddo non manca di accogliermi immediatamente.
"Quindi ci separiamo qui?" Amberly ci guarda.
"Ti accompagno volentieri, se vuoi." Intervengo e un'espressione sorpresa appare sul suo viso. "Faccio con piacere due passi, dato che esco dall'Hous raramente." Le spiego, con un'alzata di spalle.
"Giusy, è un problema tornare da sola per te?"
"No, affatto." Risponde lei, sbadigliando. "Grazie della serata. Buonanotte ragazze." Ci dice, un secondo prima di teletrasportarsi.
È ancora surreale per me vedere la sua figura sfocarsi e sbiadire fino a scomparire.A volte, prima di dormire, penso che tutto questo potrebbe essere un sogno. Solo un lungo, strano e dettagliato sogno. E che potrei svegliarmi l'indomani nel mio letto a Londra, dove gli unici imprevisti sono il bar chiuso o i test a sorpresa, dove la fatica più grande era tirarsi fuori dalle lenzuola, dove il peso più faticoso erano la scuola e lo stress.
Invece mi risveglio ogni volta il quel letto, e la consapevolezza che niente sarà mai com'era un tempo mi investe ogni volta.-
Le dita finiscono di fare male anche a me nell'aiutare Amberly con i sacchetti. Per fortuna non ci mettiamo molto a giungere alla villetta dei suoi genitori: il teletrasporto è talmente comodo e veloce, che temo mi mancherà, una volta che la mia ultima settimana all'HOUS sarà finita.
Amberly mi sta parlando della ragazza canadese a cui è stata assegnata ormai da qualche minuto, mentre inserisce la chiave nella serratura della porta.
"No!" Esclama ridacchiando "Non la capisco! Voglio dire, la pizza piace a tutti, a me soprattutto." Scuote la testa, quando il sorriso sparisce improvvisamente dal suo viso.
Osserva la chiave per qualche secondo, poi parla sussurrando. "C'è qualcosa che non va..."
"Cosa?" Chiedo confusa e lei mi fa segno di abbassare la voce.
Il mio cuore inizia a battere più velocemente."Ho dovuto fare solo mezzo giro di chiave per aprire... in pratica la porta era aperta." Mi spiega piano. "Guarda qui..." Mi indica lo spigolo esterno della porta "questi segni non c'erano. È stata forzata."
"O mio Dio." Spalanco gli occhi, decisamente impaurita. "Dobbiamo chiamare la polizia..." Propongo immediatamente.
"No... possiamo sbrigarcela da sole. Ora che arriverà la polizia se ne saranno già andati. I miei genitori hanno cose importanti in questa casa, non possono essere rubate nè sequestrate per indagare." È lucida e fredda mentre mi parla, mentre io non faccio altro che guardarmi intorno ansiosa.
"Amberly..." Sono molto incerta sul suo piano "Non possiamo di certo affrontare dei ladri. E se sono tanti? Saremmo presto in guai seri e potrebbe finire male..." Tocco il suo braccio, cercando disperatamente comprensione.
"Grace, so quello che faccio. E ora ti chiedo di restarne fuori: se ti succede qualcosa sono in guai molto più seri di quelli in cui potrebbero mandarmi dei ladri."
Scuoto la testa: non voglio starmene ad aspettare con l'ansia addosso, ma non voglio neppure entrare in quella casa con Amberly.
Questo è fuori discussione.
"Cosa devo fare? Non posso aiutarti in nessun modo?" Le chiedo.
"Non devi aiutarmi, riuscirò a sistemare tutto, ne sono certa. Non possono essere in più di due: in queste situazioni il numero ha meno importanza della silenziosità." Detto questo, mi fa un ultimo gesto di restare in silenzio e sparisce all'interno della casa.
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Guardian Angels - La Rivelazione
FantasyGrace Night, diciassettenne con un'infanzia segnata dall'abbandono del padre, è costretta a trasferirsi proprio da quest'ultimo a Londra, per alleviare i problemi economici della madre. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, però, tutto cambia:...